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Rispètto a' vècchi ed a' predecessori.
Onora l'immagine de' genitori e degli avi tuòi in tutte le persone attempate. La vecchiaia è veneranda ad ogni spirito bennato.
Nell'antica Sparta èra legge che i giovani s'alzassero alla venuta d'un vècchio; che tacessero quand'ei parlava; che gli cedessero il passo incontrandolo. Ciò che non fa la legge prèsso noi, faccialo - e sarà mèglio - la decènza.
In quell'ossèquio evvi tanta bellezza morale che pur coloro i quali obbliano il praticarlo sono costretti ad applaudirlo in altri.
Un vècchio ateniese cercava posto a' giuochi olimpici, e zeppi èrano i gradini dell'anfiteatro. Alcuni giovinastri suòi concittadini gli accennarono che s'accostasse, e quando, cedèndo all'invito, pervenne a grande stènto sino a loro, invece d'accoglienza trovò indegne risate. Respinto il pòvero canuto da un luògo all' altro, giunse alla parte ove sedeano gli Spartani. Fedeli questi al costume sacro nella loro patria, s'alzano modèsti e lo còllocano fra loro. Quei medesimi Ateniesi che lo avevano sì svergognosamente beffato furono compresi di stima pei generosi èmuli, ed il più vivo applauso si levò da tutti i lati. Grondavano le lagrime dagli òcchi del vècchio, e sclamava: «Conoscono gli Ateniesi ciò ch'è onèsto, gli Spartani l'adempiono!»
Alessandro il Macèdone - e qui gli darèi volentièri il titolo di grande, - mentre le più alte fortune cospiravano ad insuperbirlo, sapeva nondimeno umiliarsi al cospètto della vecchiaia. Fermato una vòlta nelle sue trionfali mòsse per còpia straordinaria di neve, fece ardere alcuna legna, e seduto sul règio scanno si scaldava. Vide fra i suoi guerrièri un uòmo opprèsso dall'età il quale tremava dal freddo. Balzò a lui e, con quelle invitte mani che avevano rovesciato l'impèro di Dario, prese il vècchio intirizzito e lo portò sul pròprio sèggio.
«Non è malvagio se non l'uòmo inverecondo verso la vecchiaia, le dònne e la sventura», diceva Parini. E Parini giovavasi pur molto dell'autorità che aveva sui suoi discepoli, per tenerli ossequiosi alla vecchiaia. Una vòlta egli èra adirato con un giovane del quale gli èra stato riferito qualche grave tòrto. Avvenne che l'incontrò per una strada, nell'atto che quel giovane, sostenèndo un vècchio cappuccino, gridava con decòro contro alcuni mascalzoni dai quali questo èra stato urtato. Parini si mise a gridare concordemente, e gettate le braccia al còllo del giovane, gli disse - «Un momento fa, io ti riputava pervèrso; or che son testimònio della tua pietà pe' vècchi, ti ricredo capace di molte virtù.»
La vecchiaia è tanto più da rispettarsi in coloro che sopportarono le molèstie della nòstra puerizia e quelle della nostra adòlescenza; in coloro che contribuirono quanto mèglio poterono a formarci l'ingegno ed il cuòre. Abbiasi indulgènza a' loro difètti, e valutiamo con generoso computo le pene che loro costammo, l'affezione che in noi posero, il dolce guiderdone che rièsce per loro la continuità del nòstro amore. Nò; chi si consacra con animo gentile all'educazione della gioventù non è abbastanza compensato dal pane che giustamente gli si pòrge. Quelle cure patèrne e matèrne non sono da mercenario. Nobilitano colui che ne fa sua abitudine. Avvezzano ad amare e danno il diritto d'essere amato.
Portiamo filiale ossèquio a tutti i superiori, perchè superiori.
Portiamo filiale ossèquio alla memoria di tutti quegli uòmini che furono benemèriti della patria, o dell'umanità. Sacre ci sieno le loro scritture, le loro immagini, le loro tombe.
E quando consideriamo i sècoli passati e gli avanzi di barbarie che ne sono rimasti; quando gemèndo su molti mali presènti, li scorgiamo conseguènze delle passioni e degli errori dei tèmpi andati, non cediamo alla tentazione di vituperare i nòstri avi. Facciamoci cosciènza di èssere pii nei nostri giudizii su di loro. Imprendevano guèrre che or deploriamo; ma non èrano essi giustificati da necessità, o da incolpevoli illusioni che a sì gran distanza mal possiamo pesare? Invocarono intervenzioni stranière, le quali riuscirono funèste; ma necessità ancòra, od incolpevoli illusioni non li giustificavano? Imponevano istituzioni che non ci piacciono; ma è forse vero che non fossero opportune al loro tèmpo? che non fossero il mèglio voluto dalla sapiènza umana cogli elementi sociali che s'avevano a que' dì?
La critica dèbb'èssere illuminata, ma non crudèle vèrso gli avi, non calunniatrice, non disdegnosa di riverènza a coloro che non possono sorgere dai sepolcri e dirci: -
«La ragione della nòstra condotta, o nepoti, fu questa.»
Cèlebre è il detto del vècchio Catone: «Difficil cosa è far capire ad uòmini che verranno in altro sècolo ciò che giustifica la nòstra vita.»