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Giuseppe Ferrari Filosofia della rivoluzione IntraText CT - Lettura del testo |
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Capitolo VIII
I SISTEMI MISTICI
Ogni sistema sociale sorge dalla vita, riceve dalla vita la sua ragione d'essere; è creato e conservato dall'ispirazione vitale; riducesi all'arte di vivere in un tempo determinato. Il sistema si spiega colle cose esteriori; è meccanico; ma la sua creazione è una magia ritmica, un vero incanto. Quindi il meccanismo d'ogni sistema sociale esprime una particolare armonia, che si tempra nel ritmo della vita e che chiamerò sistema mistico. Giova scrutare il fenomeno del sistema mistico, che fu troppo disconosciuto e confuso con altri fenomeni. Non posso definirlo, perchè non si definisce l'ineffabile; non posso spiegarlo, perchè non si spiegano gli incanti, mi limito a verificarlo. Il sistema mistico differisce dal ritmo della vita come l'individuo differisce dal genere, come Socrate dall'uomo. Nel sistema mistico la vita non è più indeterminata; è la vita del Cristiano o del Musulmano, del Musulmano o del Buddista; il nostro ritmo non è più l'istinto originale d'ogni uomo che viene in questo mondo; è questa o quella rivelazione interiore. L'amore diventa l'amore di Petrarca o di Rousseau; i valori per sè astratti e quasi commerciali si trasformano in beni inalienabili. La fanciulla ha scelto il suo fidanzato; il padre è avvinto alla sua prole; i beni dell'amore e della famiglia sono fissati, i nostri destini non ammettono più scambio, nè sostituzione. Dunque, il sistema meccanico, che è l'opera del sistema mistico, vero o falso, si presenta a noi come il mezzo naturale della nostra esistenza; non pensiamo più a cambiario; viene idealizzato, abbellito, perfezionato, non mai rinnegato. La nostra vita s'aggira ne' circoli tracciati dall'abitudine, la nostra imaginazione si avvolge nelle spirali dell'analogia; non vogliamo nè possiamo più uscirne. Non è dato di combattere i costumi colle leggi, non si può imporre una religione respinta dal sentimento mistico di un popolo: non si può nemmeno sedurre una tribù di pastori, offrendole i beni dell'incivilimento. I valori che non entrano nella armonia del sistema mistico sono rifiutati; i piaceri, gl'interessi, gli onori che non ci toccano, non sono per noi piaceri, nè interessi, nè onori. Ogni sistema mistico ha i suoi sentimenti, le sue attrazioni, i suoi valori; e perciò stesso che esiste, respinge tutti gli altri sistemi mistici coi sistemi meccanici che ne sono la conseguenza. Possiamo noi accettare l'arte di vivere di una vita che non è la nostra? Verrà chiesto se i sistemi mistici separano i popoli fino a sopprimere la fraternità umana. Sì, sopprimono la fraternità, accendono la guerra; per essi i popoli si ispirano un mutuo furore; la fraternità non apparirà sulla terra se non col trionfo di un sistema su tutti i sistemi. Il ritmo della vita non basta alla fraternità universale; non basta essere uomini per essere fratelli; conviene che gli istinti si armonizzino. Il ritmo è troppo vago, troppo indeciso; al nostro nascere trovasi indeterminato; non corrisponde nemmeno alla natura, e la fraternità che stabilisce tra gli uomini, si riduce ad un'astrazione derisoria. V'ha di più: in forza del sistema mistico ogni progresso viene aborrito, perchè naturalmente ripugna al nostro sistema, e noi respingiamo anticipatamente il sistema avvenire. Ogni dogma maledice, qual'eresia distruggitrice della società, il sistema che deve succedergli. Il paganesimo aborriva l'eresia giudaica, che abbominava l'eresia cristiana, che alla sua volta anatemizza l'eresia protestante. Noi siamo sotto il peso della maledizione di tutti gli uomini che ci hanno preceduto; e tutti i sistemi attuali, interrogati positivamente sul vero ed ultimo sistema dell'umanità, sarebbero unanimi nell'esecrarlo, come una profanazione atroce. In che modo affermare che sistemi in guerra reciproca, che sistemi unanimi per combattere il sistema dell'umanità non ostino alla fraternità degli uomini? Sarà chiesto ancora se il ritmo della vita non è distrutto dalla differenza che separa e mette in contraddizione i diversi sistemi mistici. Il ritmo dà un valore vago alle cose; il sistema mistico diminuisce, annienta questo valore; alcuni popoli adorano idoli aborriti da altri popoli; la superstizione dà un prezzo stravagante e folle ad oggetti, a parole che non hanno valore umano. Non diremo che qui il ritmo si spegne? Rispondo, che i popoli differiscono e pel sistema mistico e pel sistema meccanico. Il sistema mistico fa differire le inclinazioni, il sistema meccanico fa differire i valori determinati: ma queste differenze non distruggono il ritmo della vita, più di quello che gli individui distruggano il genere. Sì; i popoli si disprezzano a vicenda; ognuno di essi si crede il popolo eletto, il primo tra le genti; sì, havvi una profonda contraddizione tra l'uniformità del ritmo e la diversità dei sistemi mistici, tra il valore e i valori, tra l'armonia degli istinti e le armonie degli istinti. Sotto la pressione della logica il sistema mistico annulla il ritmo; noi dobbiamo negare il senso comune al frate, al bonzo che s'impongono il tormento del digiuno e del celibato. Pure questa contraddizione è critica. Noi sentiamo il ritmo, sentiamo il sistema mistico; la nostra vita percepisce il ritmo umano, percepisce il sistema mistico dello straniero, del nemico. Osservando i popoli più lontani dai nostri costumi, sentiamo che sono uomini, benchè stranissimi; che sono nel ritmo universale, benchè stravaganti. Tale è l'apparenza, tale la realtà; non si può spiegarla, ma viene sentita; è assurda, ma è.
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