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Cesare Sterbini
Il barbiere di Siviglia

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  • Atto I
    • SCENA XVII
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SCENA XVII

Il Conte travestito da soldato di cavalleria, indi Bartolo.

CONTE
Ehi di casa! buona gente!
Ehi di casa! niun mi sente!

BARTOLO

(entrando)
Chi e' costui? che brutta faccia!
E' ubbriaco! chi sara'?

CONTE
Ehi, di casa! maledetti!

BARTOLO
Cosa vuol, signor soldato?

CONTE
Ah! si', si', bene obbligato.

(Vedendolo, cerca in tasca.)

BARTOLO
(Qui costui che mai vorra'?)

CONTE
Siete voi Aspetta un poco
Siete voi dottor Balordo?

BARTOLO
Che balordo?

CONTE

(leggendo)
Ah, ah, Bertoldo?

BARTOLO
Che Bertoldo? Eh, andate al diavolo!
Dottor Bartolo.

CONTE
Ah, bravissimo;
dottor barbaro; benissimo
gia' v'e' poca differenza.
(Non si vede! che impazienza!
Quanto tarda! dove sta?)

BARTOLO
(Io gia' perdo la pazienza,
qui prudenza ci vorra'.)

CONTE
Dunque voi siete dottore?

BARTOLO
Son dottore si', signore.

CONTE
Ah, benissimo; un abbraccio,
qua, collega.

BARTOLO
Indietro!

CONTE

(Lo abbraccia per forza.)
Qua.
Sono anch'io dottor per cento,
maniscalco al reggimento.
(presentando il biglietto)
Dell'alloggio sul biglietto
osservate, eccolo qua.

BARTOLO
Dalla rabbia e dal dispetto
io gia' crepo in verita'.
Ah, ch'io fo, se mi ci metto,
qualche gran bestialita'!

(Legge il biglietto.)

CONTE
(Ah, venisse il caro oggetto
della mia felicita'!
Vieni, vieni; il tuo diletto
pien d'amor t'attendo qua.)




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