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Vincenzo Sigonio
La difesa per le donne

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  • Cap. 20   Che la donna non è più invidiosa dell’uomo
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Cap. 20

 

Che la donna non è più invidiosa dell’uomo

 

Andrea Tiraquello, nella nona Legge congiogale, numero 159, citando ivi Aristotele, Avicena e Alberto Magno, dice che la donna è più invidiosa dell’uomo [101r]. Nondimeno chi crederà il contrario forsi non farà errore alcuno; imperoché, essendo nato il primo omicidio dall’invidia dell’uomo, cioè da Caino, il qual avendo, come si legge nel Genesi cap. 4, invidia alla prosperità del fratello Abele, quello uccise; e non essendo mai stata commessa, per quanto si ritrovi, sceleranza tale nella donna per causa dell’invidia, si può facilmente giudicare che nell’uomo sia molto maggiore invidia che nella donna.

Ma dicami di grazia questi tali: quante donne ritrovano essi appresso li scrittori d’invidia notate? Certo pocchissime overo nessuna: imperoché se vogliono notare d’invidia Rachele, la qual sì come si legge nel Genesi cap. 30, essendo sterile avea invidia alla sorella feconda, tale invidia era buona e santa. S’anco tassano Maria, sorella di Mosé e di Arone, d’invidia perché ella parlò, come è scritto (Numeri cap. 12) contra [101v] di Mosé insieme con Arone dicendo: «Il Signore non ha parlato per Mosé solo», in questo ella sola non è da essere tassata d’invidia, perché forsi, se Arone non avesse detto cosa alcuna contra il fratello, né ella avrebbe parlato; donde che forsi il fratello fece errare quella. Ma vediamo per contrario se si ritrovano uomini alcuni notati da li scrittori d’invidia, e s’hanno, per causa di quella, commesso sceleranze alcune.

In prima si legge nel Genesi, cap. 28, che il Signore benedisse Isaac, per il che i Palestini, avendogli invidia, li stupparono i pozzi. Li fratelli di Gioseffo, se portassero invidia al detto Gioseffo quindi appare, avendolo essi venduto per levarselo dinanti da gli occhi: Genesi cap. 37.

Daniele superando tutti i prìncipi e magistrati di sapienza, tutti li portavano invidia grandissima, cercando essi occasione di porlo in disgrazia al re: Daniele cap. 6. [102r]

Aiace Telamonio, per causa della invidia che egli ebbe verso Ulisse, a cui i Greci aveano dato l’armi d’Achille le quali egli volea, infelicemente s’uccise: Ovidio Metamorfosi e Vergilio.

Cesare avendo invidia a Catone, il quale era stato da Cicerone con molte lodi lodato, compose duoi libri contra quello intitolati Anticatoni, nei quali egli raccolse quasi tutti i vici di esso Catone, e fra gli altri l’imbriacchezza sì come vicio maggiore de gli altri: Svetonio.

Papirio dittatore ebbe tanta invidia verso Fabio che lo perseguitò sempre: Sabellico lib. 8 cap. 2.

Tanta invidia portava Ulisse a Palamede che mai egli cessò insino che non lo facesse lapidare da li Greci: Vergilio lib. 2 e Sabellico lib. 8 cap. 2.

Iarbita mauro, volendo imitare Timagene filosofo e apparer dotto e eloquente come lui e non potendo, per l’invidia finalmente creppò: Orazio lib. 1 delle Pistole. [102v]

Scrive il Testore, oltre i molti altri che hanno scritto di questo vicio, che tanta invidia regnò in Dedalo, che egli uccise Telo suo discepolo perché egli avea ritrovato la sega e la ruota del boccalaro.

 

 




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