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Tullia d'Aragona
Le rime

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  • RIME A TULLIA D'ARAGONA
    • 34. Dello stesso
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34.

Dello stesso

 

Se di così selvaggio e così duro

legnoaspro frutto, ohimè, v'aggrada:

chi fia ch'unqua vi miri e poscia vada

di non sempre penar, Donna, securo?

 

Bench'io, poi ch'ognor più m'inaspro e induro

del duol, cui lungo a voi fo larga strada

de la mia pena sola, non pur rada

fra quante sono al mondo e quante furo,

 

dovrei trovar pietà, ch'asprezza eguale

o più selvaggia e solitaria vita,

non sentì mai e visse alcun mortale.

 

Fera legge d'amor, sperar aita

del dolor che n'ancide, e del suo male

pascer l'alma, via più che saggia, ardita.


 

 




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