SCENA TREDICESIMA
Amenaide e detti.
AMENAIDE
T'arresta. -
TANCREDI
(Fier incontro!)
(grave)
E che vuoi?
AMENAIDE
Tu a me la vita
Generoso serbasti,
(con significato)
Ma quel tuo cor?
TANCREDI
(grave)
Salva ora sei. Ti basti.
Vivi dunque felice... se lo puoi,
Infra i rimorsi tuoi. Vanne.
AMENAIDE
Crudele,
Tu mi credi infedele?...
TANCREDI
Io?... ti difesi.
AMENAIDE
(con trasporto)
Ah no: credi, o mio Tanc...
TANCREDI
(sguardo fiero, segnando chi t'ascolta)
Fermati. - In campo
Per te morte sfidai:
Brami adesso la mia! crudel, l'avrai.
Lasciami: - non t'ascolto.
Sedurmi invan tu speri;
Que' sguardi lusinghieri
Serba al novello amor.
AMENAIDE
Odimi - e poi m'uccidi.
Sì, che innocente io sono;
Riprenditi il tuo dono,
Se rea mi credi ancor.
TANCREDI
Ah! come mai quell'anima
Cangiò per me d'affetto!
Per chi sospiri in petto,
O debole mio cor?
AMENAIDE
Ah! che fedel quest'anima!
Serbò il giurato affetto...
Fosti tu sol l'oggetto
Del tenero mio cor.
(tenerissima)
Dunque?
TANCREDI
(risoluto)
Addio.
AMENAIDE
(come sopra)
Lasciar mi puoi?
TANCREDI
(con amarezza)
Che più vuoi?...
AMENAIDE
(come sopra)
Gli affetti tuoi.
TANCREDI
(fiero)
Osi ancor?
AMENAIDE
(con energia)
Seguirti.
TANCREDI
(con trasporto)
Trema.
AMENAIDE
E qui sfoga il tuo furor.
(Gli offre il petto).
AMENAIDE e TANCREDI
Ah, si mora, e cessi omai
L'atro orror de' mali miei.
Sì, tu sol, crudel, tu sei
La cagion del mio dolor.
(Partono).
(Roggiero vuol seguir Tancredi che d'un
cenno lo vieta).
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