SCENA TREDICESIMA
Bianca e detti.
BIANCA
Padre... signor...
CONTARENO
Appressati.
(Presentandole Capellio)
Ecco il tuo sposo.
BIANCA
(Oh! Dio!)
CAPELLIO
(accorgendosi del turbamento di Bianca)
Bianca!...
(piano a Contareno)
Turbata sembrami...
Che mai pensar degg'io?
CONTARENO
Nulla, signor: tremante
È sempre in tale istante
D'una donzella il cor.
(A Bianca)
Figlia, al dover per poco
Dia loco il tuo pudor.
CAPELLIO
Bianca, alla mia ventura
Manca il tuo solo assenso:
Né il tuo bel labbro, io penso,
Vorrà negarlo a me.
BIANCA
(facendosi forza)
Certo già n'eri allora
Che la mia man chiedesti,
Quello del padre avesti,
E bastò quello a te.
CAPELLIO
(Ah! qual nel suo rispondere
Traspar cordoglio e pena!)
BIANCA e CONTARENO
(Ah! che non so/sà nascondere
Le smanie ond'io son/ella è piena.)
CAPELLIO
(Cielo! tal nodo a stringere
Mesta così verrà?)
BIANCA
(Tanto soffrire e fingere,
È duol che egual non ha.)
CONTARENO
(Ma la saprò costringere:
Ma il voler mio farà.)
CONTARENO
Ecco espressi in questo foglio
I tuoi patti in un coi miei.
Il tuo nome e quel di lei
Il contratto compirà.
CAPELLIO
(prende il foglio e va a segnarlo
ad un tavolino)
Al cospetto de' congiunti
Segno il foglio.
BIANCA
(appressandosi supplichevole a Contareno)
Ah! padre mio.
CONTARENO
Ubbidisci.
BIANCA
Ah! non poss'io.
(Capellio alzandosi dal tavolino).
CORO
Bianca segni.
CONTARENO
(a Bianca)
Taci... va'.
BIANCA
(avviandosi)
(Cruda sorte!) Si ubbidisca.
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