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Tullia d'Aragona Le rime IntraText CT - Lettura del testo |
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XXIV. Allo stesso
Più volte, Ugolin mio, mossi il pensiero per risonar con la zampogna mia, vostra rara virtute e cortesia, poggiando al ciel col bel suggetto altero.
Ma, lassa, invan m'affanno (o destin fero) che roco è 'l suono, e la mia sorte ria, sì dietro a i miei dolor tutta m'invia, che levarmi da terra, unqua non spero.
Cantino altri di voi tanti pastori, che pascon le lor gregge a l'Arno intorno, a cui le Muse, a cui fortuna è amica;
io s'unqua al mio felice stato torno, non pur non tacerò miei santi ardori, ma voi sarete mia maggior fatica.
V. 1 E. movo; 10 greggie. - Componimenti poetici, ecc., ediz. cit. pag. 115.
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