Quella sera nella città abbondavano tutte
le sorta di armi antiquate. Il colpo secco a cui nessuno aveva fatto
attenzione era stato un colpo di rivoltella.
Narcisio Falqui, con i suoi
stabilimenti distrutti, tutti i suoi complicati disegni e i suoi modelli non
più ricostruibili; vedendo gli automi fuggire, si era sentito vincere dalla
disperazione e si era ucciso.
E il segreto dei suoi uomini
macchina fu perduto.
Le vittime della grande battaglia
furono onorate ed elevate nel cielo della gloria dal culto dei superstiti.
I danni furono riparati e l’agro romano diventò
lussureggiante come non mai con molte officine in meno e tante aziende agricole
in più.
Perbacco; Al Falqui si era
intestato! E chi seppe della sua volontà, delle sue
famose ostinazioni, non si stupì se gli agrarî trionfarono così facilmente.
Vestito sempre di carta come un impiegatuccio
o un contadino qualsiasi, ma ricco a miliardi, il giovanotto aveva venduto
tutti i suoi domini al Canada, giusto per rifarseli attorno a Roma. Perché la terra dei padri finisce col richiamare fatalmente
i figli dispersisi nel mondo.
In questo modo, con questo definitivo stabilirsi in Roma
vennero quindi anche ad avverarsi le romanticherie di Viola, perché appunto un Falqui giunto dal Canada, tutto arie ed antipatie, sposò
proprio quella Falqui bionda e dagli occhi di
madreperla che fu la prima a dargli uno stizzoso benvenuto.
E il matrimonio tolse loro il gusto
dei dispetti...
|