SCENA II
Atrio contiguo al carcere
POPOLO
Qui soffermiamo il pie'...
Il tetro asil quest'è
dove un barbaro fato condannò
chi la patria salvò da fiera sorte.
SOLDATI
Miseri noi! chi sa
se involarsi potrà
il nostro duce amato a tant'orror?
Forse colpa d'amor lo spinge a morte.
TUTTI
Qui soffermiamo il piè, ecc.
(Il popolo ed i soldati si avvicinano all'ingresso delle carceri.
Entra Norfolk.)
NORFOLK
(Che intesi!... Oh annunzio!...
Ouesta è la merce' ch'io merto?...
Anche fra lacci mi nuocerà costui!...
Norfolk, che pensi?
L'ingiusto esilio sopportar potrai?
Come a tanto rosso resisterai?)
SOLDATI
Oh nostro duce amato!
NORFOLK
(Duce!... Ah! comprendo appien...)
POPOLO
Barbaro fato!
NORFOLK
(Qui si compiange il mio nemico,
tutto congiura a' danni miei...
Che risolvo?... Oh vendetta,
col manto di pietà ti copri. All'arte!
Amici, io vengo a parte
d'un così giusto affanno.
E sarà vero che il prode
salvatore della patria
perir debba così?
Lo soffrirem?
CORO
Non mai.
NORFOLK
Ebben, m'udite. Assai
può giovarvi Norfolk. Già cade il sole:
al prigionier men vo. Se non poss'io
sottrarlo a' ceppi suoi fra brev'istanti,
del carcere l'accesso
vi schiuderete, amici,
colla forza e il valor.
CORO
Signor, che dici!
Mancar di fede al trono
saria cotanto ardir.
NORFOLK
Ah! troppo ignora
del duce sventurato
Elisabetta il cor; lo crede reo
di lesa maestà, mentre quel core
colpevole non è: lo scusa amore.
Deh! Troncate i ceppi suoi;
deh! serbate a Elisa, al regno
il più grande fra gli eroi,
il più degno di pietà.
CORO
Or ci guida. Ogni alma fida
pronta aita lui a darà.
NORFOLK
(Vendicar saprò l'offesa;
di furor questa alma accesa
quell'ingrata punirà.)
CORO
Or ci guida, ecc.
NORFOLK
Non ha core chi non sente
la possanza d'amistà.
CORO
Non ha core, ecc.
(Il popolo ed i soldati partono seguendo Norfolk.)
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