SCENA QUINTA
Falliero con seguito d'uffiziali e detti.
FALLIERO
Inclito Prence, illustri padri, e quanti
Amor di patria in questo istante aduna,
La veneta fortuna
Di se stessa maggiore è alfin risorta.
Pace, spoglie, trofei, Fallier vi porta.
Vinte e disperse come polve al vento
Fur dei ribelli e dell'Ispan le schiere.
In sulle mura altere
Dell'orobia città sventola il nostro
Glorioso vessillo, e al mondo insegna
Che il temuto Leon pur vince e regna.
DOGE
Giovane valoroso, a te la patria
Va debitrice di salute e pace:
Te figlio suo verace
Appellerà mai sempre, e il tuo gran nome
Vivrà nei fasti dell'adriaco impero:
In ogni cor vivrà.
TUTTI
Viva Falliero!
FALLIERO
Le tue parole, e il plauso
Di così nobil gente, oh! qual mi sono
Preziosa mercé di quanto oprai!
Più ch'io non diedi a te, patria, mi dai.
Se per l'Adria il ferro io strinsi,
Il dover compiei di figlio:
Sacro a lei nel suo periglio
Era il braccio, il ferro e il cor.
Seguitai, se in campo io vinsi,
L'orme sue, l'avito onor.
TUTTI
Vero prode! ai detti tuoi
Sembri a noi più grande ancor.
FALLIERO
Il ciel custode - Di queste mura
Ogni congiura - Disperderà.
Per far che l'Adria - Felice sia
La vita mia - Si spenderà.
TUTTI
Il ciel custode - Di queste mura
Ogni congiura - Disperderà.
DOGE
Grata Vinegia, o prode,
Accetta i voti tuoi. Sì bel desio
Segui a nutrir, e il tuo sublime esempio
Mille di onore desterà faville
In ogni cor di patrio amore ardente.
Intanto il ciel clemente
Conservator dei regni abbia di lodi
E d'incensi tributo: ei di là sopra
Siede moderator d'ogni bell'opra.
(S'avviano tutti verso il tempio).
Atrio in casa di Contareno, che mette a un
canale. Il luogo è tutto adorno di vasi di fiori.
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