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Allorchè tu abbia preso fra le carrière sociali quella che ti conviène, e pàiati d'avere dato al tuo carattere tal fermezza di buone abitudini da poter èssere degnamente uòmo, - allora, e non prima, - se intendi aver moglie, t'adòpera ad eleggerne una che mèriti l'amor tuo.
Ma avanti d'uscire dal celibato, riflètti bène se nol dovresti preferire.
In caso che tu non avessi saputo domare le tue inclinazioni all'ira, alla gelosia, al sospètto, all'impaziènza, al duro predominio, da poter presumere di riuscire amabile con una compagna, abbi la forza di rinunciare alle dolcezze del matrimònio. Prendèndo moglie, la renderesti infelice, e renderesti infelice te medesimo.
In caso che tu incontrassi tal persona che riunisse tutte quelle qualità che ti sembrassero necessarie per contentarti e perchè ella ponesse in te l'amor suo, non lasciarti recare ad accettare una spòsa. Il tuo dovere è di rimanere cèlibe piuttosto che giurare un amore che non avresti.
Ma sia che tu soltanto prolunghi il celibato, sia che tu vi rimanga per sèmpre, onoralo colle virtù che prescrive, e sappine apprezzare i vantaggi.
Sì, egli ha i suoi vantaggi. E quelli di ciascuna condizione in cui l'uòmo si tròvi, dèbbe riconoscerli ed apprezzarli, altrimenti ei si crederà ivi infelice o degradato, e scemerà in lui il coraggio d'operare con dignità.
La manìa di mostrarsi fremebondo sui disordini sociali, e l'opinione forse che giovi esagerarli affinchè si corrèggano, indusse spesso uòmini di veemènte facondia a vòlgere l'attenzione altrui sugli scandali dati da molti cèlibi, ed a gridare il celibato èssere contro natura, èssere un'enorme calamità, èssere la causa più potènte della depravazione dei pòpoli.
Non lasciarti esaltare da queste ipèrboli. Pur troppo gli scandali del celibato esistono. Ma anche dall'avere gli uòmini braccia e gambe, nasce scandolo di pugni e di calci; nè ciò vuòl per altro dire che braccia e gambe sieno pèssima còsa.
Coloro che affastèllano considerazioni sulla pretesa necessaria immoralità del celibato si facciano a computare i mali che derivano dal decidersi pel matrimònio senza inclinazione.
Alle brèvi follie delle nòzze succède la nòia, succède l'orrore di non più essere liberi, succède l'accòrgersi che la scelta fu precipitata, che le indoli sono inaccordabili. Dal rammarico reciproco, o d'una delle parti, provèngono gli sgarbi, le offese, le diuturne crudelissime amarezze. La donna, l'ènte più dolce e più generoso dei due, suòl èssere vittima della sventurata disarmonia, o dolorando sino alla mòrte, o - ciò ch'è pèggio - snaturandosi, perdèndo la sua bontà, dando luògo ad affetti in cui le sembra di trovare un compènso alla mancanza dell'amor coniugale, e che non le fruttano se non ignominia e rimòrso. Dai malaugurati matrimònii vèngono figliuòli i quali per prima scuòla hanno la indegna condotta del padre o della madre, o di ambo i genitori; figliuòli quindi pòco o malamente amati, poco o malamente provveduti d'educazione, senza ossèquio vèrso i parènti, senza tenerezza vèrso i fratèlli, senza nozioni di virtù domestiche, - le quali sono la base delle civili virtù!
Tutte queste cose sono così frequènti che basta aprire gli òcchi e si vedono. Nessuno mi dirà che io esageri.
Non nego i mali che avvèngono nel celibato, ma chiunque porrà mente a quegli altri mali, non sarà cèrto per tenerli minori e meco dirà d'infiniti maritàti: - «Oh non avessero mai pronunciato quel fatale giuramento!»
Gran parte dei mortali è chiamata al matrimonio, ma anche il celibato è in natura. Affliggersi se tutti non s'affaticano a procreare è ridicolaggine. Il celibato, quando viène elètto per buone ragioni ed osservato con onore, non ha nulla d'ignòbile. Degnissimo è anzi di rispètto, come qualunque spècie di ragionevole sacrificio, fatto per buòno scopo. Non imponèndo le cure di una famiglia, lascia a quelli maggior tèmpo e maggior vigore per consacrarsi ad alti studi o ad alti ministèri di religione; lascia a questi più mèzzi per sostenere famiglie di consanguinei che abbisognano di aiuto; lascia ad altri più libertà d'affezione per versarla su molti pòveri.
E tutto ciò non è forse bène? -
Queste riflessioni non sono inutili. Per abbandonare il celibato od abbracciarlo, bisogna sapere ciò che si abbraccia o si abbandona. Le parziali declinazioni travòlgono il giudizio.