SEZIONE PRIMA
LE RELIGIONI
Capitolo
I
CHE COSA È UNA RELIGIONE
Noi siamo
tutti in religione, sappiam tutti che cos'è una religione. È un sistema che
suppone l'esistenza di un Dio o di più Dei, dai quali tutto dipende: la natura
esprime la loro volontà, i suoi fenomeni manifestano i loro disegni, le sue
convulsioni sono soprannaturali, l'universo intero è subordinato al loro
governo. Come scienza, la religione è la scienza della natura e della volontà
degli Dei; come arte, è arte di vivere secondo il volere di Dio e col suo
favore. Essa c'insegna a sottrarre la nostra felicità alla sua grazia, alla
potenza od all'impotenza dei signori del mondo. Che l'anima sia mortale o
immortale, che Dio sia debole o irresistibile, che si possa vincerlo,
ingannarlo, o che sia onnisciente, onnipotente, se crediamo alla sua esistenza
e alla sua azione siamo religiosi.
La fede in
Dio è l'errore più primitivo, più naturale del genere umano. Si suppongono
cause ai fenomeni; si vuol sapere d'onde vengano i fiumi, i venti; chi diriga
il sole, perchè la luna rischiari la notte e credesi che le cause dei fenomeni
siano esseri viventi. Dunque la vita deve render ragione di tutto, deve essere
la prima spiegazione dell'universo. La si trasporta all'origine dei fiumi, nel
moto degli astri, nelle nubi, nelle viscere de' vulcani, in tutti gli elementi;
uno sfrenato positivismo circonda l'uomo di genii; la prima fisica è la
religione.
Fu detto che la
religione è figlia dell'ignoranza; il detto è falso, se non si soggiunge qual'è
l'ignoranza che crea gli Dei. Se parlasi dell'ignoranza in generale, tutti gli
uomini saranno sempre religiosi, perchè siamo tutti ignoranti; le nostre
cognizioni si ristringono a un frammento della rivelazione naturale. Se dicensi
che per difetto di solide cognizioni l'uomo s'inganna, e attribuisce l'origine
dei fenomeni a cause vive ed imaginarie, confondesi la religione con tutti gli
errori possibili. L'ignoranza che crea la religione è quella dell'uomo che
conosce la parte positiva dei fenomeni senza sospettarne la parte critica. In
forza di quest'ignoranza egli pensa che giungerà a conoscere ogni cosa in un
modo istorico, e che tutte le sue cognizioni dovranno concatenarsi come le
avventure di un poema. L'analogia lo guida; coll'analogia il pensiero
oltrepassa il noto e lo trasporta nell'ignoto; coll'analogia egli divien regola
dell'universo; e prolunga indefinitamente il regno della vita al di là di tutti
i limiti, supponendo che la vita basti sempre alla vita, che il fatto spieghi
sempre il fatto, senza che mai l'apparenza stessa possa diventare un problema.
Finchè
s'ignora la critica, il diritto della religione è assoluto; tutte le scienze
de' nostri fisici non possono distruggerlo. Queste scienze sono isolate
invenzioni, sparsi frammenti di scienza; esse non chiariscono la parte critica
dei fenomeni; per sè non distruggono la persuasione, che rimanendo nei fatti positivi,
si giunga alla scoperta d'un mondo il quale si pieghi col dato della vita. Gli
inventori delle religioni credevano che il sole girasse intorno alla terra e
che il fulmine fosse l'arme di Giove; noi crediamo che la terra giri intorno al
sole, che il fulmine sia un effetto dell'elettricità: queste rettificazioni
lasciano sussistere intero il principio della religione, che cerca una
spiegazione compiuta rimanendo nel fenomeno. Il credente non pensa punto a
negare il fatto; è positivo, studia il corso degli astri, le proprietà dei
vegetabili, degli animali, le subordina a un principio, le presenta quali
effetti di un'intenzione divina. Rettificate voi le sue osservazioni? aumentate
voi il numero delle sue cognizioni? La volontà divina renderà ragione dei nuovi
fatti, dei nuovi fenomeni. Il credente spiegava perchè il sole girasse intorno
alla terra; corretto, spiegherà perchè la terra giri intorno al sole: diceva il
perchè Giove avesse scagliata la folgore; corretto, dirà perchè siam fulminati
dall'elettricità. La scoperta non è altro che un fatto, non sottrae il fenomeno
alla mano invisibile della divinità. Dite voi che la terra fu slanciata intorno
al sole? Non avete detto chi ha slanciata la terra intorno al sole: dite voi
che l'elettricità crea il fulmine? Non avete detto chi crea l'elettricità. Lo
stesso di tutte le scoperte. Perchè Giove ha quattro satelliti? perchè Saturno
ha due anelli? perchè siamo noi sì lontani da Sirio? Non lo sappiamo; il
credente deve saperlo, deve compiere le sue cognizioni. Se s'inganna sui fatti,
correggetelo; il suo Dio retrocederà senza svanire, s'ingrandirà per dominare
un mondo che s'ingrandisce.
Secondo
Bacone, poca scienza conduce all'incredulità, molta scienza conduce alla
religione. È possibile che la sentenza fosse scritta a caso per mascherare
l'irreligione di Bacone: è certo che essa esprime una profonda verità. Alcune
scoperte possono compromettere questo o quel miracolo, questo o quel passo
della Bibbia; produrranno una rivoluzione religiosa; ma alla fine la religione
le conquista, le utilizza, e riescono alla maggior gloria di Dio. La sentenza
di Bacone è sì vera, che Newton commentava l'Apocalisse; altri fisici
rimanevano sotto l'impero della religione; gli uomini dati alle scienze esatte
sono facili alla superstizione. Chi ignora i pregiudizi degli scienziati? Se
l'incredulità s'insinua tra i fisici, s'insinua a caso; essi volgon le spalle
alla religione senza essere irreligiosi; separano la fisica dalla religione,
stanno assorti nelle loro specialità, nè si curano d'altro. Ma una specialità
non è mai un sistema, e la teologia continua a regnare. L'osservazione senza la
critica è impotente; esita in presenza dei grandi problemi dell'universo,
s'arretra senza negare, nega senza rendersi conto della sua negazione. Essa non
si fortifica se non quando la critica fa valere i suoi diritti, relega lo
spirito umano nel fatto, gli chiude tutte le uscite per cui volesse sottrarsi
all'impero del fenomeno, nè gli permette di cercare fuori del mondo il mezzo per
compiere il sistema della società, e di dominare d'un tratto tutti i fenomeni.
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