Capitolo
VIII
I SISTEMI MISTICI
Ogni sistema
sociale sorge dalla vita, riceve dalla vita la sua ragione d'essere; è creato e
conservato dall'ispirazione vitale; riducesi all'arte di vivere in un tempo
determinato. Il sistema si spiega colle cose esteriori; è meccanico; ma la sua
creazione è una magia ritmica, un vero incanto. Quindi il meccanismo d'ogni
sistema sociale esprime una particolare armonia, che si tempra nel ritmo della
vita e che chiamerò sistema mistico.
Giova
scrutare il fenomeno del sistema mistico, che fu troppo disconosciuto e confuso
con altri fenomeni. Non posso definirlo, perchè non si definisce l'ineffabile;
non posso spiegarlo, perchè non si spiegano gli incanti, mi limito a
verificarlo.
Il sistema
mistico differisce dal ritmo della vita come l'individuo differisce dal genere,
come Socrate dall'uomo. Nel sistema mistico la vita non è più indeterminata; è
la vita del Cristiano o del Musulmano, del Musulmano o del Buddista; il nostro
ritmo non è più l'istinto originale d'ogni uomo che viene in questo mondo; è
questa o quella rivelazione interiore. L'amore diventa l'amore di Petrarca o di
Rousseau; i valori per sè astratti e quasi commerciali si trasformano in beni
inalienabili. La fanciulla ha scelto il suo fidanzato; il padre è avvinto alla
sua prole; i beni dell'amore e della famiglia sono fissati, i nostri destini
non ammettono più scambio, nè sostituzione. Dunque, il sistema meccanico, che è
l'opera del sistema mistico, vero o falso, si presenta a noi come il mezzo
naturale della nostra esistenza; non pensiamo più a cambiario; viene
idealizzato, abbellito, perfezionato, non mai rinnegato. La nostra vita
s'aggira ne' circoli tracciati dall'abitudine, la nostra imaginazione si
avvolge nelle spirali dell'analogia; non vogliamo nè possiamo più uscirne. Non
è dato di combattere i costumi colle leggi, non si può imporre una religione
respinta dal sentimento mistico di un popolo: non si può nemmeno sedurre una
tribù di pastori, offrendole i beni dell'incivilimento. I valori che non
entrano nella armonia del sistema mistico sono rifiutati; i piaceri,
gl'interessi, gli onori che non ci toccano, non sono per noi piaceri, nè
interessi, nè onori. Ogni sistema mistico ha i suoi sentimenti, le sue
attrazioni, i suoi valori; e perciò stesso che esiste, respinge tutti gli altri
sistemi mistici coi sistemi meccanici che ne sono la conseguenza. Possiamo noi
accettare l'arte di vivere di una vita che non è la nostra?
Verrà chiesto
se i sistemi mistici separano i popoli fino a sopprimere la fraternità umana.
Sì, sopprimono la fraternità, accendono la guerra; per essi i popoli si
ispirano un mutuo furore; la fraternità non apparirà sulla terra se non col
trionfo di un sistema su tutti i sistemi. Il ritmo della vita non basta alla
fraternità universale; non basta essere uomini per essere fratelli; conviene
che gli istinti si armonizzino. Il ritmo è troppo vago, troppo indeciso; al
nostro nascere trovasi indeterminato; non corrisponde nemmeno alla natura, e la
fraternità che stabilisce tra gli uomini, si riduce ad un'astrazione derisoria.
V'ha di più: in forza del sistema mistico ogni progresso viene aborrito, perchè
naturalmente ripugna al nostro sistema, e noi respingiamo anticipatamente il
sistema avvenire. Ogni dogma maledice, qual'eresia distruggitrice della
società, il sistema che deve succedergli. Il paganesimo aborriva l'eresia
giudaica, che abbominava l'eresia cristiana, che alla sua volta anatemizza
l'eresia protestante. Noi siamo sotto il peso della maledizione di tutti gli
uomini che ci hanno preceduto; e tutti i sistemi attuali, interrogati
positivamente sul vero ed ultimo sistema dell'umanità, sarebbero unanimi
nell'esecrarlo, come una profanazione atroce. In che modo affermare che sistemi
in guerra reciproca, che sistemi unanimi per combattere il sistema dell'umanità
non ostino alla fraternità degli uomini?
Sarà chiesto
ancora se il ritmo della vita non è distrutto dalla differenza che separa e
mette in contraddizione i diversi sistemi mistici. Il ritmo dà un valore vago
alle cose; il sistema mistico diminuisce, annienta questo valore; alcuni popoli
adorano idoli aborriti da altri popoli; la superstizione dà un prezzo
stravagante e folle ad oggetti, a parole che non hanno valore umano. Non diremo
che qui il ritmo si spegne? Rispondo, che i popoli differiscono e pel sistema
mistico e pel sistema meccanico. Il sistema mistico fa differire le
inclinazioni, il sistema meccanico fa differire i valori determinati: ma queste
differenze non distruggono il ritmo della vita, più di quello che gli individui
distruggano il genere. Sì; i popoli si disprezzano a vicenda; ognuno di essi si
crede il popolo eletto, il primo tra le genti; sì, havvi una profonda
contraddizione tra l'uniformità del ritmo e la diversità dei sistemi mistici,
tra il valore e i valori, tra l'armonia degli istinti e le armonie degli
istinti. Sotto la pressione della logica il sistema mistico annulla il ritmo;
noi dobbiamo negare il senso comune al frate, al bonzo che s'impongono il
tormento del digiuno e del celibato. Pure questa contraddizione è critica. Noi
sentiamo il ritmo, sentiamo il sistema mistico; la nostra vita percepisce il
ritmo umano, percepisce il sistema mistico dello straniero, del nemico.
Osservando i popoli più lontani dai nostri costumi, sentiamo che sono uomini,
benchè stranissimi; che sono nel ritmo universale, benchè stravaganti. Tale è
l'apparenza, tale la realtà; non si può spiegarla, ma viene sentita; è assurda,
ma è.
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