SCENA XIII
Bartolo, Un Uffiziale con Soldati, e detti.
BARTOLO
(additanto Figaro ed il Conte all'Alcade ed ai soldati,
e slanciandosi contro Figaro)
Fermi tutti. Eccoli qua.
UFFIZIALE
Colle buone, signor.
BARTOLO
Signor, son ladri.
Arrestate, arrestate.
UFFIZIALE
Mio signore,
il suo nome?
CONTE
Il mio nome e' quel d'un uom d'onor.
Lo sposo io sono di questa…
BARTOLO
Eh, andate al diavolo! Rosina
esser deve mia sposa: non e' vero?
ROSINA
Io sua sposa? Oh, nemmeno per pensiero.
BARTOLO
Come? Come, fraschetta?
(additando il Conte)
Arrestate, vi dico e' un ladro.
FIGARO
Or or l'accoppo.
BARTOLO
E' un furfante, e' un briccon.
UFFIZIALE
(al Conte)
Signore
CONTE
Indietro!
UFFIZIALE
(con impazienza)
Il nome?
CONTE
Indietro, dico, indietro
UFFIZIALE
Ehi, mio signor! basso quel tono.
Chi e' lei?
CONTE
Il Conte d'Almaviva io sono.
BARTOLO
Il Conte! Ah, che mai sento!
Ma cospetto!
CONTE
T'accheta, invan t'adopri,
resisti invan. De' tuoi rigori insani
giunse l'ultimo istante. In faccia al mondo
io dichiaro altamente
costei mia sposa.
(a Rosina)
Il nostro nodo, o cara,
opra e' d'amore. Amore,
che ti fe' mia consorte
a te mi stringera' fino alla morte.
Respira omai: del fido sposo in braccio,
vieni, vieni a goder sorte piu' lieta.
BARTOLO
Ma io…
CONTE
Taci
BASILIO
Ma voi…
CONTE
Ola', t'accheta.
Cessa di piu' resistere,
non cimentar mio sdegno.
Spezzato e' il gioco indegno
di tanta crudelta'.
Della belta' dolente,
d'un innocente amore
l'avaro tuo furore
piu' non trionfera'.
E tu, infelice vittima
d'un reo poter tiranno,
sottratta al giogo barbaro,
cangia in piacer l'affanno
e in sen d'un fido sposo
gioisci in liberta', Cari amici
CORO
Non temete.
CONTE
Questo nodo
CORO
Non si scioglie,
sempre a lei vi stringera'.
CONTE
Ah, il piu' lieto, il piu' felice
e' il mio cor de' cori amanti;
non fuggite, o lieti istanti
della mia felicita'.
CORO
Annodar due cori amanti
e' piacer che egual non ha.
BARTOLO
Insomma, io ho tutti i torti
FIGARO
Eh, purtroppo e' cosi'!
BARTOLO
(a Basilio)
Ma tu, briccone,
tu pur tradirmi e far da testimonio!
BASILIO
Ah, Don Bartolo mio, quel signor Conte
certe ragioni ha in tasca,
certi argomenti a cui non si risponde.
BARTOLO
Ed io, bestia solenne,
per meglio assicurare il matrimonio,
io portai via la scala del balcone.
FIGARO
Ecco che fa un'Inutil Precauzione.
BARTOLO
Ma e la dote? io non posso…
CONTE
Eh, via; di dote
io bisogno non ho: va, te la dono.
FIGARO
Ah, ah! ridete adesso?
Bravissimo, Don Bartolo,
ho veduto alla fin rasserenarsi
quel vostro ceffo amaro e furibondo.
Eh, i bricconi han fortuna in questo mondo.
ROSINA
Dunque, signor Don Bartolo?
BARTOLO
Si', si', ho capito tutto.
CONTE
Ebben, dottore?
BARTOLO
Si', si', che serve? quel ch'e' fatto e' fatto.
Andate pur, che il ciel vi benedica.
FIGARO
Bravo, bravo, un abbraccio;
venite qua, dottore.
ROSINA
Ah, noi felici!
CONTE
Oh, fortunato amore!
FIGARO
Di si' felice innesto
serbiam memoria eterna;
io smorzo la lanterna;
qui piu' non ho che far.
(Smorza la lanterna.)
ROSINA
Costo' sospiri e pianti
un si' felice istante:
alfin quest'almsa amante
comincia a respirar.
CORO
Amore e fede eterna
si vegga in voi regnar.
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