-- RELAZIONI DEI CIRCOLI MINORI
Frutto della discussione dei Circoli Minori sono le Relazioni redatte come
raccolta delle opinioni della maggioranza e della minoranza, che esprimono con
trasparenza le opinioni convergenti e quelle eventualmente contrarie. Queste
Relazioni che vengono sottoposte all’approvazione dei Circoli Minori nel
raccogliere tutti i suggerimenti e le riflessioni dei Membri di ogni singolo
Circolo, costituiscono in tal modo una proiezione fedele delle opinioni della
maggioranza, nonché quelle dell’eventuale minoranza. Queste relazioni rivestono
la massima importanza dal momento che sono l’espressione più evidente ed
elaborata del pensiero dei Padri sinodali coinvolti nella discussione dei
Circoli e contengono altresì in embrione gli elementi per il consenso generale
del Sinodo stesso. Tutte le relazioni considerate nel loro insieme
rappresentano in qualche modo la prima sintesi del lavoro sinodale.
Sono state presentate nella Diciassettesima Congregazione Generale di questo
pomeriggio, seguendo l’ordine di presentazione della richiesta d’intervento, le
Relazioni dei Circoli Minori, preparate dai Relatori dei Circoli Minori.
Pubblichiamo qui di seguito i riassunti delle Relazioni dei Circoli Minori
presentate nella Diciassettesima Congregazione Generale:
- RELAZIONE DEL CIRCOLO
MINORE ANGLICUS B: S.E.R. Mons. Donald William WUERL, Vescovo di Pittsburgh
Riconosciamo che siamo essenzialmente una comunità di fede i cui membri credono
nel Signore Gesù, e perciò abbiamo una nostra identità nella Chiesa e
attraverso la Chiesa, la quale è essa stessa radicata nell’Eucaristia. Per
questa ragione prendiamo molto seriamente il nostro bisogno e dovere di
trasmettere la nostra testimonianza di Cristo e la nostra comprensione del
Mistero della Divina Rivelazione.
Nel discutere sulla necessità di celebrare l’Eucaristia nelle circostanze
attuali vediamo in discussione un certo numero di valori. Punto primo e più
significativo è il fatto che l’Eucaristia è essenziale alla Chiesa. Essa
costituisce la fonte e il culmine della sua vita e missione. Tuttavia, dobbiamo
anche tenere in conto la gravità della mancanza di sacerdoti in così tante
parti del mondo. Riconosciamo anche il ruolo dei sacerdoti sposati nelle Chiese
Orientali.
La nostra discussione ha sottolineato il fatto che il celibato non è l’unico né
il principale motivo di questa mancanza di vocazioni. Di fatto, la cultura
contemporanea vive una crisi in molti altri ambiti, inclusi la natura, la
durata e la vitalità del matrimonio. La mancanza di assunzione di
responsabilità per tutta la vita sembra essere un motivo ricorrente
fondamentale delle nostre riflessioni su molta parte della vita moderna.
La mancanza di sacerdoti si esprime in molti modi. Osserviamo l’esistenza di
piccole comunità di fede sparse sul territorio e la quasi impossibilità di
portare loro l’Eucaristia a intervalli brevi e regolari. Anche nelle zone dove
sono raggruppate comunità di fede più ampie viene messo l’accento sulla
disponibilità di sacerdoti. Alla luce dell’attuale situazione si pone la
domanda se esistano misure alternative.
Nell’analizzare la situazione dobbiamo fornire alcune osservazioni su come
affrontarla. È emerso un certo numero di riflessioni. La prima riguarda l’ovvia
necessità di incoraggiare le vocazioni al ministero sacerdotale. Il clero
locale è l’atteso risultato della presenza della Chiesa in una regione.
Comunque, le Chiese locali dovrebbero essere aperte alla condivisione dei
sacerdoti; così come all’inizio del periodo apostolico e nel corso di tutta la
sua storia, la Chiesa ha incoraggiato uno spirito missionario che arricchisce
la vita e l’andare incontro. Sotto la voce “solidarietà del personale” rientra
il problema della condivisione dei sacerdoti, di come provvedere in modo giusto
al sostegno dei presbiteri quando si spostano da un’area all’altra.
Il diaconato permanente offre un certo aiuto in questo senso. Occorre
svilupparlo per andare incontro ai bisogni odierni, soprattutto nel sollevare
il sacerdote da molti ministeri amministrativi, educativi e di servizio.
Infine, abbiamo affrontato la questione del servizio Eucaristico che spesso
oggi sostituisce la Messa. Abbiamo messo in luce la realtà teologica del
Mistero Pasquale come totalmente e qualitativamente distinta da qualsiasi altro
servizio religioso svolto in assenza del sacerdote e l’imperativo che questa
distinzione non venga offuscata.
Dalle nostre riflessioni è uscito rafforzato il bisogno di individuare, laddove
è necessario, dei servizi religiosi più chiaramente definibili, al posto della
Messa. Abbiamo anche apprezzato che in alcune zone questo sia stato fatto in
modo creativo e fruttuoso.
Le liturgie delle Chiese Orientali sono state riconosciute per il loro senso
del sacro mentre cerchiamo di trovare il giusto equilibrio, nella liturgia, tra
il senso dell’azione che ci coinvolge, la cosiddetta dimensione orizzontale, e
l’azione che porta la nostra attenzione a Dio, la dimensione verticale.
Abbiamo concluso che i programmi per sacerdoti, diaconi e laici su una buona
liturgia sono non solo utili ma necessari. Sono stati incoraggiati il
coinvolgimento di laici ben preparati e programmi di formazione liturgica nelle
parrocchie.
Infine abbiamo sostenuto il concetto di stabilità nella liturgia, affinché non
si crei la falsa impressione che ogni cosa riguardante il culto sia mutevole o
dipenda dalla personalità individuale.
Quando abbiamo rivolto l’attenzione ai criteri per una corretta inculturazione,
avevamo ben presenti i documenti che incoraggiano e guidano questo processo,
quali Ecclesia in Africa, Ecclesia in Asia ed Ecclesia in Oceania. Incoraggiamo
la loro attuazione.
Per concludere, esprimiamo apprezzamento per il ruolo delle comunità
contemplative femminili e maschili che silenziosamente danno testimonianza del
regno trascendente che si rende presente a noi nell’Eucaristia.
[00316-01.06] [CM001] [Testo originale: inglese]
- RELAZIONE DEL CIRCOLO
MINORE HISPANICUS A: S.E.R. Mons. José María ARANCIBIA, Arcivescovo di Mendoza
Il Circolo Minore ha condiviso, prima di tutto, la preoccupazione per la fame
di pane materiale, e la fame di Dio, nel mondo attuale. Profonda necessità,
terrena e divina, legata all’Eucaristia. Viviamo una cultura secolarizzata.
Tuttavia, il mistero dell’Incarnazione Redentrice e dell’Eucaristia, ci
invitano a confidare pienamente in un Dio coinvolto con la storia umana.
Ringraziamo la riforma liturgica promossa dal Concilio Vaticano II. Sotto la
sua guida, dobbiamo continuare a rinnovare il nostro processo evangelizzatore,
celebrativo e pastorale. Ci addolora che l’Eucaristia, dono immenso di amore di
Dio, non sia conosciuto, valorizzato e celebrato bene, per dare così frutti
abbondanti di vita eterna. Ci preoccupa seriamente il fatto che, per la
mancanza di sacerdoti, tante comunità non possono celebrare l’Eucaristia ogni
domenica. Ma vogliamo ringraziare e incoraggiare i sacerdoti che con generoso
sforzo portano l’Eucaristia in tanti luoghi. Ci sentiamo ancora più obbligati ad
accompagnarli. Ringraziamo anche i diaconi e i fedeli laici che li aiutano,
anche portando la Parola e la Comunione in luoghi dove queste non arrivano con
frequenza.
Siamo consapevoli della necessità di incrementare e approfondire la catechesi,
a tutti i livelli, come un’autentica mistagogia per i sacramenti di
iniziazione, strettamente legati fra loro. In questo senso, abbiamo proposto di
rinnovare ed approfondire i contenuti della catechesi, incorporare le famiglie
con i loro bambini, e rivedere anche i materiali al fine di introdurre il
popolo di Dio in tutte le ricche e molteplici dimensioni del mistero
eucaristico. È necessario, inoltre, offrire una catechesi sistematica agli
adulti.
La celebrazione della domenica, come giorno del Signore, deve convocare i
fedeli alla Santa Messa, non solo come un precetto ma come un’esigenza propria
della vita cristiana. Per una celebrazione attiva e feconda sarà necessario
essere attenti all’annuncio della Parola, seguita da omelie ben preparate, al
significato dei segni e gesti carichi di un profondo significato e alla
ricchezza dei testi utilizzati dalla tradizione ecclesiale. La comunità è
congedata in ogni Messa domenicale con un mandato missionario che deve
suscitarne la consapevolezza apostolica, l’impegno di vita e il dovere di
carità impegnata.
La forza rinnovatrice della Pasqua e, pertanto di ogni Eucaristia, non si
celebra unicamente a beneficio personale di ogni partecipante. Infatti, la
conversione e la vita eterna che crescono nei cuori, portano a condividere e ad
imitare lo stesso amore misericordioso di Dio. Per cui, consapevoli delle
necessità, delle crisi e dei conflitti del mondo attuale, ci incoraggia
confidare nei frutti di rinnovamento personale e comunitario che scaturiscono
dall’Eucaristia. Mangiando il Corpo e bevendo il Sangue del Signore, che dà
loro una nuova vita, i fedeli crescono necessariamente anche nell’impegno
sociale, per difendere la vita umana, i valori della famiglia, la giustizia, la
solidarietà e la pace.
Abbiamo trattato anche il complesso tema dell’inculturazione, mossi dalla
preoccupazione di promuovere la partecipazione feconda di tutti i fedeli,
secondo le diverse culture. Auspichiamo che le Conferenze Episcopali continuino
a lavorare in questo senso, guidate dalle tappe recenti della Chiesa.
[00317-01.03] [CM002] [Testo originale: spagnolo]
- RELAZIONE DEL CIRCOLO MINORE ANGLICUS C: S.E.R. Mons. Seán Baptist BRADY,
Arcivescovo di Armagh, Presidente della Conferenza Episcopale
Il gruppo ha sottolineato il fatto che la Relatio post Disceptationem ha
fornito un’eccellente sintesi delle discussioni che si sono tenute in Aula.
I membri del Circolo Anglicus C concordano sul fatto che il raggiungimento di
una migliore formazione nella fede eucaristica all’interno della Chiesa può essere
ottenuto in diversi modi inclusi l’aggiornamento dei testi catechetici alla
luce del recente insegnamento della Chiesa sull’Eucaristia e l’offerta di
presentazioni sistematiche e integrate della dottrina della Chiesa sulla
Presenza reale.
Si era concordi sul fatto che lo studio della storia dell’arte religiosa e
dell’architettura da parte di sacerdoti, seminaristi e laici impegnati
arricchirebbe la catechesi e risveglierebbe la capacità di pensiero simbolico
fondamentale per la mistagogia sacramentale.
Parimenti, è stato convenuto che la formazione nell’Ars Celebrandi di chi
celebra e di chi partecipa è essenziale per una rinnovata e approfondita
comprensione del mistero eucaristico e che ciò dovrebbe includere una
formazione all’uso più frequente del silenzio nella liturgia.
D’altra parte, si è sottolineata la frequenza con cui il problema
dell’inculturazione è stato sollevato in Aula e si era d’accordo sul fatto che
questo tema necessita di essere affrontato dal Sinodo in modo più completo e
più preciso. Abbiamo proposto i seguenti criteri:
- Dev’essere preservata l’unità della celebrazione.
- La celebrazione dev’essere conforme al deposito della fede.
- Essa dovrebbe tendere alla preghiera e all’adorazione.
- Dovrebbe essere un’espressione di riverenza in conformità alle Varietates
Legitimae (1994) e all’Introduzione Generale del Messale Romano.
Ciò ha suscitato anche un’importante discussione su come sviluppare il legame
tra Messa e vita quotidiana, compreso il fornire una più attenta traduzione
dell’Ite Missa est. Si è convenuto che è importante sia indicare che la
missione è un’implicazione della partecipazione all’Eucaristia sia sviluppare,
in termini molto pratici, le implicazioni della partecipazione all’Eucaristia
per rilevanti questioni sociali come la giustizia, la solidarietà, la
riconciliazione, il perdono e la pace. Chiediamo anche alla Congregazione per
il Culto Divino di riconsiderare la spostamento del segno della pace che si
scambia prima della Comunione ponendolo prima dell’offertorio della Messa.
Si era concordi sul fatto che, in ogni caso, la potenza dell’Eucaristia di
trasformare la vita degli individui e le realtà sociali è intimamente legata a
un’adeguata comprensione della Presenza reale e ad una rinnovata enfasi sulla
pratica di adorazione del nostro Signore Eucaristico come un prolungamento
della comunione spirituale con Cristo nella Sua offerta di sé al Padre. È stato
sottolineato che la venerazione e l’adorazione, a loro volta, portano alla
celebrazione dell’Eucaristia in uno spirito di lode e di rendimento di grazie
per questo immenso dono.
Comunque, essenziale per rendere disponibile questo immenso dono del Nostro
Signore Eucaristico ai fedeli, è il ruolo del sacerdote. Si è riscontrato un
forte sostegno alla proposta che il Sinodo riconosca con gratitudine
l’indispensabile ministero dei sacerdoti come predicatori della Parola,
celebranti dell’Eucaristia e guide della Comunità cristiana.
Si era anche d’accordo sull’opportunità che il Sinodo sostenga i sacerdoti
nella loro proclamazione della Parola di Dio, con la proposta di omelie
tematiche, non imposte, secondo un ciclo di tre anni, saldamente basate sulle
Scritture, sulla teologia e sui testi liturgici. È stato anche proposto che
vengano riviste le letture delle Sacre Scritture nella Sacra Liturgia e che
venga preso in considerazione l’uso dei moderni mezzi di comunicazione sociale.
Si è discusso anche sulla questione dei rapporti ecumenici nell’ambito
dell’ospitalità eucaristica. Il nostro gruppo propone uno studio approfondito della
pratica cattolica dell’ospitalità eucaristica al fine di aiutare le Chiese
locali a superare la confusione che esiste attualmente tra il clero e i fedeli.
Il gruppo chiede che venga approfondito ulteriormente il tema del ripristino
dell’ordine originario dei sacramenti di iniziazione che darebbe all’Eucaristia
la sua giusta collocazione come completamento dell’iniziazione cristiana.
Il gruppo esorta il Sinodo a dare grande enfasi alla celebrazione della Messa
domenicale e all’importanza per la comunità di riunirsi nella fede e di
includere un chiaro riferimento al riposo del Sabbath dopo la creazione da
parte di Dio.
Per quanto riguarda le Messe per piccoli gruppi, vengono proposti i seguenti
criteri:
- Devono servire a unificare la parrocchia e non a frammentare la comunità
parrocchiale.
- Dovrebbero rispettare le esigenze del gruppo particolare e favorire una
fruttuosa partecipazione delle persone coinvolte.
- Dovrebbero preservare l’unità della famiglia.
È stato proposto che le persone disabili siano riconosciute pienamente come
membri della Chiesa e vengano aiutate ad occupare il posto che compete loro
nella vita liturgica della Chiesa. Perché questo avvenga, l’architettura delle
Chiese dovrebbe tenere conto di loro ed essi dovrebbe essere coinvolti attivamente
nelle celebrazioni se vogliamo ricordare l’insegnamento di Papa Giovanni Paolo
II sul valore della sofferenza.
Il nostro gruppo ritiene che il popolo cristiano sarà attirato verso una piena,
attiva e fruttuosa partecipazione all’Eucaristia quando il desiderio del cuore
sarà attratto dall’Eucaristia e troverà in essa la sua gioia. Esortiamo infine
a creare le condizioni in cui la verità, la benedizione e la santità di Cristo,
l’unico che può dare gioia piena al cuore, possano continuare a rifulgere in
tutto il loro splendore nelle celebrazioni eucaristiche.
[00323-01.05] [BR003] [Testo originale: inglese]
- RELAZIONE DEL
CIRCOLO MINORE HISPANICUS B: S.E.R. Mons. Alberto GIRALDO JARAMILLO, P.S.S.,
Arcivescovo di Medellin
Il Gruppo Hispanicus B ha avuto come moderatore il Signor Cardinale Jorge Mario
Bergoglio, Arcivescovo di Buenos Aires e come relatore, Monsignor Alberto
Giraldo, Arcivescovo di Medellín. Il gruppo ha ritenuto importante iniziare con
questo tema: l’Eucaristia e la vita del sacerdote. Dal Sinodo deve venir fuori
un grido di ammirazione e apprezzamento per tutti i fratelli presbiteri che nel
mondo intero rendono possibile a tutti l’Eucaristia e orientano la loro vita a
partire da un’autentica spiritualità eucaristica. I membri hanno elaborato 27
proposizioni che possono essere raccolte nei seguenti 10 enunciati.
1. Che si diano orientamenti di sostegno ai sacerdoti perché le loro
celebrazioni esprimano la consapevolezza di agire sotto l’azione dello Spirito
Santo. In questo modo assicurano la presenza di Cristo nell’Eucaristia, con
tutta la ricchezza della sua opera salvifica.
2. Che ogni vescovo dia grande importanza alla formazione dei seminaristi
accompagnando loro e i loro formatori. Bisogna dare una attenzione particolare
alla selezione e alla formazione dei candidati per vivere il carisma del
celibato.
3. Che si possa assicurare la dignitosa celebrazione nella Cattedrale, nelle
parrocchie e nelle diverse chiese della diocesi e si assicuri che i fedeli
possano visitare il Santissimo Sacramento nelle diverse ore del giorno.
4. Che si organizzi nella diocesi una pastorale vocazionale ben strutturata,
che parte dalla preghiera per le vocazioni e abbia l’appoggio delle famiglie,
dei sacerdoti e dei seminaristi.
5. Che si presti particolare attenzione agli ammalati in modo da assicurare
loro l’Eucaristia, alimento di immortalità. L’Eucaristia sarà la fonte
inesauribile di una cultura della vita.
6. Che si offra una compagnia attenta a quanti hanno formato le loro famiglie a
partire dal sacramento del matrimonio. Nell’occuparsi della difficile
situazione di coloro che hanno provato il dolore della separazione, si tratterà
di arrivare a loro con atteggiamento di misericordia affinché si possano
offrire loro orientamento e appoggio che consentano loro di chiarire la loro
situazione con un processo canonico adeguato.
7. Che si faccia una rinnovata pastorale del Sacramento della Riconciliazione.
8. Che, quale frutto dell’anno dell’Eucaristia, si cerchi una pedagogia
affinché i fedeli possano giungere all’incontro con il Signore Risorto nella
Messa di ogni domenica.
9. Che riusciamo a trovare percorsi catechetici adeguati affinché i sacerdoti e
i fedeli comprendano la presenza di Maria in ogni celebrazione eucaristica.
10. Che riusciamo a comprendere che, anche se l’Eucaristia è un dono, è nostro
dovere pastorale avvicinare le persone a questo Sacramento, offrendo loro degli
aiuti perché possano ricevere degnamente il Signore Gesù Cristo Sacramento.
[00318-01.05] [CM004] [Testo originale: spagnolo]
- RELAZIONE DEL CIRCOLO MINORE ANGLICUS A:S.E.R. Mons. Diarmuid MARTIN,
Arcivescovo di Dublino
Parlando della devozione all’Eucaristia è stato riconosciuto che l’azione
eucaristica del Sacrificio della Messa è l’atto più grande di adorazione della
Chiesa. L’adorazione eucaristica, al di fuori della Messa, dovrebbe scaturire
dall’azione eucaristica e ricondurre ad essa. L’adorazione eucaristica
considerata come segno riemergente dei tempi, può sostenere fortemente la
santità degli individui e delle comunità.
Il gruppo ha espresso un particolare apprezzamento, una conferma e un
incoraggiamento ai sacerdoti per la loro fedeltà nel ministero dell’Eucaristia.
Parlando dell’ars celebrandi è stato sottolineato che essa non implica una
sorta di coreografia del rito liturgico, bensì un modo per entrare nel Mistero
dell’Eucaristia e il desiderio di entrare in comunione con Dio attraverso il
mistero Pasquale.
Grande attenzione è stata dedicata alla riflessione sulla Liturgia della
Parola. È stato suggerito di preparare una lista di omelie tematiche che
trattino i Misteri fondamentali della Salvezza con riferimenti appropriati al
Lezionario, ai Padri della Chiesa e al Catechismo della Chiesa Cattolica.
Il gruppo ha sottolineato il bisogno di sviluppare una spiritualità eucaristica
dei laici. È stata inoltre suggerita la compilazione di un “Compagno
Eucaristico” con contenuti dottrinali, catechetici e devozionali a beneficio
dei fedeli.
Il gruppo ha messo in evidenza i legami tra l’Eucaristia e il Sacramento della
Penitenza, specialmente in considerazione del fatto che molti hanno perso il
senso del peccato.
La grave mancanza di sacerdoti in alcune aree è motivo di preoccupazione per
l’intera Chiesa. In assenza di sacerdoti, il gruppo ha sottolineato
l’importanza della liturgia della Parola per sostenere coloro che sono privati
dell’accesso all’Eucaristia.
In alcune parti del mondo, la diminuzione del numero delle persone che
partecipano regolarmente alla Messa domenicale è fonte di grande
preoccupazione.
L’“eclissi della fede” tra tante persone verrà superata e ribaltata soltanto
attraverso la conversione personale.
[00319-01.06] [CM005] [Testo originale: inglese]
- RELAZIONE DEL CIRCOLO
MINORE GALLICUS C: S.E.R. Mons. Paul-André DUROCHER, Vescovo di
Alexandria-Cornwall
Abbiamo deciso di seguire le questioni proposte dal Relatore Generale al
termine della Relatio post disceptationem. Il relatore del gruppo ha preso nota
delle diverse proposizioni nel corso della nostra discussione e ha preparato un
elenco che è stato discusso e adottato dal gruppo, di modo che ognuna di queste
proposizioni, con qualche eccezione, rappresenta il consenso del gruppo non
solo nel suo contenuto, ma anche nella sua formulazione.
Inoltre, ognuno dei padri sinodali è stato invitato a preparare qualche
proposta che gli stava particolarmente a cuore, al fine di completare il nostro
studio dell’insieme delle questioni. Questo metodo di lavoro ci ha consentito
di elaborare circa settantacinque brevi proposizioni che rispecchiano veramente
il pensiero del nostro gruppo di lavoro.
Alcuni temi di discussione hanno attirato la nostra attenzione in modo
particolare. Eccone una breve presentazione con alcune osservazioni pertinenti.
Il nostro atteggiamento dinanzi alla secolarizzazione deve essere più sfumato.
In effetti, nel nostro mondo attuale vi sono dei semi della Parola.
L’Eucaristia può rispondere alla sete e alle speranze del nostro tempo.
Quale sacramento della fede, l’Eucaristia deve essere approfondita attraverso
una catechesi mistagogica e iniziatica, fondata sullo studio della Parola di
Dio e incentrata su Cristo risorto.
La fede celebrata nell’Eucaristia deve inoltre essere vissuta quotidianamente.
La contemplazione del sacrificio di Cristo, al quale siamo chiamati ad unirci,
potrà aiutarci a formare questa unità di fede e di vita. Occorre però intendere
questo sacrificio come un mistero d’amore, una promessa di vita, un cammino di
libertà.
La mancanza di sacerdoti ci addolora e sentiamo con forza la preoccupazione dei
numerosi fedeli che a causa di questo non hanno accesso ai sacramenti. L’idea
di ordinare viri probati è stata discussa, ma non ha ottenuto la maggioranza
dei voti. Il gruppo è unanime nell’affermare il valore inestimabile del
celibato sacerdotale per la Chiesa latina e desidera impegnare la Chiesa in una
pastorale vocazionale ancora più vigorosa, positiva e aperta ai doni di Dio.
D’altra parte, riteniamo che una migliore ridistribuzione dei sacerdoti fidei
donum possa aiutare ad attenuare un pò questa mancanza.
Abbiamo discusso serenamente su diverse altre questioni: l’adorazione
eucaristica, l’ecumenismo, l’impegno sociale che scaturisce dall’Eucaristia; la
liturgia. La questione del posto che la confermazione occupa tra i sacramenti
d’iniziazione ha suscitato uno scambio più vivo, ma siamo d’accordo
nell’affermare che, qualunque sia la scelta delle Conferenze episcopali in
questo ambito, l’Eucaristia deve essere sempre percepita come culmine
dell’iniziazione cristiana. In questa stessa prospettiva sarebbe necessario
ritrovare anche il rapporto tra il battesimo e la riconciliazione.
Infine, abbiamo dedicato la nostra attenzione a: la domenica come giorno del
Signore; la situazione delicata delle persone in situazioni matrimoniali
irregolari, soprattutto nei paesi del sud, dove la poligamia, i matrimoni misti
e i matrimoni tradizionali pongono delle sfide pastorali molto serie;
l’inculturazione dei riti, che rimane pressante; l’impegno dei cattolici a
favore della giustizia, impegno che verifica la profondità di una spiritualità
eucaristica autentica.
Nel nostro gruppo siamo stati benedetti dalla presenza di vescovi provenienti
dall’America, dall’Europa, dall’Africa e dall’Asia, nonché dalla tradizione
orientale. Questa diversità è stata per noi fonte di scoperte e di sapienza,
rivelandoci al contempo la profondità dell’unità di questa fede che
condividiamo. Anche per questo la nostra preghiera si fa “Eucaristia”.
[00320-01.04] [CM006] [Testo originale: francese]
- RELAZIONE DEL CIRCOLO MINORE HISPANICUS C: S.E.R. Mons. Juan Francisco SARASTI
JARAMILLO, C.I.M., Arcivescovo di Cali
Il Circolo è stato formato da 19 Padri sinodali e ha contato sulla presenza di
due auditori, due collaboratori e due assistenti.
Dopo la lettura delle diciassette questioni indicate dal Relatore Generale e
dopo averle opportunamente suddivise, raggruppate e integrate, il Circolo ha
deciso, tramite votazione, gli argomenti ritenuti di maggiore interesse. Alla
luce delle preferenze espresse si è passato a discuterne alcune.
Successivamente, è stato chiesto ai Padri di elaborare proposizioni,
soprattutto a partire dai loro interventi in Aula, che sono state presentate
nel pomeriggio di ieri, discusse e approvate dettagliatamente nella mattinata
di oggi.
Il risultato di tutto questo lavoro, svolto con grande cura e in un clima
estremamente fraterno e di amore per la Chiesa, sono state 24 Proposizioni.
[00322-01.04] [CM007] [Testo originale: spagnolo]
- RELAZIONE DEL CIRCOLO
MINORE GERMANICUS: S.E.R. Mons. Gerhard Ludwig MÜLLER, Vescovo di Regensburg
La presentazione dell’Eucaristia come fonte e culmine della vita e della
missione della Chiesa rimane compito della teologia, della spiritualità e della
pastorale.
Le carenze nella comprensione della liturgia e nella pratica possono essere
superate soltanto attraverso un orientamento positivo e attraente verso Gesù
Cristo. Egli è “la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1, 9).
Nella civiltà occidentale, però, i cristiani sono colpiti dalla
secolarizzazione della coscienza. Ciò può portare alla banalizzazione delle
verità cristiane e alla profanazione della liturgia e del modo di vivere.
Spesso esiste una discrepanza tra il catechismo che si ha in testa e le
tentazioni e le pressioni di un’impostazione di vita collettiva determinata
solo dal mondo interiore. Le conseguenze di ciò possono essere l’indifferenza,
ma anche le aggressioni nei confronti della dottrina e della morale della
Chiesa, in apparenza estranea al mondo e ostile alla vita.
Esiste però la fame di giustizia e di una vita autentica nella libertà e nell’amore.
Così, in tutto il mondo si pone la domanda su come possa essere trasmesso il
proporsi, da parte di Dio, come luce e amore per tutti gli uomini, nelle loro
situazioni concrete di vita quotidiana e con la presenza costante di un certo
spirito del tempo secolare nella comunicazione di massa.
Come può la Chiesa, nel senso di Gaudium et spes (n. 10), accogliere, dividere
e formulare le preoccupazioni, le domande e i bisogni degli uomini d’oggi e,
tuttavia, proprio oggi, testimoniare Cristo come risposta alle domande
esistenziali fondamentali dell’uomo?
È possibile attendersi un autentico rinnovamento dai cristiani, dai religiosi e
dai laici, soprattutto dai giovani cristiani impegnati, che si lasciano
attrarre da Cristo, che vivono dell’amore di Cristo eucaristico e che sono
disposti ad accettare un modo di vivere il matrimonio cristiano e la vita
secondo i consigli evangelici, al quale sono stati chiamati dallo Spirito Santo
per costruire la Chiesa con i diversi carismi. Qui non si tratta di numeri, bensì
di qualità.
La cosa migliore che possiamo fare per la fede nell’Eucaristia nel pensiero e
nella vita dei cristiani è vivere dell’Eucaristia.
“Quando Gesù fu a tavola con loro, prese il pane, lo spezzò e lo diede loro,
allora si aprirono i loro occhi e lo riconobbero” (cfr Lc 24, 31).
[00321-01.04] [CM008] [Testo originale: tedesco]
- RELAZIONE DEL CIRCOLO MINORE GALLICUS B: S.E.R. Mons. Robert LE GALL, O.S.B.,
Vescovo di Mende
Riassunto della relazione non pervenuto prima della redazione del Bollettino
- RELAZIONE DEL CIRCOLO
MINORE ITALICUS B: S.E.R. Mons. Renato CORTI, Vescovo di Novara
È parso bene privilegiare due domande: quella relativa alla educazione alla
fede eucaristica e quella relativa all'impegno missionario che siamo chiamati a
coltivare attraverso la celebrazione eucaristica. Dopo avere elaborato due
propositiones su questi punti, siamo passati ad alcuni altri temi in qualche
modo collegati ai primi due. È così che il circolo ha affrontato il tema della
domenica, quello del Sacerdote e delle celebrazioni "in attesa di
Sacerdote", quello dell'iniziazione cristiana, quello della promozione di
una pastorale accogliente in favore di persone che vivono in una situazione
matrimoniale irregolare.
Le propositiones relative all' impegno di educare il popolo cristiano alla fede
eucaristica hanno espresso soprattutto alcune proposte relative alle domande:
"Chi educa?" "Come si educa?" Quelle relative all'
Eucarestia, sorgente di missione hanno considerato ciò che va profondamente
assimilato perché questo avvenga, hanno indicato alcuni sentieri di educazione
missionaria attraverso l'Eucarestia e hanno fatto cenno ad alcune difficoltà
presenti nell'oggi. Circa il tema dell' educazione dei fedeli alla centralità
della celebrazione eucaristica domenicale, la discussione ha condotto a
dedicare ampio spazio alla domenica, intesa come "Dies Christi" e
come "Dies hominis". Ha toccato il tema dell'Eucarestia, soprattutto
considerando la domenica come "Dies Ecclesiae". L'urgenza di offrire
il dono eucaristico a tutti i fedeli ha sospinto il circolo a rispondere in
maniera concreta individuando molteplici attenzioni che devono caratterizzare
la vita delle nostre comunità. Si è poi riflettuto sulla celebrazione
domenicale "in attesa di Sacerdote". Quanto all'iniziazione
cristiana, sono state espresse osservazioni circa il rapporto tra: Battesimo,
Confermazione ed Eucarestia. Si è pure riflettuto sull' esperienza che deve
essere proposta a chi accede ai sacramenti e come dare a tutto questo la forma
di un itinerario, e anzi di una mistagogia. Quanto alla pastorale in favore di
coloro che sono in una situazione matrimoniale irregolare, la riflessione ha
considerato innanzi tutto il tempo che precede il Matrimonio, riferendosi
all'educazione dei giovani e ai corsi prematrimoniali, poi la condizione spesso
carica di solitudine che si vive all'interno delle famiglie, cogliendo
l'urgenza che nelle nostre parrocchie si coltivi molto il contatto diretto con
le famiglie; ha infine considerato la situazione specifica di coloro che sono
in una situazione matrimoniale irregolare, tentando di indicare alcune
attenzioni possibili ed importanti perché le persone si sentano accolte, si
affidino al Signore e compiano dei passi concreti nella luce del Vangelo.
La compresenza nel circolo di membri provenienti da varie parti del mondo ha
certo dilatato gli orizzonti. Non ha forse permesso di prendere in
considerazione tutti gli elementi caratteristici delle varie tradizioni
teologiche, liturgiche e pastorali. E tuttavia, sia pure in modo limitato, la
ricchezza di ognuno è stata presa in considerazione con rispetto e desiderio
d'imparare.
Per tutto ciò mi sembra di poter dire che sia stato un incontro fruttuoso.
[00324-01.05] [CM010] [Testo originale: italiano]
- RELAZIONE DEL CIRCOLO MINORE GALLICUS A A: S.E.R. Mons. Alain HAREL, Vescovo
titolare di Forconio, Vicario Apostolico di Rodrigues (MAURIZIO)
Come vescovi ci preoccupiamo profondamente che l’Eucaristia sia veramente
“fonte e culmine” della vita di ogni cristiano e delle nostre diverse comunità.
Come possiamo far scoprire Cristo? Come fare a portare sempre più cristiani a
bere a questa fonte vivificante?
Pensiamo che sia urgente proporre ai cristiani il kerigma della Chiesa che
illumina e fa vivere.
In questa catechesi, la Parola di Dio deve avere un posto centrale. Dinanzi al
diffondersi delle sette dobbiamo più che mai aiutare i cristiani a scoprire -
riscoprire - i fondamenti biblici dell’Eucaristia.
Nella formazione permanente dei cristiani, dobbiamo aiutarli sempre più a
collegare le due mense: la mensa della parola e la mensa dell’Eucaristia.
Il Vangelo non è un’ideologia ma una persona viva! Il mistero dell’Eucaristia,
legato alla scoperta della parola, ci guida verso la persona di Cristo risorto.
La famiglia, “Chiesa domestica” è il luogo privilegiato dove i bambini, sin
dalla più giovane età, sono chiamati ad essere iniziati a questo grande
mistero. D’altra parte, la fede in Gesù, dono dello Spirito, non può che
germogliare in seno alla Chiesa famiglia di Dio, da cui l’importanza di
consentire, soprattutto ai giovani, di vivere un’esperienza ecclesiale
autentica.
La comunione alla persona di Cristo ci apre alla comunione e all’impegno verso
i nostri fratelli che hanno fame, che soffrono, che sono esclusi. Così, le
nostre comunità eucaristiche sono segni profetici in questo mondo spesso
dilaniato dalla violenza, dalle ingiustizie, e affamato di riconciliazione e di
pace.
Come vescovi ci sentiamo chiamati a promuovere, a tutti i livelli, una
pastorale dell’accoglienza.
[00325-01.04] [CM011] [Testo originale: francese]
- RELAZIONE DEL CIRCOLO MINORE ITALICUS A:S.E.R. Mons. Francesco CACUCCI,
Arcivescovo di Bari-Bitonto
Sono state formulate 15 proposizioni raggruppate in quattro sezioni.
Nella prima Mysterium fidei: l'Eucaristia e la Chiesa, si sono affrontate le
implicazioni dell'ecclesiologia eucaristica per la vita della Chiesa e
l'ecumenismo. Nella seconda sezione, relativa al Mistero proclamato, si è
approfondito il rapporto tra la Parola di Dio e l'Eucaristia con l'esigenza di
un itinerario mistagogico. Nella terza, Il Mistero celebrato sono stati
approfonditi la dignità e la bellezza della celebrazione eucaristica; la
celebrazione dell'Eucaristia come dono di Dio e come diritto del fedele; l'uso
del latino e del canto gregoriano nelle celebrazioni internazionali, per
esprimere l'unità e l'universalità della Chiesa; la scarsità di sacerdoti e la
fame del pane di vita come impulso ad un rinnovato impegno per le vocazioni e
alla collaborazione tra le Chiese particolari per una più equa distribuzione
dei sacerdoti nel mondo; le condizioni di ammissione all'Eucaristia nel caso
dei divorziati risposati; la Domenica con il suo centro nella celebrazione
dell'Eucaristia; l'importanza della formazione al canto e alla musica nella
liturgia. Nella quarta sezione, infine, si è trattato del Mistero vissuto, in
specie le esigenze della carità e della giustizia che scaturiscono
dall'Eucaristia, specialmente in un mondo globalizzato, segnato da gravissime
ingiustizie e disuguaglianze sociali ed economiche e da molteplici e
persistenti conflitti armati; l'impulso alla missione del Vangelo a tutte le
genti e ad una spiritualità laicale autentica da vivere nella vita quotidiana
mediante il dono gratuito del perdono delle offese, che solo può generare la
pace; l'adorazione eucaristica come preparazione e dilatazione della
celebrazione della S. Messa con la necessità della riverenza di fronte a Gesù
Eucaristico nel tabernacolo.
[00326-01.05] [CM012] [Testo originale: italiano]
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