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Tullia d'Aragona Le rime IntraText CT - Lettura del testo |
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27. Dello stesso
Se ben gli occhi e l'orecchie alcuna volta vi mostran tale a i miei bassi disiri, che surgon dal mio core agri sospiri ond'è ch'al lamentar la lingua è sciolta;
tosto che l'alma in sè stessa raccolta, a l'alma vostra avvien che si raggiri, in diletto si cangiano i martiri e la mia lingua a ringraziar si volta.
Che la pena, che par che sì mi prema non passa oltra 'l mortal; ma la dolcezza acqueta i sensi e pasce lo intelletto.
Donna sia benedetta quella asprezza, ch'anzi 'l chiuder de gli occhi all'ora estrema, morire insegna al mio terreno affetto.
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