Cap.
2
Che le donne non
sono ingrate
Andrea Tiraquello, nella nona Legge
congiogale, numero 12, tassa le donne di grandissima ingratitudine, adducendo
un proverbio di Diogeniano che dice: «Non far beneficio né a donne, né a
vecchi, né a cane d’alcuno, né a nocchiero loquace»; imperoché pare (dice egli)
che tutto quello che si fa a persone tali sia buttato via e perso.
[4r]
Questo proverbio parmi stare
altrimenti appresso l’autore degli Adagi, imperoché (s’io non erro) egli
non comprende se non putti e vecchi; il che parmi essere per questa causa tanto
più vero perché, nel leggere di questo bruttissimo e sopra gli altri
nefandissimo vicio della ingratitudine, non ritroviamo donne ingrate, ma per
contrario tanti uomini ingrati che sono infiniti e innumerabili. Donde che non
è da maravigliarsi se li maligni scrittori hanno voluto attribuire alla
innocenza delle donne la brutta infamia della quale la turba infinita degli
uomini è coperta: imperoché quelli, avendo seco in tal nefandissimo peccato le
donne, hanno istimati dovere essere riputati manco infami, essendo cioè la
donna in ogni fatto degna di iscusazione e di perdono; ma ciò non li vien
fatto, imperoché le donne sono gratissime de li benefici ricevuti, e gli uomini
molte volte e spesso sono ingratissimi, e gli essempi lo manifestano.
[4v]
Ester regina, come si legge nel
libro di Ester cap. 4 e 7, non fu ingrata verso il suo baglio Mardocheo.
Noemi lodando Booz, il quale
benignamente avea visto e raccolto nel campo Ruth, li rese grazie di tal
beneficio, dicendogli che egli fosse benedetto da Dio perché egli aveva servato
a i vivi la grazia la quale egli aveva usato a i morti: Ruth cap. 2.
Ma le Grazie verginelle e
ignude, per non addure i molti essempi delle donne grate, non hanno insegnate a
gli uomini che non siano ingrati? Imperoché due si dipingono con la faccia
verso noi e una che tien le spalle rivolte a noi, dimostrando cioè che quello
che riceve beneficio doppiamente lo debbe restituire e riccambiare; imperoché
non si debbe rendere il beneficio tal quale l’abbiamo ricevuto, ma maggiore
assai e molte volte dupplicato, e questo per mostrare la gratitudine verso
quelli che a noi fanno il [5r] beneficio: questo si legge nel lib.
delle Imagini de li Dei antichi, e appresso Giovanni Boccacio, lib. 5
cap. 35 Della genealogia de li Dei, e altrove appresso altri autori. Ma
veniamo a gli essempi de gli uomini ingrati, dove si conoscerà benissimo quanto
questo capital vicio della ingratitudine sia radicato ne gli uomini e sia
proprio di quelli.
Giacob usò servitù fedelissima
al suo zio Labano e con grandissima utilità di quello, e egli nondimeno molte
volte cercò d’inganarlo: Genesi cap. 30.
Li figliuoli del popolo di
Israelle, avendo in fastidio li cibi ottimi nel deserto, quali erano dati da
Dio dal cielo a loro senza alcuna lor fatica, si lamentavano di Dio: Numeri
cap. 2.
Teseo, il qual per beneficio
d’Arianna, figliuola del re Minoe, era fuggito dal mortal laberinto, abandonò
quella nella isola Chio: Ovidio lib. 8 Metamorfosi, e M. Antonio
Sabellico lib. 7 cap. 2. [5v]
Alessandro Magno, scordatosi del
latte e de li benefici della sua nodrice Ellanice, le uccise il figliuolo
Clito: Q. Curzio, e M. Antonio Sabellico lib. 7 cap. 2.
Il re Saul ricevì molti benefici
dal re David e nondimeno cercò molti modi per ucciderlo: lib. 1 de li Re,
cap. 17 e 18.
Vedendo il popolo Ebreo che Mosé
tardava a descendere giù del monte, disse ad Arone: «Fa a noi Dei quali ne
precedano»; ecco quanto tosto egli si era scordato de li benefìci che egli avea
ricevuto da Dio: Essodo cap. 32.
Scipione Africano, per il cui
valore e prudenza i Romani aveano soggiogata l’Africa e superato Asdrubale,
accusato falsamente da Petilio, fu cacciato e bandito da Roma: Valerio Massimo
lib. 5 cap. 3 e Strozza il padre.
Li figliuoli di Ammone, in luoco
di beneficio e di onore, fecero ingiuria a li nonci del re David, quando essi
vituperarono quelli che egli a[6r]veva mandati a consolare il re loro
per la morte del padre: lib. 2 de li Re cap. 10.
Ingrati furono David e Giacob
verso la fedeltà di Uria, il primo de quelli dando le lettere e l’altro facendo
l’effetto: lib. 2 de li Re cap. 2.
Giustiniano imperatore fece
cavare gli occhi a Bellisario suo gran capitanio, col valore del quale egli
aveva superato i Vandali in Africa, i Persi in Oriente e i Goti in Italia:
Battista Campofulgosi lib. 5 cap. 3.
Il re David fu ingrato verso
Ionata quando egli privò della eredità il figliuolo di quello: lib. 2 de li Re
cap. 16.
Il Signore soblimò e inalciò
Ieroboam sopra dieci tribù, e egli subito, preso dalla voglia di regnare e
signoreggiare, rivolse il popolo dal culto di Dio: lib. 5 de li Re cap.
12.
Il re David salvò gli abitatori
della terra, e nondimeno essi volsero dar quello nelle mani di Absalone che lo
perseguitava: lib. 1 de li Re cap. 23. [6v]
Giasone ripudiò e abandonò
Medea, avendo nondimeno avuto egli da quella il maggior beneficio e favore che
possi far la donna all’uomo, e essendo stato per opera di quella liberato dalla
morte: Giovanni Boccacio lib. 13 Della genealogia degli dei cap. 26, e
M. Antonio Sabellico lib. 7 cap. 2.
Demofonte figliuolo di Teseo
abandonò Fillida e fu cagione ch’ella s’impiccasse, avendo egli nondimeno
ricevuto beneficio grandissimo da lei, quando egli, ritornando dalla guerra
troiana, fu da li venti portato in Tracia: Ovidio nelle Pistole.
Eliseo avea fatto molti benefici
al re di Israelle e a tutto il popolo e nondimeno, per causa della carestia che
era sopra la terra, egli comandò che li fosse tagliato il capo; ma Dio ordinò
altri modi: lib. 4 de li Re cap. 6.
Cicerone, per comandamento di M.
Antonio, fu ucciso da Panfilo, il qual nondimeno era stato liberato da quello
dalla morte: Plutarco nella Vita di Cicerone.
Ezechia, quantunque avesse
ricevuto molti benefici dal Signore, nondimeno fu ingrato a quello, perché egli
si levò in [7r] soperbia: lib. 2 Paralipomeni cap. 32.
Ioaz re di Giuda non si raccordò
della misericordia la qual avea usato Ioaida pontefice verso lui, imperoché gli
uccise il figliuolo che lo riprendea perché egli avea lasciato il Signore: lib.
4 de li Re cap. 2.
Il Signore dolendosi del popolo
ebreo dicea: «Io ho nodrito i figliuoli ma essi hanno sprezzati me»; e convinse
quelli mostrandogli che erano manco grati delle bestie, dicendo: «Il bue
conobbe il suo possessore, e l’asino il presepio del Signore, ma Israelle non
mi ha conosciuto»: Esaia cap. 1.
Il Signore volea fare molti e
grandi benefici al re Acaz re di Giuda, sì come li fece dire per Esaia, e egli
nondimeno sprezzò quelli né li volse accettare: Esaia cap. 7.
Ercole ancora giovineto uccise
Lino suo precettore perché egli era riprenduto da quello sì come grosso
d’ingegno: Annio sopra il Beroso. [7v]
Fu grandissima ingratitudine
(s’a Vergilio si dè prestar fede) quella di Enea verso la regina Didone; perché
ella benignamente accettò quello nel suo regno e per marito, e poi ella fu
abandonata da quello: Vergilio lib. 4 dell’Eneida.
Paride troiano, essendo stato
benegnamente ricevuto e accettato da Menelao re de’ Greci, a quello nondimeno
rapì la moglie Elena e la condosse seco inTroia: Livio lib. 1 e M. Antonio
Sabellico lib. 7 cap. 2.
Finalmente, per mettere fine a
questa odiosa materia degli ingrati, gli Ateniesi, scordatisi delli benefìci di
Aristide, mandarono quello in essilio: Valerio Massimo lib. 5 cap. 3.
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