Capitolo
XVI
LA SOCIETÀ PASSA DA UN SISTEMA A TUTTI
I SISTEMI POSSIBILI
Essendo la
società l'uomo che pensa, un sistema vivente, dobbiamo applicarle le leggi
giusta le quali i sistemi si succedono nell'individuo. Dunque la società è in
balia della rivelazione; parte dalle credenze primitive per giungere a un
sistema; coordina i suoi dogmi all'eternità senza sospettare che il mondo possa
alterarsi; ogni popolo credesi il popolo eletto, il signore supremo
dell'universo; e in questa guisa detta a sé le sue credenze. Mentre la
riflessione cerca l'ordine nelle idee, l'eternità in ogni idea, il mondo si
muta, si áltera, varia, smente la eternità de' dogmi proclamati; la saggezza
delle nazioni vien meno a sé stessa; e col mostrarsi l'errore, costringe la
società a correggere di continuo l'opera sua. Non si emenda, non si sopprime un
pensiero senza sostituirgli altro pensiero; un sistema erroneo non viene
distrutto se non da un altro sistema. La società resta dunque sempre
sistematica, nella comunanza sistematica delle sue idee; e il primo sistema che
l'ha congregata la conduce fatalmente a tutti i sistemi successivi, senza che
trovisi mai interrotta la catena che la trae di dogma in dogma.
La serie dei
sistemi sarà progressiva? Sarà regressiva? Il suo svolgersi è illimitato nel
bene e nel male, nel progresso e nel regresso; a priori non havvi
soluzione: pure, se il mondo rimane qual'è, se la rivelazione attuale perdura,
se dobbiamo accettare il convincimento istintivo che ci fa supporre il suo perdurare
colle materie, colle vegetazioni, che vediamo, il progresso intellettuale
d'ogni popolo può rappresentarsi con una serie indefinita di sistemi, sempre
più vasti l'uno dell'altro, ed il cui ultimo termine sarebbe il momento
desiderato dalla riflessione, che abbraccerebbe l'universo incatenandolo alle
sue inalterabili astrazioni.
L'associazione
universale del genere umano trovasi in germe in ogni società: ogni villaggio
isolato la contiene in potenza, ogni nostro atto vi ci avvia. Non passa giorno
che non s'aggiungano scoperte alle scoperte, invenzioni alle invenzioni; la
terra si esplora, la popolazione si moltiplica, tende a conservare i beni
acquistati, tende ad aumentarli con nuovi beni: e il moltiplicarsi della
specie, congiunto al progresso dell'intelligenza, vuol tutta la terra
sottomessa a una sola associazione, dovesse anche un popolo solo, come i
Romani, trionfare di tutti, considerando le nazioni straniere che incontra nel
suo corso quali strumenti animati dell'opera sua. Nel fatto, la più barbara
nazione è stretta nelle sue frontiere dalle armi de' suoi vicini, dalle pesti
che diminuiscono le sue genti, dal mare che le rifiuta ogni passaggio, dalla
terra che le ricusa i metalli, il ferro, il pane; togliete gli ostacoli, date,
come si dice, il tempo al tempo, e la vedrete invadere il globo, dominarlo,
costituire l'associazione generale del genere umano. L'unità del genere umano
non è un sogno, è l'ipotesi stessa del vostro vivere; noi tutti, sapendolo o
ignorandolo, cerchiamo di attuarla; non havvi merce che passando un confine, un
trattato che vincolando due popoli, non estenda il dominio dell'umanità; e se
vien esteso, a qual termine agogna, se non a quello dell'associazione
universale?
Questo affermo,
unicamente fondato sulla rivelazione degli esseri, fatta astrazione dalla
rivelazione della vita e della giustizia; quasi che gli uomini fossero automi
senza cuore e senza sangue. La rivelazione degli esseri basta sola a
trascinarci verso l'umanità, ci spinge ad essa coll'impulso materiale delle
invenzioni, delle scoperte, delle arti, dell'industria; scioglie positivamente
il dilemma del progresso e del regresso colla serie di sistemi fatalmente
generati dal pensiero dominato dalla natura.
Abbiamo
sottratto alla logica l'origine della società, il sistema sociale, il principio
che, dato un sistema, si passa a tutti i sistemi possibili; dato il succedersi
de' sistemi in un mondo perdurante, si giunge all'umanità. Abbiamo in questa
guisa stabilito il principio della filosofia della storia, ci rimane di
difenderlo, perchè la logica ci attende al varco, ci assale di continuo, ad
ogni tratto ci oppone una tesi che assorbe il nostro vero, e lo fa stare
inutilmente sospeso, e ripristinato nelle alternative de' suoi dilemmi.
Le antitesi
della logica contro il sistema sociale possono ridursi a quattro, essendo
quattro i problemi principali in cui la logica può intervertire il movimento
del sistema sociale. Si oppone al sistema sociale:
1. La
prepotenza degli individui che possono signoreggiare, travolgere a loro
profitto ogni società.
2. La
prepotenza di ogni popolo che può signoreggiare e travolgere a suo profitto il
sistema sociale degli altri popoli.
3. La
prepotenza della corruzione umana che scioglie d'improvviso ogni società
costituita.
4. La
prepotenza del fato che c'incalza ad ogni istante, e colle invenzioni o col
difetto d'invenzioni, colla pace o colla guerra, genera il disordine che vedesi
confermato alla prima lettura di un libro di storia universale.
Nella
critica, le quattro antitesi distruggono la nostra tesi: nella metafisica
traviano la nostra tesi in una serie di teorie, in cui le difficoltà si
complicano senza che si trovi un'uscita. Nella rivelazione naturale, le quattro
antitesi sono le occasioni per cui il nostro principio si svolge, s'ingrandisce
e s'avvia verso l'associazione universale del genere umano. Esaminiamo le
quattro antitesi.
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