Silvio Pellico
Dei doveri degli uomini

CAPO TERZO.   Religione.

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CAPO TERZO.

 

Religione.

 

Ponèndo per fermo che l'uòmo è dappiù del bruto e ch'egli ha in alcun che di divino, dobbiamo aver somma stima di tutti que' sentimenti che valgono a nobilitarlo: ed essèndo evidènte che niun sentimento tanto lo nobilita quanto d'aspirare, malgrado le sue misèrie, alla perfezione, alla felicità, a Dio, fòrzriconoscere l'eccellènza della religione e coltivarla.

Non ti sgomentino i molti ipòcriti quei beffardi che avranno l'ardire di chiamarti ipòcrita perchè religioso. Senza fòrza d'animo non si possède alcuna virtù, non s'adempie alcun altro dovere: anche per èssere pio, bisogna non èssere pusillanime.

Meno ancòra ti sgomenti l'èssere associato, come cristiano, con molti volgari ingegni, poco atti a capire tutto il sublime della religione. Perchè anche il volgo può e dèbb'èssere religioso: non è vero che la religione sia una volgarità. L'ignorante pure è obbligato all'onestà; arrossirà perciò l'uomo colto d'èssere onèsto?

I tuòi studi e la tua religione t'hanno recato a conoscere non èsservi religione più pura del cristianesimo, più esènte d'errori, più splèndida di santità, più manifestamente il carattere di divina. Non havvene altra che abbia tanto influito ad avanzare e generalizzare l'incivilimento ed abolire o mitigare la schiavitù, a far sentire a tutti i mortali la loro fratellanza innanzi a Dio, la loro fratellanza con Dio stesso.

Poni mente a tutto ciò ed in particolare alla solidità delle sue pròve stòriche: queste sono tali da règgere ad ogni spassionato esame.

E per non andare illuso da sofismi contro il valore di quelle pròve, congiungi all'esame la rimembranza del gran numero d'uòmini sommi che perfètte le riconobbero, da alcuni dei robusti pensatori del nòstro tèmpo sino a Dante, sino a san Tomaso, sino a sant'Agostino, sino ai primi padri della Chièsa.

Ogni nazione t'òffre illustri nomi che nessun incrèdulo osa sprezzare.

Il cèlebre Bacone, tanto vantato dalla scuòla empirica, bèn lungi dall'èssere incredulo come i più caldi suòi panegiristi, si professò sèmpre cristiano. Cristiano èra Gròzio sebbène in alcune còse abbia errato, e scrisse un trattato Della verità della religione. Leibnizio fu uno dei più ardènti sostenitori del cristianesimo. Newton non si vergognò di comporre un trattato Sulla concordia dei vangèli. Locke scrisse Del cristianesimo ragionevole. Il nòstro Vòlta èra sommo fisico ed uòmo di vasta coltura, e fu tutta la vita virtuosissimo cattòlico. Siffatte menti e tante altre valgono cèrto alcun che per attestare il cristianesimo èssere in perfetta armonia col senno, con quel senno, cioè, ch'è molteplice nelle sue cognizioni e nelle sue ricerche, non ristretto, non unilatere, non pervertito dalla libidine dello scherno e della irreligione.

 

 

 


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