SCENA PRIMA
Ubaldo, Carlo.
UBALDO
Come l'aurette placide
Spiran fra l'erbe e i fiori!
CARLO
Par che d'amor favellino
Lieti gli augei canori
A noi d'intorno.
UBALDO
E l'eco che risponde...
CARLO
E il mormorio dell'onde...
UBALDO e CARLO
Tutto a noi par che dica:
Sacro a natura amica
Ecco il soggiorno.
Ma no: d'orribil arte
Questi gl'inganni sono;
Dell'empio averno è dono
Ciò che natura appar.
Qui l'atro crine anguifero
Scuoton le fiere Eumenidi,
Che di velen mortifero
Van Paure ad infettar.
UBALDO
Oh quanto, amico, d'Ascalona al saggio
Tenuti siam! Lungo tragitto parve
A noi breve cammino.
Fu soccorso divino
Quest'aurea verga e questo scritto.
CARLO
In fuga
Il serpente custode ed ogni fera
Che ci contese il passo,
Volger vedemmo.
A compiere or ci resta
Il desiato fin di nostra impresa.
UBALDO
Qui (lo scritto il palesa)
Vedrem Rinaldo a un folle amore in preda.
CARLO
Ah! voglia il ciel ch'ei ceda
Agl'inviti d'onor.
UBALDO
Solingo è il loco.
CARLO
T'inganni. A noi sen viene
Stuol di ninfe leggiadre. Odi concento...
(Lenta armonia, che a grado a grado
s'avvicina e rinforza).
UBALDO
Di fermezza e d'ardir quest'è il momento.
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