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Giuseppe Ferrari Filosofia della rivoluzione IntraText CT - Lettura del testo |
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Capitolo XVI
LA SOCIETÀ PASSA DA UN SISTEMA A TUTTI I SISTEMI POSSIBILI
Essendo la società l'uomo che pensa, un sistema vivente, dobbiamo applicarle le leggi giusta le quali i sistemi si succedono nell'individuo. Dunque la società è in balia della rivelazione; parte dalle credenze primitive per giungere a un sistema; coordina i suoi dogmi all'eternità senza sospettare che il mondo possa alterarsi; ogni popolo credesi il popolo eletto, il signore supremo dell'universo; e in questa guisa detta a sé le sue credenze. Mentre la riflessione cerca l'ordine nelle idee, l'eternità in ogni idea, il mondo si muta, si áltera, varia, smente la eternità de' dogmi proclamati; la saggezza delle nazioni vien meno a sé stessa; e col mostrarsi l'errore, costringe la società a correggere di continuo l'opera sua. Non si emenda, non si sopprime un pensiero senza sostituirgli altro pensiero; un sistema erroneo non viene distrutto se non da un altro sistema. La società resta dunque sempre sistematica, nella comunanza sistematica delle sue idee; e il primo sistema che l'ha congregata la conduce fatalmente a tutti i sistemi successivi, senza che trovisi mai interrotta la catena che la trae di dogma in dogma. La serie dei sistemi sarà progressiva? Sarà regressiva? Il suo svolgersi è illimitato nel bene e nel male, nel progresso e nel regresso; a priori non havvi soluzione: pure, se il mondo rimane qual'è, se la rivelazione attuale perdura, se dobbiamo accettare il convincimento istintivo che ci fa supporre il suo perdurare colle materie, colle vegetazioni, che vediamo, il progresso intellettuale d'ogni popolo può rappresentarsi con una serie indefinita di sistemi, sempre più vasti l'uno dell'altro, ed il cui ultimo termine sarebbe il momento desiderato dalla riflessione, che abbraccerebbe l'universo incatenandolo alle sue inalterabili astrazioni. L'associazione universale del genere umano trovasi in germe in ogni società: ogni villaggio isolato la contiene in potenza, ogni nostro atto vi ci avvia. Non passa giorno che non s'aggiungano scoperte alle scoperte, invenzioni alle invenzioni; la terra si esplora, la popolazione si moltiplica, tende a conservare i beni acquistati, tende ad aumentarli con nuovi beni: e il moltiplicarsi della specie, congiunto al progresso dell'intelligenza, vuol tutta la terra sottomessa a una sola associazione, dovesse anche un popolo solo, come i Romani, trionfare di tutti, considerando le nazioni straniere che incontra nel suo corso quali strumenti animati dell'opera sua. Nel fatto, la più barbara nazione è stretta nelle sue frontiere dalle armi de' suoi vicini, dalle pesti che diminuiscono le sue genti, dal mare che le rifiuta ogni passaggio, dalla terra che le ricusa i metalli, il ferro, il pane; togliete gli ostacoli, date, come si dice, il tempo al tempo, e la vedrete invadere il globo, dominarlo, costituire l'associazione generale del genere umano. L'unità del genere umano non è un sogno, è l'ipotesi stessa del vostro vivere; noi tutti, sapendolo o ignorandolo, cerchiamo di attuarla; non havvi merce che passando un confine, un trattato che vincolando due popoli, non estenda il dominio dell'umanità; e se vien esteso, a qual termine agogna, se non a quello dell'associazione universale? Questo affermo, unicamente fondato sulla rivelazione degli esseri, fatta astrazione dalla rivelazione della vita e della giustizia; quasi che gli uomini fossero automi senza cuore e senza sangue. La rivelazione degli esseri basta sola a trascinarci verso l'umanità, ci spinge ad essa coll'impulso materiale delle invenzioni, delle scoperte, delle arti, dell'industria; scioglie positivamente il dilemma del progresso e del regresso colla serie di sistemi fatalmente generati dal pensiero dominato dalla natura. Abbiamo sottratto alla logica l'origine della società, il sistema sociale, il principio che, dato un sistema, si passa a tutti i sistemi possibili; dato il succedersi de' sistemi in un mondo perdurante, si giunge all'umanità. Abbiamo in questa guisa stabilito il principio della filosofia della storia, ci rimane di difenderlo, perchè la logica ci attende al varco, ci assale di continuo, ad ogni tratto ci oppone una tesi che assorbe il nostro vero, e lo fa stare inutilmente sospeso, e ripristinato nelle alternative de' suoi dilemmi. Le antitesi della logica contro il sistema sociale possono ridursi a quattro, essendo quattro i problemi principali in cui la logica può intervertire il movimento del sistema sociale. Si oppone al sistema sociale: 1. La prepotenza degli individui che possono signoreggiare, travolgere a loro profitto ogni società. 2. La prepotenza di ogni popolo che può signoreggiare e travolgere a suo profitto il sistema sociale degli altri popoli. 3. La prepotenza della corruzione umana che scioglie d'improvviso ogni società costituita. 4. La prepotenza del fato che c'incalza ad ogni istante, e colle invenzioni o col difetto d'invenzioni, colla pace o colla guerra, genera il disordine che vedesi confermato alla prima lettura di un libro di storia universale. Nella critica, le quattro antitesi distruggono la nostra tesi: nella metafisica traviano la nostra tesi in una serie di teorie, in cui le difficoltà si complicano senza che si trovi un'uscita. Nella rivelazione naturale, le quattro antitesi sono le occasioni per cui il nostro principio si svolge, s'ingrandisce e s'avvia verso l'associazione universale del genere umano. Esaminiamo le quattro antitesi.
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