L.
La scoperta del
delitto.
Il mattino seguente Agostino Del Vescovo si recò come nulla
fosse accaduto nella notte, alla casa del prete.
Incontrato un inquilino della medesima, questi gli disse:
— Siete ben mattiniero quest’oggi: già uscito e già tornato?
— Sono uscito ieri dopo pranzo; il padrone mi ha dato
licenza, volendo restar solo.
— Non troppo solo, forse, ma ben accompagnato.
— Che dite mai? Don Asdrubale è un sant’uomo: è un prete
modello.
— Sarà come dite voi, — rispose sogghignando l’inquilino e
se ne andò.
Agostino salì, aprì la porta di casa, poi le imposte del
salotto quindi si affacciò col volto spaventato e gridò:
— Aiuto! Aiuto! Hanno assassinato il mio povero padrone!
Aiuto! Hanno ucciso don Asdrubale.
La gente accorse tosto a quella chiamata: in un momento la
casa fu piena di persone e fra esse parecchi birri e agenti di polizia.
Agostino s’era buttato su di una poltrona, piangeva
dirottamente e mandava gemiti strazianti.
Cionullameno venne arrestato e condotto innanzi a monsignor
Fiscale il quale volle prendersi sopra di sé la cura di fare la luce su
quell’assassinio.
La salma di don Asdrubale venne intanto trasportata al
cimitero e l’appartamento sugellato.
Ma per quante indagini si facessero, per quanti
interrogatori Agostino Del Vescovo subisse, la verità non poté venir in luce.
Si stabilì che il prete aveva riscosso la mattina dell’assassinio duemila scudi
in oro, e che questi erano scomparsi, insieme all’altro denaro che doveva avere
in casa; si ammise la supposizione che don Asdrubale avesse passata la notte
con una donna di malaffare, la quale doveva essere o autrice o complice del
misfatto. Ma nulla più. E alla fin fine Agostino Del Vescovo dovette essere dimesso
dal carcere.
Per rifarsi delle noie e delle pene subite; non riflettendo
che la polizia avrebbe continuato a vigilarlo, si diede a menar vita allegra
con una donna perduta della Suburra.
Una improvvisa perquisizione a costei condusse alla scoperta
di una giarrettiera simile a quella abbandonata sul letto di don Asdrubale.
La meretrice venne arrestata e incolpata dell’assassinio del
prete.
Sulle prime negò assolutamente, ma poi vedendo che le cose
si mettevano male, temendo di dover essere tenuta responsabile del delitto,
confessò tutto quello che sapeva; cioè che la notte dell’assassinio aveva
prestato i suoi abiti al proprio amante Agostino Del Vescovo, e lo aveva
vestito di propria mano da donna, avendole egli detto, che si trattava di una
burla; che era ritornato da lei dopo la mezzanotte; e che da quel giorno lo
vide sempre largamente fornito di monete d’oro.
Non appena avuta notizia dell’arresto della sua donna,
Agostino aveva preso il largo, s’era recato ad Ancona, dove contava di prendere
imbarco per il levante. Ma mentre stava per mandare ad effetto il suo proposito
venne arrestato e condotto a Roma, dove l’abilità dell’inquirente lo condusse
ad una completa confessione del misfatto.
Condannato alla decapitazione, non volle saperne di conforti
religiosi e la subì cinicamente, gettando così quella maschera di devozione che
aveva portato per tanto tempo.
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