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Giuseppe Ferrari
Filosofia della rivoluzione

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  • PARTE SECONDA   DELLA RIVELAZIONE NATURALE
    • SEZIONE SECONDA   LA RIVELAZIONE DELLA VITA
      • Capitolo II   LEGGI DELLA VITA
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Capitolo II

 

LEGGI DELLA VITA

 

La rivelazione della vita trovasi sottoposta alle leggi seguenti:

In primo luogo la rivelazione interiore appare sempre a lato della rivelazione degli esseri, senza mai confondersi con essa. La vita segue il corpo; i nostri sentimenti seguono la costituzione fisica, il sesso, il temperamento, la salute, la malattia, senza che mai sia permesso di afferrare il vincolo che unisce il fisico al morale dell'uomo. Si conoscono i muscoli, i nervi, tutte le condizioni della vita organica; e la vita ci sfugge; le cose la risvegliano in noi senza che si sappia il perchè; reagisce alla volta sua sul corpo; il viso arrossa, impallidisce, le lagrime cadono; i gesti esprimono i sentimenti che ci agitano; la collera addoppia le nostre forze, la paura le scema: pure il mistero più assoluto inviluppa il nesso tra il sentimento e l'azione, tra la volontà ed il moto. Non si passa dal meccanismo alla vita, dalla vita al meccanismo.

La rivelazione della vita corrisponde alla rivelazione degli esseri; essa varia dunque di continuo col loro variare delle cose. Il mezzo in cui viviamo e gli oggetti che ci stanno intorno, le città che abitiamo, gli esseri veri o imaginari ai quali diamo l'esistenza, il passato che la memoria dipinge, l'avvenire che si svela alla nostra previsione, in breve, la realtà determina la manifestazione della vita. Quando il mondo cambia, quando i dogmi si trasformano, la vita in balia delle cose si trasforma egualmente; l'uomo nuovo appare in noi, l'uomo antico scompare.

Non imaginiamoci che si possa render ragione della vita coll'enumerare i nostri desiderii, i nostri istinti, le nostre passioni. Questi sono gli elementi della vita, non la vita: stanno ad essa come i suoni alla musica, o i colori alla pittura. Gli elementi sono sempre gli stessi, l'arte cambia e si trasforma; la vita riappare sempre nuova senza che mai sia dato d'analizzarla o di scomporla. L'amore è uno dei nostri istinti. Ma attraverso le idee dell'India, della Grecia, del medio-evo, del mondo moderno, esso diventa la passione di Sacontala, il delirio di Saffo, il sentimento di Beatrice, l'ispirazione della novella Eloisa. Mutato il mezzo, l'amore si trasforma. Ogni società ha la sua ispirazione; ogni popolo riceve la sua rivelazione interiore.

I nostri sentimenti si combinano incessantemente, l'aritmetica, che presiede al loro combinarsi, ci sfugge; la musica misteriosa, che li coordina, ci vien meno. Una passione solitaria un effetto; congiunta con altra passione, l'effetto è sproporzionatamente maggiore, cambia forma; ci si aggiungano nuovi elementi, la combinazione varia d'intensità, di natura, di carattere. Gli stessi elementi vitali trovansi in Dante, in Napoleone, in Nerone, in santa Teresa: spiegheremo noi questi personaggi storici col dire che Dante era un poeta, Napoleone un ambizioso, Nerone un tiranno e santa Teresa una santa? Sarebbe un appagarsi di parole, un cadere nel più cieco meccanismo de' frenologi.

La rivelazione della vita non può essere descritta, è ineffabile. Il dizionario dei nostri sentimenti riducesi a poche parole, e queste sono vaghe e quasi tutte metaforiche. La parola amore applicasi egualmente all'amor coniugale, all'amore del figlio, del padre, della madre, della patria, alle più svariate affezioni. Se i sentimenti distinguonsi, se portano un nome, si è perchè creano più serie d'azioni fisicamente distinte: l'atto solo ci permette di parlare della potenza misteriosa che ci anima.

I sentimenti non possono neanche essere direttamente misurati. Quando vien detto che un uomo è cupido, che la sua avidità è insaziabile e spietata, presto la lingua ha esaurito tutti i suoi mezzi per indicare la passione, sono i mezzi della metafora. Per esprimersi con precisione, la parola deve gettarsi nella via indiretta della realtà, e citare fatti: allora descrivonsi gli atti della cupidigia, i tormenti che si impone; mostrasi il lettuccio dell'avaro, le sordide sue abitudini, e l'atto ci svela la potenza schifosa e ineffabile della avarizia. Non si raccontano mai le catastrofi interne delle nostre passioni: l'eloquenza, il romanzo, il poema, l'arte non possono se non tracciare le scene, dipingere le situazioni esterne, disporre i fatti, ordinare i fenomeni. Lungi dall'affrontare direttamente il sentimento, il poeta si toglie con tutta la sua forza dalla via diretta; e se non riesce nello sforzo, cade fatalmente nell'astratto; la poesia inaridisce. In qual modo il poeta ci ha rappresentato l'ira d'Achille? Coi fatti; e svolge dinanzi a noi un dramma, ci rende spettatori dell'ingiurioso ratto di Criseide; l'eroe si ritira sotto la sua tenda, freddo mira la strage dei Greci, non si piega alle istanze di tutti i capitani, e non si arma se non quel giorno in cui Ettore gli ha ucciso l'amico. No; Omero non canta l'ira d'Achille; egli descrive, racconta, ci trasporta sotto le mura di Troja, e tutti i sentimenti del suo eroe si risvegliano in noi. Shakespeare non ci descrive l'amore di Giulietta e di Romeo, ne espone la storia; Giulietta discende viva nella tomba per raggiungere il suo amante e il poeta desta collo spettacolo esteriore della tragedia tutte le forze della nostra interna rivelazione.

La vita segue tutte le evoluzioni circolari della natura. Qualunque ne sia la ragione occulta, i contrari si collegano, si alternano, le forze opposte primeggiano a vicenda in ogni cosa; e l'immensa maggioranza dei fenomeni ritorna in stessa con un giro periodico. Di le evoluzioni dei pianeti, il moto della terra, il corso delle stagioni, il succedersi del giorno e della notte. Noi non sappiamo se il moto molecolare ha i suoi periodi; possiam supporlo se guardiamo ai contrasti del magnetismo e dell'elettricità che alternano le attrazioni dei due poli. La vegetazione è pur visibilmente circolare: la pianta respira, si nutre, si riproduce, segue l'alternarsi del giorno e della notte, sente il moto de' pianeti. La natura si ordina, si anima, s'innalza perfezionando e moltiplicando i suoi circoli.

L'animale è una macchina periodica per 1'ispirazione e la respirazione, per la circolazione del sangue, per il moto peristaltico e antiperistaltico, pel rinnovarsi dei bisogni fisici, pel passaggio dalla azione all'inazione, dal lavoro al riposo, dalla sveglia al sonno. Il nostro giro si complica assai più che non appare alla vista; hannovi circoli impercettibili che si lasciano indurre senza che sia possibile seguirli. Così le febbri, gli accessi che si rinnovano a periodi di più anni, i ritorni epilettici attestano una circolarità invisibile di cui ci sfuggono i periodi, i fluidi, le condizioni. Nuovi circoli si manifestano nel sistema muscolare e nel sistema nerveo: quando non sono fissati, tendono a fissarsi coll'abitudine che mira sempre a ripetere il passato e a girare nel circolo degli atti anteriori. L'educazione fondasi tutta nell'abitudine, e riducesi ad una specie di organizzazione fittizia e circolare, innestata sull'orbita della nostra organizzazione naturale. L'analogia è l'abitudine del pensiero rapida come il lampo, per rinchiuderci nei circoli delle nostre cognizioni. Per istinto noi siamo imitatori; i figli imitano i genitori, i servi imitano i padroni; imitansi i difetti, e perfino le malattie. Per istinto l'uomo è superstizioso, e la superstizione non è se non la cieca aspettativa circolare di una serie di accidenti che si son trovati insieme una o più volte.

I circoli si ripetono nella rivelazione della vita. Noi abbiamo bisogno di contrasti, un solo sentimento non basta alla vita; l'amicizia abisogna di riposo, d'intervalli, al pari dell'amore; i più teneri sentimenti richiedono antitesi energiche. Il moto circolare dei sentimenti mostrasi evidente nelle arti. Si misura il verso, si cerca la rima, siama il ritornello, la melodia circola periodicamente dalla dissonanza all'armonia, l'architettura sviluppa coi contrasti, coi ritorni periodici; essa viola di continuo la simmetria per afferrarla di nuovo. Nei ritornelli, nella rima, nella simmetria, il periodo è rapido come il battito del cuore; nelle nostre azioni si allarga. Darsi al lavoro, agire, lottare, vivere, è un alternare gli stati del nostro essere onde provocare nuovi ritorni: Pirro vuol combattere i Romani per rientrare nella pace de' lari domestici; il vecchio ricomincia la sua vita affezionandosi al destino della nuova generazione.

 

 




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