SCENA DICIASSETTESIMA
Argirio e Amenaide, con seguito di cavalier e soldati.
AMENAIDE
Ah! eccolo.
(chiamandolo)
Tancredi!...
ARGIRIO
Tancredi!...
TANCREDI
(colpito)
Il nome mio!
Tu qui? - Perfida! -
(con amarezza)
E vai
Di Solamiro al campo?
AMENAIDE
(con passione)
Ingiusto!
ARGIRIO
Omai,
Tancredi, esci d'errore:
La mia figlia è innocente.
TANCREDI
(con emozione)
Ah! - no: quel foglio
Troppo avvera la colpa.
AMENAIDE
A te, ingrato, quel foglio a te fu scritto.
TANCREDI
A me? - Né pria 'l dicesti!
AMENAIDE
Eri proscritto.
TANCREDI
E tu non ami Solamir?
AMENAIDE
L'aborro.
TANCREDI
(con emozione)
(Ciel! che pensar?...)
(ad Argirio)
E tu, padre!...
ARGIRIO
A lei credi.
TANCREDI
Ma poi... se...
AMENAIDE
(con tutta passione)
Mio Tancredi;
Per questa man che mi salvò, ch'io stringo...
Per il primiero amor... guardami...
TANCREDI
(agitatissimo)
Oddio!...
ARGIRIO
Cedi...
AMENAIDE
(si getta a' di lui piedi)
A' tuoi piè...
TANCREDI
(commosso)
Che fai!...(Dove son io!)
Ah sì...
(è per alzarla ed abbracciarla).
(In questo si ode da lunge musica barbara marziale
che viene avanzando. Tutti ne restano colpiti).
TANCREDI
Qual suon? - che miro!...
Quelle di Solamiro
Le insegne son!...
(ad Amenaide)
Ti turbi!
(ad Argiro e cavalieri, poi a' Saraceni
che avanzano)
Voi fremete?
Dove andate, superbi, e che volete?
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