Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Giuseppe Ferrari Filosofia della rivoluzione IntraText CT - Lettura del testo |
|
|
Capitolo IV
LA METAFISICA DEL RISORGIMENTO
Il mondo moderno si sviluppa in odio al cristianesimo. Basti interrogarne la vita; si vedrà che la poesia del risorgimento rifiuta di celebrare Cristo vuol esser profana, ,vuol la terra, e non il cielo; il sistema mistico dell'umanità, e non quello della cristianità. Petrarca è il vero precursore vitale de' tempi moderni. Egli è credente, ma adora gli antichi; è cattolico, ma preferisce i filosofi ai Padri; vuol scrivere in latino, ma il suo genio ama la lingua vivente, egli la sprezza, ma giunge a noi solo col Canzoniere. Unicamente guidato dalla vita; canta l'amore, e l'amore gli benda gli occhi; Petrarca non distingue più il papa da Bruto, l'imperatore da Cesare; il medio-evo è svanito; l'uomo nuovo è fratello degli antichi, i pagani sono fratelli dell'Italia nascente Lo stile di Petrarca segue solo la celebrità, la gloria, la forza; la sua bellezza fugge i particolari, il diritto, non inciampa nel giudizio, rimane poetica e insensata per evitare la vita cristiana. D'indi il classicismo che dà nuova forma all'arte dei risorgimento. Figlio di Petrarca, il classicismo fugge a disegno i minuti particolari, si esprime in un modo antico per essere astratto; il poeta classico non vuol essere del suo secolo, non vuol parlarci della patria sua; sostituisce gli Dei della Grecia ai santi del cristianesimo, arrossisce della propria religione, e finisce per professare una religione astratta. I suoi eroi non sono credenti, sono tipi; egli mette in iscena il tiranno, l'amante, l'amico, il traditore, il padre, la figlia; la sua azione esprime il movimento generale della tirannia, dell'amore, dell'amicizia, del tradimento, della famiglia, in un dato caso; il suo dramma è un caso di coscienza in azione. Si sviluppa senza prodigi, senza magia, riduce l'intervento divino a una semplice apparizione, a un sogno: schiva i castelli, le cattedrali, le croci, i cimiteri, gli spettri e quanto richiama il feudo e la chiesa. Là dove regna la fede, il classicismo non può penetrare; è sconosciuto nell'antichità che cantava le proprie credenze, estraneo nel medio-evo riservato a Dante, si propaga difficilmente in Germania, in Inghilterra, dove ferve il protestantismo ed è sbandito dalla Spagna assolutamente cattolica. Il classicismo suppone il cristianesimo respinto dalla vita, e non combattuto dal pensiero; quando è combattuto, il poeta rientra immediatamente nel suo secolo, nella sua patria; non si cela nell'astratto, non evoca divinità più antiche, non fugge Jehovah invocando Giove. Brevemente, nel classicismo la vita vuol discendere dal cielo, e s'arresta nel falso perchè non vede ancora la terra. La metafisica del risorgimento s'impadronì dell'equivoco classico; risorgendo colle contraddizioni eterne disegnò una religione astratta, che poteva essere cristiana e pagana. Quale ne fu il successo? dobbiamo interrogare Petrarca, che scrive di filosofia? Sarebbe crudeltà; il cantore della vita rende ortodossi gli antichi; Cicerone fatto cattolico, celebra la grandezza e l'umiltà, la gloria e l'oscurità; nella stessa pagina, nella stessa linea ammira Cesare e Bruto, dirige pompose felicitazioni ai principi, ai tiranni, ai signori, ai cospiratori che si scannano a vicenda; è l'amico di Francesco Carrara che assassinava lo zio, è l'amico di Matteo Visconti, poi di Giovanni e Galeazzo che avvelenavano Matteo, è l'amico di Bernabò Visconti, poi di Galeazzo che tradiva e imprigionava Bernabò, è l'amico di Cola di Rienzi che insorge contro il papa, del papa che imprigiona Cola di Rienzi; guelfo, vive protetto dai ghibellini e la sua filosofia è dedicata al traditore Correggio. Ama l'Italia; l'adora. Che vuole? Trabocca d'affetti e di parole sulla grandezza di Roma; e l'astratta Roma, l'astratto imperio, l'astratta gloria dei padroni del mondo vogliono il papa a Roma, l'imperatore in Italia; applaudono al tribuno che sorge, insultano al tribuno che cade; se cercasi un senso alla parola vitale del poeta, essa grida: viva chi vince e il mondo qual'è. L'equivoco classico insterilisce il peripatetismo rinascente di Pomponaccio, di Cardano, di Vanini. I nuovi discepoli dello Stagirita sono nemici di Cristo che mettono a livello d'ogni profeta, d'ogni taumaturgo. Ma la metifisica deve trovar l'equazione tra i profeti, e son tutti trasformati in rivelatori di una religione astratta, classica, sempre la stessa ad ogni rivoluzione celeste, per cui la metafisica che nega Dio, accetta i miracoli di tutti i riformatori, riconoscendoli di fatto, attribuendoli alle sfere. Accetta il culto senza spiegarsi sui dogmi, accetta la legge soprannaturale senza curarsi delle leggi; e l'impotenza metafisica proclama e rispetta l'impostura dei taumaturgi cristiani, il dominio del papa, la schiavitù religiosa della moltitudine che crede condannata a un errore sì grossolano, che poco importa d'esaminarne la forma. Qui l'equivoco classico traduce la prosa del Petrarca nella politica del Machiavelli. Per sé, Machiavelli è rivelatore della nuova vita, vuole l'italia libera, una, come la Francia; dichiara che l'impero è conquista, che il papato è un'impostura; che l'impero perpetua l'ingiuria di Cesare, il papato perpetua la viltà di Cristo. Denunzia l'imperatore, il papa, Cesare e Cristo quai nemici dell'Italia, e l'accusa redentrice abbraccia l'Europa; liberando Roma, liberava il mondo. Trasformata in teoria, insegnava ad ogni uomo come si divien principe, profeta, condottiere, pontefice, come si uccide il sacerdote o il tiranno, come si spegne il cospiratore, il ribelle, come si fonda o si distrugge ogni Stato, ogni culto. Machiavelli svelava i secreti dell'impostura e della conquista. Pure la metafisica lo mette al seguito di Aristotele, gli impone la religione astratta, gli fa credere necessari i dogmi, i miracoli, i pontefici; la metafisica lo rende celebratore della forza astratta ammirata dal Petrarca e disprezzatore di quanto sfugge all'equazione dell'evento. Poichè l'inganno deve regnare, convien ammirare il grande inganno della chiesa; poichè la forza deve reggere i popoli, convien celebrare la gran conquista dell'impero, sancita dalla chiesa. Machiavelli profitta al nemico: egli stesso opera come Petrarca, che difende il papa da lui odiato, i Medici che lo disprezzano; la sua teoria applaude alla notte fetare di san Bartolomeo4. Lo stesso si dica di Vico, l'ultimo della tradizione classica, primo a dar leggi al corso della storia. La sua storia ideale sorge dalla religione astratta, trae ad una perfetta equazione tra ogni culto antico e moderno, pagano e cristiano trae ad una perfetta equazione ogni aristocrazia eroica o feudale: vede nemica della civiltà la democraziache avversa la religione, che combatte i senati. L'infelice compiutamente illuso predica il cristianesimo colla teoria dell'impostura, difende i governi colla teoria della conquista: a che dunque riuscirà nella pratica? Leggete le sue prose, celebra un Caraffa, uomo infame; è adulatore d'ogni marchese e d'ogni prelato, dedica a un pontefice la Nuova Scienza, è il più servile tra i servili. Un'altra tradizione risuscita la scuola d'Alessandria, variamente comentata da Pico della Mirandola, da Marsilio Ficino, da Giordano Bruno, e la metafisica tradisce ancora la vita nuova coll'equivoco dei classicismo: I neoplatonici del risorgimento credono alla giustizia della religione astratta, ne sono gli apostoli, sempre solitari, sempre impossibili: si giunge a Campanella, in cui trovasi esperimentale l'inspirazione di Platone. Campanella è rivelatore: sente il giusto emancipato dal miracolo e poggiato sul vero; lo annuncia certo della vittorla, lo predica in piazza. La sua repubblica non è confidata al sillogismo, non alla dialettica, non ad una virtù nudrita nelle scuole; è confidata alla fame del povero, al diritto delle moltitudini contro l'usurpazione del ricco, del principe,del papa, La sua repubblica non è quella di Platone o di Tomaso Moro posta fuori dei genere umano, in un'isola deserta; essa sorge dal seno stesso della patria per trasformare la terra. Non fugge il commercio, non paventa l'industria, anzi la cerca; fida negli istinti dell'uomo, nella ricchezza della natura, nella forza della scienza. La sua repubblica non è progetto, è rivoluzione; non si limita a una patria, abbraccia il genere umano: non è un'utopia, è vera guerra contro íl papa, l'imperatore, Cristo e Cesare, e questa volta a nome della giustizia. Or bene, la metafisica lo attende al varco. convien che la repubblica stia all'equazione dell'ordine, della volontà di un Dio; convien che sia la comunione metafisica dei beni e delle donne. Campanella scorre attraverso l'impossibile, l'impossibile lo riconcilia col miracolo, gli fa accogliere i miracoli di tutte le religioni. Qui ancora il genio de' tempi moderni vuol salvo Campanella, lo toglie ai circoli fatali del peripatetismo; gli mostra che ogni nuovo culto vince in grandezza il culto antico; gli mostra che la religione non è un genere astratto, ma una rivelazione in progresso; gli mostra che ogni religione fu sempre vera, sempre giusta. Ma la metafisica interviene di nuovo, e la fede di Campanella non è irreligione, è religione; avversa il Cristo, ma ne riconosce i miracoli; avversa i misteri, ma accetta le profezie di Santa Brigida, le visioni di Postel; avversa Cristo disarmato che lascia la terra ai potenti, ma trae il millennio cristiano nella Città del Sole: la metafisica sottomette la repubblica universale all'individuo antico, al pontefice; ogni magistrato emana da tre sommi pontefici, lo slancio dell'irreligione e dell'umanità s'inviluppa nel regime di un convento universale. E l'errore metafisico annienta il concetto nell'azione: per recarlo in atto Campanella si fa pontefice, si fa impostore, vuol ingannare il re di Spagna, gli indirizza il libro della monarchia ispanica, dove gli promette una tirannia piena di menzogne e d'inganni: non riesce nell'intento, cospira, è prigioone: il mondo conosce la Città del Sole, e il rivelatore cancella le mille volte quelle pagine immortali scritte nel martirio; ridiventa impostore, pubblica almeno venti libri cristiani, cottotici e romani, perchè il pontefice ingannato, soggiogando tutti i re, riunisca tutti i popoli. Quest'intenzione di Campanella è mia congettura, e la credo generosa: scorrendo Campanella si vede dappertutto la metafisica della forza e dell'impostura che calpesta le mille volte la Città del Sole, predicando l'assassinio de' protestanti, le colonie antiche, la deportazione d'interi popoli, gli eserciti di giannizzeri e l'inquisizione regina del mondo5. La metafisica era impotentissima; la sua stessa impotenza non era sua, era quella del Petrarca, apparteneva al classicismo. Una magniloquenza spensierata che stordiva le menti, impediva ogni giudizio sulle contraddizioni positive della vita, assolveva ogni corruzione, proteggeva ogni inganno felice, ogni evento fortunato. Si sosteneva finchè innocua; quando la riforma di Lutero le dava un senso e poteva vederla plaudente, la reazione cattolica non ebbe che a mostrarsi; la rivoluzione dell'imopstura svanì silenziosamente. Il classicismo italiano si era sempre professato riverente ad ogni culto, li credeva tutti necessari; or bene, il cattolicismo reclamò quel rispetto che gli si professava esteriormente a nome dell'antica mitologia: e fu reso a Cristo e a Cesare quanto apparteneva a Giove ed agli eroi protetti da Giove.
|
4 Vedi Machiavel juge des rèvolutions de notre temps, par Joseph Ferrari, Paris, 1849. 5 Vedi De religiosis Campanella opinionibus: Auctore Joseph Ferrari - Paris, 1840. |
Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License |