SCENA QUINTA
Faraone indi Mambre, poi Amaltea, in fine
Osiride.
FARAONE
Oh Nume Osiri! oh Dei ch'Egitto adora!
E neghittosi un tanto ardir soffrite?
Ah no... se il poter vostro oltraggia un empio,
Tanti misfatti or pagherà il suo scempio.
Giungi opportuno, o Mambre. Al Real Prence
E a tutti i primogeniti del regno
Osò pocanzi minacciare i giorni
L'orgoglioso Mosè.
MAMBRE
Oh qual baldanza!
FARAONE
Sul tron di Egitto, e al fianco mio lo vegga
Però quel vil, e di sua morte il cenno
Abbia del Prence istesso,
Che un suo folle presagio annunzia oppresso.
MAMBRE
Eh! si svelga una volta
Dal suol pianta venefica, che ognora
La nostra pace infesta.
FARAONE
Or tu raduna
I Grandi, o Mambre: al Principe sul soglio
Fedeltade ciascun giuri, e rispetto.
MAMBRE
Sì bel comando ad eseguir mi affretto.
(Via).
AMALTEA
Un nero eccesso io vengo
Di Osiride a svelarti.
FARAONE
E sempre fiera
Col figlio mio, perché non madre, incolpi
Al suo giovane ardor, al puro zelo
Tutto il mal che ne oppresse?
AMALTEA
Oh giusto Cielo!
E ignorar tu potrai...
FARAONE
So che di colpa
È Osiride incapace:
Pensa a te stessa, e me pur lascia in pace.
AMALTEA
(Ah! un perfido trionfa!)
FARAONE
Oh Prence! o cara
Parte del sangue mio! vieni.
OSIRIDE
Già Mambre
Tutto mi palesò. (Respiro! al padre
Finor tacque Amaltea...)
FARAONE
Come veloce
Mambre servì al mio cenno! i Grandi a gara
Si appressan già: tu meco il soglio ascendi,
E nel punire i rei pago me rendi.
AMALTEA
(Ah! tolga il Ciel, che tutto
Il giubilo comun si cangi in lutto!)
(Via).
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