SCENA IV
Figaro e detti.
BARTOLO
(avvedendosi di Figaro)
Bravo, signor barbiere,
ma bravo!
FIGARO
Eh, niente affatto:
scusi, son debolezze.
BARTOLO
Ebben, qui dunque
che vieni a fare?
FIGARO
Oh bella!
Vengo a farvi la barba: oggi vi tocca.
BARTOLO
Oggi non voglio.
FIGARO
Oggi non vuol? Domani
non potro' io.
BARTOLO
Perche'?
FIGARO
Perche' ho da fare
a tutti gli Ufficiali
del nuovo reggimento barba e testa
alla marchesa Andronica
il biondo parrucchin coi marone'
al contino Bombe'
il ciuffo a campanile
purgante all'avvocato Bernardone
che ieri s'ammalo' d'indigestione
e poi e poi che serve?
(riponendosi in tasca il libro)
Doman non posso.
BARTOLO
Orsu', meno parole.
Oggi non vo' far barba.
FIGARO
No? Cospetto!
Guardate che avventori!
Vengo stamane: in casa v'e' l'inferno
ritorno dopo pranzo: oggi non voglio
(contraffacendolo)
Ma che? M'avete preso
per un qualche barbier da contadini?
Chiamate pur un altro, io me ne vado.
(Riprende il bacile in atto di partire.)
BARTOLO
(Che serve? a modo suo;
vedi che fantasia!)
Va in camera a pigliar la biancheria.
(Si cava dalla cintola un mazzo di chiavi per darle a Figaro, indi le
ritira.)
No, vado io stesso.
(Entra.)
FIGARO
(Ah, se mi dava in mano
il mazzo delle chiavi, ero a cavallo.)
(a Rosina)
Dite: non e' fra quelle
la chiave che apre quella gelosia?
ROSINA
Si', certo; e' la piu' nuova.
BARTOLO
(rientrando)
(Ah, son pur buono
a lasciar qua quel diavolo di barbiere!)
Animo, va tu stesso.
(dando le chiavi a Figaro)
Passato il corridor, sopra l'armadio
il tutto troverai.
Bada, non toccar nulla
FIGARO
Eh, non son matto.
(Allegri!) Vado e torno. (Il colpo e' fatto.)
(Entra.)
BARTOLO
(al conte)
E' quel briccon, che al Conte
ha portato il biglietto di Rosina.
CONTE
Mi sembra un imbroglion di prima sfera.
BARTOLO
Eh, a me non me la ficca
(Si sente di dentro un gran rumore come di vasellame che si spezza.)
Ah, disgraziato me!
ROSINA
Ah, che rumore!
BARTOLO
Oh, che briccon! Me lo diceva il core.
(Entra.)
CONTE
(a Rosina)
Quel Figaro e' un grand'uomo; or che siam soli,
ditemi, o cara: il vostro al mio destino
d'unir siete contenta?
Franchezza!
ROSINA
(con entusiasmo)
Ah, mio Lindoro,
altro io non bramo
(Si ricompone vedendo rientrar Bartolo e Figaro.)
CONTE
Ebben?
BARTOLO
Tutto mi ha rotto;
sei piatti, otto bicchieri, una terrina.
FIGARO
(mostrando di soppiatto al Conte la chiave della gelosia
che avra' rubata dal mazzo)
Vedete che gran cosa! Ad una chiave
se io non mi attaccava per fortuna,
per quel maledettissimo
corridor cosi' oscuro,
spezzato mi sarei la testa al muro.
Tiene ogni stanza al buio, e poi e poi…
BARTOLO
Oh, non piu'.
FIGARO
Dunque andiam.
(al Conte e Rosina)
(Giudizio.)
BARTOLO
A noi.
(Si dispone per sedere e farsi radere. In quella entra Basilio.)
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