SEZIONE SECONDA
IL PENSIERO
Capitolo
I
LE CONTRADDIZIONI DELLA FISICA SI
RIPRODUCONO
NELLA PSICOLOGIA
Vinta dalle
contraddizioni della natura, un giorno la filosofia si rifugiò
nell'intelligenza, sperando di scoprire la verità in noi stessi. Lasciati i
corpi, la materia, il moto, la mistione, la fusione, e fissò l'attenzione sui
fenomeni del pensiero. La fiilosofia non fu più felice nella sfera
dell'intelligenza. Il pensiero si limita a seguire i fenomeni esteriori;
materiale o immateriale, è solo l'immagine della natura, e quindi ritroviamo in
noi tutta l'incoerenza del mondo esteriore.
Fuori di noi
le cose si alterano, sono e non sono; in noi, il nostro io non è mai lo stesso,
varia di continuo e si rivolta in ogni suo moto contro la triplice forma
dell'identità, dell'equazione e del sillogismo.1
Fuori di noi
i rapporti delle cose distruggono la distinzione delle cose: in noi i pensieri
influiscono gli uni sugli altri, e la logica ci sforza ad ottare tra la
distinzione che colloca i pensieri gli uni fuori degli altri, e il rapporto,
che stabilisce una vera comunicazione fra di essi. Sono essi distinti? ogni
pensiero si isola, nessuna idea dipende da quella che la precede, il discorso
diventa impossibile. I pensieri collegansi tra loro? ecco il rapporto, cioè il
moto, l'urto, l'azione, la reazione, la fusione nell'intelligenza, dove questi
fenomeni, benchè spiritualizzati, non sono meno contraddittori che nella
materia.
Fuori di noi
la materia è una e multipla: in noi ogni pensiero è uno per sè, e multiplo per
gli elementi del soggetto e dell'attributo che lo compongono. Nel pensiero,
come nelle cose, il tutto è sempre più che le parti: la proposizione ha un
senso, essa afferma, nega, vive; al contrario, il soggetto, l'attributo, la
copula, isolati non hanno senso, non affermano, non negano, sono la materia
inanimata del pensiero.
Fuori di noi
i generi e gli individui si respingono: in noi sono le idee e le sensazioni che
si escludono: le idee sono generali, le sensazioni particolari, e tutta
l'opposizione tra i generi e gli individui si riproduce tra l'idea e la
sensazione. Fuori di noi il mondo sembra dipendere dalle condizioni del tempo e
dello spazio, gli effetti suppongono le cause, le qualità suppongono le
sostanze; in noi i fenomeni restano sottomessi alle idee di tempo, di spazio,
di causa, di sostanza, le quali sotto l'impero della logica distruggono e
rendono impossibili tutti i nostri pensieri.
Nel mondo
esteriore la contraddizione si presenta nuda nella lotta del finito e
dell'infinito, dell'essere e del non-essere, e di tutti i contrari. La medesima
contraddizione sta nel fondo stesso del nostro pensiero, il quale non ci è dato
se non alla condizione de' contrari, non potendosi concepire un'idea senza
l'idea opposta che la distrugge.
Infine,
abbiamo veduto che nella natura le qualità primarie e le secondarie si
respingevano a vicenda: in noi la stessa lotta si rinnova sì forte, che i
psicologi sono quasi concordi nel negare all'anima l'estensione, la figura, nè
potrebbero accordarle l'impenetrabilità e la mobilità senza trasformarla in un
atomo, o senza sopprimere l'unità della sua energia. Da ciò nacque la nozione
dello spirito, la chimera de' psicologi, i quali per ispiegare l'unità
dell'anima dimenticano la pluralità della materia, per cui l'io restò fuori
della materia senza relazione colle cose, senza poter agire, nè soffrire, nè
sostenere alcuna influenza materiale. Berkeley e Leibniz credettero miglior
partito negare il corpo che perdere l'anima: altri con egual ragione
preferirono di perdere l'anima piuttosto che di vedersi espulsi dal mondo. Le
due scuole hanno ragione, sendo noi costituiti dalla contraddizione.
In generale
la psicologia si riduce a sostituire alle cose le percezioni, agli oggetti i
giudizi, alle qualità le sensazioni, ai generi le idee, allo spazio l'idea
dello spazio, al tempo l'idea del tempo, alla causa l'idea della causa, alla
sostanza l'idea della sostanza. Che cosa guadagnamo noi con questo scambio? Si
guadagna d'intervertire tutti i problemi. Platone suppone nel Politico che
l'universo, dopo esaurite le sue evoluzioni, ritorni sopra di sè: vedonsi le
stagioni succedersi a ritroso, gli esseri cominciano colla morte, poi
svaniscono nella loro propria origine: l'uomo nasce decrepito, ingiovanisce, e
cessa nell'infanzia; gli animali, gli alberi, la vegetazione cominciano
sviluppati, impiccoliscono invecchiando, e scompaiono noi loro propri germi.
Tutto procede a rovescio, finchè il moto delle sfere non è interamente esausto.
La psicologia realizza letteralmente il mito di Platone; essa ci mostra il
mondo in noi stessi, gli oggetti nei nostri pensieri, i generi nelle nostre
idee. Per la fisica noi siamo nel mondo: per la psicologia il mondo è in noi;
per la fisica il tempo e lo spazio ci dominano; per la psicologia sono le
nostre idee di tempo e di spazio che reggono l'universo; per la fisica il mondo
spiega l'uomo: per la psicologia l'uomo spiega il mondo. Come scegliere
nell'alternativa? Quale sarà il titolo della nostra scelta? L'impossibilità di
scegliere aggiunge nuovo dubbio ai dubbi che sovrastano alla natura.
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