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Tullia d'Aragona Le rime IntraText CT - Lettura del testo |
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67.
Or qual penna d'ingegno m'assecura di poter appressarmi al gran valore di quella che di pregio alto e d'onore, ornarmi con sue rime ha tanta cura?
La debil pianta, mia da sè non dura, e se prende crescendo alcun vigore, nutrita è dal fecondo vostro umore, che tal frutto non vien d'altra coltura.
Ma se di quella vostra le semente sempre mi trovo al petto, nè più spero sentir d'essa giammai cosa più degna,
scorgete adunque col giudicio interno che tutte l'altre voghe in me son spente, e vive quel ch'amor di voi m'insegna.
Risposta al sonetto della TULLIA: Porzio gentile a cui l'alma natura.
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