Capitolo
IX
IL TEMPO E IL MOTO SI ESCLUDONO
Quanto si dice dello
spazio si applica anche al tempo.
Secondo la
natura, il tempo è la condizione del moto; pure tra i due termini non vi ha
identità, nè equazione, nè sillogismo; e se si vogliono forzatamente
avvicinare, si vedrà che si escludono a vicenda. Che cosa è il tempo? Non è una
qualità, perchè è indipendente e sussiste da sè; non è una sostanza, perchè si
lascia invadere dal moto; non è il nulla, perché appare, e se pur fosse
illusorio ancora un principio dovrebbe spiegarlo. Il tempo è dunque come lo
spazio, una cosa sui generis che ci è impossibile di paragonare colle
altre cose. E desso la condizione del moto? volete credere alla natura che lo
stabilisce come la condizione di ogni successione? Ciò posto, il tempo si
compenetrerà col moto, la successione delle ore sarà identica con quella del
cambiamento; i due termini formeranno un termine solo; vi saranno due
successioni in una stessa successione; il che è impossibile. Dunque il tempo
respinge il moto.
Si comparino
i caratteri del tempo e quelli del moto, la contraddizione aumenterà. Il tempo
è necessario, il moto è contingente: come una successione può essere da un lato
necessaria, dall'altro contingente? In qual modo la necessità può compenetrarsi
colla contingenza, e così trovarsi la condizione del contrario, da cui è
negata? Il tempo è infinito; non ha principio nè fine, non si può concepire nè
l'epoca in cui non era, nè quella in cui non sarà; il moto, al contrario, è
finito per natura, benchè possa intendersi eterno per accidente. Dunque il moto
divide il tempo, dunque finisce l'infinito, dunque lo distrugge, dunque è
impossibile che subisca la condizione del tempo. Aggiungasi, che il moto,
effettuandosi in uno stesso mentre nello spazio e nel tempo, raddoppia così le
sue contraddizioni: s'identifica così due volte con termini che lo respingono;
finito e transitorio, esso è due volte smentito da due apparenze eterne ed
infinite.
Nè si fugge
l'assurdo, ove si neghi il tempo e si riduca all'apparenza del moto, a
un'illusione: il tempo è, come lo spazio, me la sostanza, come la causa, come
il genere: apparenza irresistibile, fatto primitivo e irreducibile. Esso è
evidente quanto il moto, è dato in uno col moto; non si può ottare tra il tempo
e il moto, non si può immolare un termine all'altro senza operare a capriccio,
senza che l'operazione dialettica implichi l'assurdo di creare col fenomeno del
moto il suo contrario del tempo, o col fenomeno tempo quello del moto.
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