Silvio Pellico
Dei doveri degli uomini

CAPO VIGESIMOSECONDO.   Rispètto a fanciulle e mogli altrui.

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CAPO VIGESIMOSECONDO.

 

Rispètto a fanciulle e mogli altrui.

 

Sia che tu rimanga cèlibe o ti mariti, abbi gran rispetto dello stato virgineo o del matrimonio.

Nulla di più dilicato dell'innocènza e della riputazione d'una fanciulla: non permetterti con alcuna di esse la minima libertà di manière o di paròle che pòssa dare alcuna profanazione a' suoi pensièri alcun turbamento al suo cuòre. Non permetterti, parlando ad una fanciulla lontano da lèi, alcun detto che pòssa da altrui farla presumere d'animo leggèro e facile ad invaghirsi. Le più tènui apparènze bastano a scemare ad una giovine il suo decòro, a destare contro lèi la calunnia, a farla forse mancare un matrimonio che l'avrebbe resa felice.

Se ti sentissi palpitare d'amore per una fanciulla e non potessi aspirare alla sua mano, non palesarle la tua fiamma, nascondigliela anzi con ogni cura. Sapèndo d'essere amata, potrebbe accendersi per te e divenire quindi vittima d'una sventurata passione.

Se t'accorgessi d'avere inspirato amore ad una fanciulla che tu non volessi o non potessi sposare, abbi eguale attenzione alla sua pace ed alla sua conveniènza; cèssa affatto di vederla. Compiacersi d'aver mòsso in una misera innocènte un delirio che non può fruttarle se non afflizione e vergogna è la più scellerata delle vanità.

Colle dònne maritate non èssere meno guardingo. Un tuo fòlle amore per alcuna d'esse, od un fòlle amore di alcuna d'esse per te, potrebbe trarvi a grande sventura, a grande ignominia. Tu vi perderesti meno di lèi, ma appunto pensando quanto maggiormente pèrda una dònna la quale si esponga a meritare la disistima del marito e di medesima, appunto pensando ciò, se sèi generoso, trèma del suo pericolo, non lasciarvela un istante, tronca un amore che Dio e le leggi condannano. Il tuo cuòre e quello dell'amata sanguineranno dividèndosi; non impòrta. La virtù còsta sacrificii; chi non sa compirli è un vile.

Fra dònna maritata ed uòmo che non siale marito non può èsservi incolpevolmente altra intima relazione che una gara di giusta stima fondata sopra conoscimento di vere virtù; fondata sulla persuasione che siavi d'ambe le parti, prima d'ogni altro amore, un amore saldo dei doveri.

Abbòrri come somma immoralità il rapire ad uno spòso gli affetti di sua moglie. S'egli è degno d'essere amato da lèi, la tua perfidia è un delitto atroce. Se non è marito stimabile, le colpe di lui non t'autorizzano a degradare la infelice che gli è compagna. Per la moglie d'un cattivo marito non v'è scelta: ella dee rassegnarsi a tollerarlo ed èssergli fedele. Colui che, sotto il pretèsto di volerla consolare, la tragge ad amore colpevole, è un crudele egoista. E se la intenzione di lui fosse anche pietosa, questa è pietà illusoria, funèsta, riprovevole. Innamorando quella dònna, aumenteresti la sua infelicità: aggiungeresti all'angòscia sua d'avere un marito non amabile quella d'odiarlo sèmpre più amando te ed esagerandosi i tuoi prègi: v'aggiungeresti forse tutti i tormenti della gelosia di suo marito, v'aggiungeresti la straziante consapevolezza in lèi d'essere rèa. La dònna mal maritata non può avere altrimenti pace, se non mantenendosi irreprensibile. Chi le promette un'altra pace, mentiste e la trascina nel dolore.

Vèrso le dònne che ti saranno care per le loro virtù, bada, quanto vèrso le fanciulle, a non far nascere ingiuriosi sospètti a cagione dell'amicizia che avrai per loro. Sii circospètto nel mòdo con che di esse parlerai ad uòmini usi ad abbiètti giudizii. Essi accòrdano sempre le supposizioni colla perversità del pròprio cuòre. Infedeli intèrpreti di ciò che vien loro detto, danno un cattivo sènso ai discorsi più semplici, ai fatti più innocènti; sognano mistèro ove non havvene alcuno. Niuna cura è soverchia per mantenere illibata la fama d'una dònna. Questa fama, dopo l'intrinseca sua onestà, è il più bèl pregio di lèi. Chi non è gelosissimo di conservargliela, chi ha la viltà di compiacersi ch'altri suppongano in una dònna qualche debolezza per lui, è assolutamente un indegno che meriterebbe d'èssere espulso da ogni buòna compagnia.

 

 

 


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