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Tullia d'Aragona Le rime IntraText CT - Lettura del testo |
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II. Allo stesso (Cod. Magliabecchiano, II, I, IV).
Se gli antichi pastor di rose e fiori sparsero i tempii, e vaporar gl'altari di maschi incensi a Vener, poichè cari fece e dolci alle Ninfe i loro amori:
a voi, che sceso dai più nobil cori degl'angiol sete, e ch'ai desiri miei cari rendete i favor, quai più rari fiori offrirò io? quai grati odori?
Veramente non tempio, altare, o dono trovar si può di tal pregio e valore, ch'a vostra cortesia sia merto uguale;
fuor che fia 'l petto vostro il tempio, u' sono alti pensieri; e 'l saggio vostro core fia altar; vittima, l'alma mia immortale,
V. 6. Nel mss. leggesi: miei o cari.
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