SCENA SESTA
Le ancelle di Bianca ne van raccogliendo or da
questo, or da quello. Indi esce Bianca medesima.
TUTTE
Negli orti di Flora,
Nel regno d'aprile
Un fior più gentile
Di Bianca non v'ha.
1.
Men vermiglia è di lei questa rosa.
2.
Questo giglio è men puro di lei.
3.
Men modesta tu mammola sei.
4.
Questo anemone ha men di beltà.
TUTTE
Negli orti di Flora,
Nel regno d'aprile
Un fior più gentile
Di Bianca non v'ha.
BIANCA
Come sereno è il dì! come più bello
Risplende il sole, e l'aura è queta e pura!
Tu sorridi, o natura,
Lieta come il mio cor... O mio Falliero!
Se ogni cosa si allegra a me d'intorno
È prodigio d'amor pel tuo ritorno.
Caro, amato Falliero! io pur ti appresto
Con l'Adria intera un serto,... io di mia mano
Tel porgerò... grato ti fia per certo...
Non val quello d'amor di gloria il serto.
(Prende dalle ancelle i fiori e
gl'intreccia in ghirlanda).
Della rosa il bel vermiglio
L'amor mio gli pingerà.
Il candor di questo giglio.
La mia fé gli mostrerà.
Qua l'emblema di costanza...
Là il color della speranza...
Qua un pensiero... un altro qua...
BIANCA e CORO
Ogni affetto del mio/tuo core
Ogni fiore a lui dirà.
BIANCA
(alzandosi, e contemplando le ghirlande
con tenera malinconia)
Oh! serto beato,
Invidia mi fai.
All'idolo amato
Vicino sarai;
Baciarti l'udrai,
Parlarti di me.
(Ritornando lieta)
Ma spero... ma sento
Lusinga nel core
Che a tanto contento
Mi serba l'amore,
Che il dolce momento
Lontano non è.
CORO
Si, tanto contento
Serbato è per te.
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