Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Emilio De Marchi
Col fuoco non si scherza

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE SECONDA.
    • XII.   Le nozze
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

XII.

 

Le nozze.

 

San Benedetto è un villaggio o gruppo di case, che non si trova su tutte le carte geografiche, ma noi vi possiamo andare per una discreta strada carrozzabile, che sale lentamente in tre o quattro giravolte sulla spalla del monte, ora aperta alla luce turchina che vien dal cielo e dal mare, ora rinchiusa tra muricciuoli, ville, giardini e macchie di lauro e di aranci.

Nel mezzo delle trenta o quaranta casupole che formano il paese sorge una modesta badia che fu già dei padri benedettini, con un campanile tozzo in pietra scura, rosicchiato dai secoli, non privo di qualche ornamento da cui parlano ancora dei vecchi tempi tre campanelle, quelle stesse che chiamavano i frati a compieta.

Il sagrato verde, che come un terrazzo sulla prospettiva del mare, è ombreggiato da antiche piante e il resto del villaggio son viuzze oscure, anguste, spesso senza uscita, nido di povere donne e di marinai in riposo, che vi attendono tranquillamente la volontà di Dio.

Per quella strada, il vespro d'una mite giornata sui primi di dicembre, saliva al passo una carrozza chiusa, tirata da due cavalli, che riempivano coi loro corpi quasi tutto lo spazio disponibile. Saliva adagio, fermandosi ai punti più ripidi, trottando un poco dove il clivo facevasi più dolce, finchè sboccata sul piazzaletto verde faceva un giro intorno a una pianta per fermarsi davanti alla porta della chiesa.

Il sagrestano, che stava in vedetta stringendo nella mano la berretta di lana, aperse la portiera della carrozza e s'inchinò a un signore piuttosto grassotto vestito di scuro che discese per il primo. Dopo di lui discesero due signore velate che entrarono subito in chiesa, dopo essersi guardate intorno con aria quasi di sospetto; ma sul sagrato non ci erano che due o tre fanciulli e qualche vecchio che fumava la pipa nella rubiconda luce del tramonto.

Il sagrestano avvicinò di nuovo i battenti, lasciando penetrare in chiesa solo uno spiraglio di luce, che saliva fino all'altare e per quella via luminosa precedette la compagnia.

- Il prete - disse in uno stretto dialetto ligure - finisce di mangiare un pesce e vien subito. -

Le due signore velate si raccolsero e s'inginocchiarono su un banco, su cui era stato disteso un drappo rosso, e si immersero in una calda preghiera. Massimo Bagliani intanto (il signore piuttosto grasso vestito di scuro) mentre il prete finiva di mangiare il suo pesce, si mosse per la chiesa come chi non sa dominare una nervosa inquietudine: tornò fin verso la porta a specchiarsi nel gran tramonto che metteva nell'ombra raccolta della navata una striscia sanguigna.

È sempre bello quello che si deve fare... - Era stato questo il suo motto eccitatore, ma ora che stava per sposare e far sua per sempre la donna così lungamente amata, per la quale aveva tanto sognato e sofferto, temeva anche lui la realtà che gravita spesso sui pensieri nostri come una pietra troppo pesante. Avrebbe voluto sentirsi più tranquillo e trovare in stesso un maggiore convincimento e un più sereno spirito di pace: ma il cuore debole temeva la troppa felicità. Un nodo, che pareva fatto da un pugno di lagrime, lo strozzava, , alla gola, e l'assaliva l'avvilimento che piglia il giovinetto sulla soglia del suo primo incontro d'amore.

I quarant'anni non gli servivano a nulla, nemmeno di contrappeso alla paura: nulla significava la neve che il tempo aveva lasciato cadere in piccole striscie sulle tempie; sul punto d'impadronirsi di quella creatura che gli era sempre sfuggita, Massimo Bagliani, temendo di rompere un delizioso incanto e di essere incapace della sua felicità, stava in guardia per non sfigurare troppo davanti a stesso.

La signora Matilde, che era venuta ad incoraggiare i buoni propositi, assisteva la sorella in questo nuovo passo della vita. Si sperava di avere anche il buon Cresti come testimonio, ma il vecchio brontolone si era scusato col pretesto di cento mali e di una grande pigrizia.

Bisognò contentarsi di due umili testimoni presi sul sito, cioè un vecchio pescatore e il procaccia postale, che aspettavano nella casa del prete d'essere chiamati.

Intanto il sagrestano continuò ad accendere i lumi dell'altare, adagio adagio, per dar tempo al prete di finire il suo pesce, mentre il sole, piegando dietro la curva del monte, lasciava indietro un cielo terso come un cristallo in cui cominciava a uscire qualche stella.

Quando le candele furono accese e che nella cresciuta oscurità dell'abside uscì alla loro luce il modesto splendore dell'altare, Massimo fatto un virile proposito, si accostò con passo sicuro alle due donne, mentre dall'usciolino della sagrestia veniva fuori un prete umile e tozzo dalla faccia rugosa come quella di un pescatore, che dopo essersi rispettosamente inchinato agli illustrissimi signori, fece un cenno ai due uomini che venivano dietro e che si collocarono come sentinelle ai lati dell'altare.

Matilde incoraggiò un'ultima volta la sorella che si mosse e andò a inginocchiarsi sul gradino.

Il prete lesse nel libro latino le promesse e le profezie che la Chiesa riserva agli sposi: le mani si congiunsero sotto la protezione della sacra stola e il vecchio amore pianse come un fanciullo.

 

*

* *

 

Tornarono ch'era già buio. Nell'attraversare il paese la carrozza dovette mettersi al passo per non urtare in una grossa folla di gente, che si adunava presso il casino della Sanità.

- Che c'è - chiese Massimo al cocchiere, sporgendo la testa dalla finestra.

- Hanno pescato una donna....

La carrozza riprese la sua corsa e cinque minuti dopo gli sposi scendevano alla villa illuminata.

Intanto presso il casino della Sanità era un accorrere di guardie di finanza, di carabinieri, di autorità comunali intorno al cadavere di una giovine donna che alcuni pescatori avevano tirato poco prima alla riva. Il medico comunale aveva dichiarato che non c'era più nulla a fare. Seduto davanti a un tavolino, al lume di una povera candela un commissario di pubblica sicurezza scriveva un breve verbale del fatto, raccogliendo le testimonianze dei pescatori, del sindaco, delle guardie.

- Nessuno di voi conosce questa creatura? -

Qualcuno ebbe a dire d'aver visto tre ore prima di sera correre lungo il molo una giovine signora che all'aspetto pareva forestiera.

- Nelle tasche si è trovato un portafoglio con qualche biglietto.... - disse il brigadiere.

- Che cosa c'è scritto? - chiese il commissario,

- Liana....

- Liana? è il nome d'una pianta.

- Sì, d'una pianta che s'attacca.... - commentò il segretario comunale, che si piccava di possedere qualche nozione di storia naturale.


 

 

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License