Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Giuseppe Ferrari Filosofia della rivoluzione IntraText CT - Lettura del testo |
|
|
Capitolo XIII
I SIMBOLI RELIGIOSI
La bellezza de' dogmi che periscono non è muta, ma significativa, rappresenta una verità; in altri termini è simbolica. Il simbolo viene fatto dalla natura; l'uomo, creandolo, agisce fatalmente, è l'istrumento cieco di una vita fatidica. Per chi lo inventa, il simbolo è la stessa verità, non rappresenta se non sè stesso: per gli evangelisti, Gesù Cristo è il figlio di Dio, la sua vita è un fatto. Il simbolo nasce nell'istante in cui la fede cessa, quando il Cristo ha cessato di essere il figlio di Dio, quando la sua vita non è altro che una leggenda, allora la tradizione del Cristo si abbellisce, e la sua bellezza ce lo mostra come la figura della religione dell'umanità. Nel simbolo l'errore indica la verità: in qual modo il falso può indicare un vero? Non lo sappiamo; l'indicazione è affatto poetica e vitale; se la vogliamo meccanicamente precisa, il senso del simbolo scompare. Perchè il Cristo non sarebbe un simbolo astronomico, piuttosto che quello dell'umanità? Non si può rispondere; il simbolo è ambiguo, le sue interpretazioni saranno sempre contraddittorie presso i filologi. I sistemi filosofici partecipano al privilegio delle religioni; quando hanno cessato di essere veri, divengono simbolici, fatidici, indovinano il sistema che ad essi deve succedere. Platone adombra il cristianesimo, lo predice, egli è fatidico; paragoniamo la repubblica colla chiesa, vedremo la chiesa profetizzata in tutti i punti in cui splende il bello della repubblica. Vogliamo noi cercare la precisione, l'esattezza nel confronto? Il simbolo svanisce, la repubblica riprende il suo senso materiale; essa non è la chiesa, non è il cristianesimo; essa non è se non la repubblica. I politici divengono involontariamente utopisti, inventori di simboli tosto che si sforzano di oltrepassare il loro secolo. Mai non possono indovinare la vita che deve attuarsi; è forza che nelle loro previsioni si restringano ad attuare materialmente il loro concetto coi dati della loro vita. Platone deve figurarsi il cristianesimo seguendo l'analogia dell'uomo antico, quindi il suo cristianesimo sarà la città impossibile della Repubblica. Rousseau deve figurarsi il trionfo della libertà rimanendo nell'antica Europa, rimanendo cittadino di Ginevra; quindi il pensiero di Rousseau si attua coi dati materiali del cantone svizzero; non prevede, nega la repubblica in ogni grande nazione, e la gran repubblica di Francia trovasi imprigionata nella città simbolica del Contratto sociale. Potrei moltiplicare gli esempi a piacere; mostrerei dappertutto la mobilità progressiva della vita, che sempre si fa giuoco de' mezzi meccanici proposti dagli inventori. Furono distinti i pensatori dagli uomini d'azione: i primi danno i principj, i secondi li attuano. Orbene, l'attuazione è in contraddizione, non coi principj, ma colla forma materiale data dai pensatori all'utopia del loro principio. Il filosofo vagheggierà l'eguaglianza dei pastori, la felicità campestre, l'età dell'oro: l'uomo d'azione spingerà al patibolo i regi, i preti, i nobili; sarà un uomo di guerra. Il filosofo predirà la democrazia frequentando le corti, il democratico attuerà la democrazia combattendo il despotismo illuminato, l'utopia materiale vagheggiata dal filosofo.
|
Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License |