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Sinodo dei vescovi
XI Assemblea Generale ordinaria

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  • 04 - lunedì, 03 ottobre 2005
    • PRIMA CONGREGAZIONE GENERALE (LUNEDÌ, 3 OTTOBRE 2005, ANTEMERIDIANO)
      • -- RELAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE DEL SINODO DEI VESCOVI, S.E.R. MONS. NIKOLA ETEROVIC
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-- RELAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE DEL SINODO DEI VESCOVI, S.E.R. MONS. NIKOLA ETEROVIĆ

Padre Santo,
Eminentissimi ed Eccellentissimi Padri,
Cari Fratelli e Sorelle,

Per la prima volta in qualità di Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi ho l’onore di rivolgere la parola ai membri di questa illustre Assemblea, salutando ben volentieri tutti i presenti con le parole di San Paolo apostolo: “grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo” (1 Cor 1, 3).

Rivolgo un saluto deferente al Santo Padre Benedetto XVI che presiede la prima Assemblea del Sinodo dei Vescovi del Suo pontificato. Al contempo, ringrazio Sua Santità per avere confermato la convocazione della presente assise sinodale e per averne seguito da vicino la preparazione. A nome di tutti i padri sinodali Gli sono grato in anticipo per la Sua presenza e per ogni prezioso contributo allo svolgimento dei lavori che hanno per scopo promuovere la vita e la missione della Chiesa universale, nel segno dell’Eucaristia.

Saluto cordialmente tutti i 256 membri dell’XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, di cui 177 sono eletti, 40 di nomina Pontificia e 39 ex officio e 10 Superiori Generali. Tra essi vi sono 55 cardinali, 8 patriarchi, 82 arcivescovi, 123 vescovi e 12 religiosi. Quanto agli uffici svolti, vi sono 36 Presidenti di Conferenza Episcopale, 234 Ordinari, 4 Coadiutori, 14 Ausiliari e 4 Emeriti.
I menzionati padri sinodali provengono da tutti i continenti e cioè 50 dall’Africa, 59 dall’America, 44 dall’Asia, 95 dall’Europa e 8 dall’Oceania.

Grato per avere accolto l’invito, rivolgo il mio deferente pensiero ai Delegati fraterni, rappresentanti di 12 Chiese e comunità ecclesiali.

Estendo i più sentiti saluti agli Uditori, agli Esperti, agli Assistenti, ai Traduttori ed al personale tecnico, senza il cui concorso non si potrebbero svolgere adeguatamente i lavori. Infine, uno speciale saluto e ringraziamento rivolgo ai generosi Collaboratori della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, la cui opera mi è stata di particolare sostegno in questa mia prima esperienza sinodale.

Con l’Apostolo delle Genti a tutti auguro la grazia e la pace, doni con cui Dio Uno e Trino benedirà i nostri lavori collegiali per il bene della Chiesa e dell’umanità.

La presente relazione è composta di VI parti:

I) Considerazioni preliminari;
II) Periodo tra la X e l’XI Assemblea Generale Ordinaria;
III) Preparazione dell’XI Assemblea Generale Ordinaria;
IV) Novità nella metodologia sinodale;
V) Attività della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi;
VI) Conclusione.

I) Considerazioni preliminari

“Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione” (Lc 22, 15). Con queste parole pronunciate durante l’ultima cena, Gesù Cristo introdusse il racconto dell’istituzione del sacramento dell’Eucaristia. Tutti e tre i Vangeli sinottici coincidono sul significato delle parole pronunciate sul pane e sul vino che, per la grazia dello Spirito Santo, sono diventati il corpo e il sangue del Signore Gesù (cfr. Mt 26, 26-28; Mc 14, 22-25; Lc 22, 14-20). Le parole furono accompagnate da gesti concreti: “prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli” (Mt 26, 26). Tali parole e gesti indicano chiaramente la volontà di Gesù Cristo di istituire l’Eucaristia nell’ambito della cena pasquale ebraica, prefigurazione della sua morte e resurrezione, anticipo del banchetto escatologico delle nozze dell’Agnello immolato. La narrazione dell’evangelista Giovanni (cfr. Gv 6) rende ancora più evidente che Gesù di Nazaret da tempo stava preparando il grande sacramento. Egli, infatti, si presentò alla gente, quasi all’inizio dell’attività pubblica, come il pane vivo, disceso dal cielo per la vita del mondo (cfr. Gv 6, 51).

L’Eucaristia che Gesù Cristo istituì in presenza degli apostoli, radunati con lui attorno alla tavola, è inscindibilmente legata alla Chiesa, dall’inizio fino alla fine dei tempi. Per espressa volontà del Signorefate questo in memoria di me” (1Cor 11, 24), il sacramento dell’Eucaristia, celebrato nella Chiesa, doveva tramandarsi di generazione in generazione, come la più preziosa eredità, come il Testamento d’amore del Signore Gesù. Si tratta di sacra Tradizione, come testimonia San Paolo nella Prima Lettera ai Corinti (cfr. 1Cor 11, 23-26), che per la divina Provvidenza è pervenuta nella sua purezza originale fino ai nostri giorni. Dobbiamo continuamente ringraziare Dio Uno e Trino per tale inestimabile grazia, perché l’Eucaristia, grande dono e mistero, continua ad essere celebrata, adorata e vissuta nella Chiesa. Essa rappresenta il cuore della Chiesa, la fonte e il culmine della sua vita e della sua attività di evangelizzazione e di promozione umana.

Eredità spirituale del Papa Giovanni Paolo II

Il tema dell’XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi incentrato sull’Eucaristia fu voluto dal Papa Giovanni Paolo II di v. m. Coloro che conoscono bene la sua opera e la sua missione ecclesiale non possono non percepire dei significativi richiami del Servo di Dio all’esempio dell’unico Maestro e Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio e Figlio dell’Uomo.

Infatti, la riscoperta dell’Eucaristia, celebrata e vissuta adeguatamente nella Chiesa, sembra essere anche il contenuto del Testamento spirituale del Papa Giovanni Paolo II. Avvertendo che si avvicinava la sua ora, egli, con lo Spirito del Signore, cercò di concentrare le sue energie sull’essenziale e cioè, sul Santissimo Sacramento. La mirabile presenza del Signore glorioso sotto le specie del pane e del vino fu il sostegno della sua fede viva, la fonte della grande speranza e la ragione dell’incisiva carità. Si è trattato di un’esperienza maturata soprattutto durante 59 anni di sacerdozio, di cui 44 vissuti da Vescovo, che ha spinto il compianto Pontefice a riproporre il tema dell’Eucaristia alla riflessione della Chiesa universale. L’ultima sua enciclica è stata Ecclesia de Eucharistia. La sua penultima Lettera Apostolica è Mane nobiscum Domine. L’ultima iniziativa pastorale a livello della Chiesa universale è l’Anno dell’Eucaristia. In questa prospettiva non sorprende che pure l’XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi abbia per tema l’Eucaristia. Con la sua celebrazione si chiuderà l’Anno dell’Eucaristia. Incominciata dal Papa Giovanni Paolo II la preparazione dell’XI Assemblea Generale Ordinaria, essa sarà portata a termine dal suo successore, il Santo Padre Benedetto XVI. L’annuncio della presenza di Gesù Cristo nell’Eucaristia, Testamento del suo amore divino, rimane la fonte inesauribile della vita e della missione della Chiesa. L’esperienza di fede eucaristica del Servo di Dio Giovanni Paolo II, lasciataci come sua eredità spirituale, non mancherà di influire in modo positivo anche sull’attività dell’assise sinodale che incomincia i suoi lavori.

Nella scelta del tema dell’XI Assemblea Generale Ordinaria è possibile percepire anche un’intuizione profetica del Papa Giovanni Paolo II. Egli ha voluto favorire la riflessione a livello della Chiesa Cattolica circa la prassi eucaristica, verificando come sono applicati nelle Chiese particolari i grandi pronunciamenti del Magistero sul sublime Sacramento della presenza vera, reale e sostanziale di Gesù Cristo risorto nell’Eucaristia, sorgente dell’unità e della comunione ecclesiale. Desiderava accertare come il sacramento dell’Eucaristia sia percepito e vissuto e quale influsso abbia nella vita dei fedeli, delle famiglie, delle comunità e dell’intera società. La sua intenzione di fondo era, poi, un rilancio dell’Eucaristia, inestimabile dono di Dio alla sua Chiesa, tramite un’appropriata catechesi a tutti i livelli, un rinnovato culto liturgico, un rafforzato servizio della carità, che ha la fonte permanente nel pane spezzato per noi uomini e nel vino versato per la nostra salvezza.

II) Attività tra la X e l’XI Assemblea Generale Ordinaria

Ricordo dell’Em.mo Card. Jan Pieter Schotte

Evocando in questa assise collegiale l’eredità spirituale del Papa Giovanni Paolo II, è doveroso, con animo grato al Signore, ricordare anche uno dei suoi più vicini collaboratori, Sua Eminenza il Signor Card. Jan Pieter Schotte, C.I.C.M., che per quasi 19 anni fu Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi. Durante tale periodo l’Em.mo Porporato svolse preziosi servizi ecclesiali. In particolare, ha organizzato 12 Assemblee sinodali, di cui 4 (1987; 1990; 1994; 2001) Assemblee Generali Ordinarie, 1 (nel 1985) Assemblea Generale Straordinaria e 7 Assemblee Speciali (nel 1991 I per l’Europa; nel 1994 per l’Africa; nel 1995 per il Libano; nel 1997 per l’America; nel 1998 per l’Asia; nel 1998 per l’Oceania; nel 1999 II per l’Europa). Sua Eminenza il Card. Jan Pieter Schotte incominciò anche la preparazione dell’XI Assemblea Generale Ordinaria. Meno di un anno prima che il Signore della vita lo chiamasse a sé il 10 gennaio 2005, Papa Giovanni Paolo II volle nominare l’11 febbraio 2004 il sottoscritto a succedergli nell’ufficio della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi. Anche tale successione si è svolta nel segno del mistero dell’Eucaristia, tema dell’XI Assemblea Generale Ordinaria, in quanto ho preso da lui il testimone mentre il cammino sinodale era già in moto, per certo inserito in una tradizione ben consolidata e con risultati assai positivi.

Infatti, Sua Eminenza il Signor Card. Jan Pieter Schotte, terminata felicemente la X Assemblea Generale Ordinaria, che sul tema Il Vescovo: Servitore del Vangelo di Gesù Cristo per la speranza del mondo fu celebrata dal 30 settembre al 27 ottobre 2001, ha incominciato, in stretta unione con il Sommo Pontefice, a preparare la prossima XI Assemblea Generale Ordinaria.

Prima della conclusione della X Assemblea Generale Ordinaria, il 26 ottobre 2001, l’Em.mo Card. Segretario Generale presiedette la prima riunione del X Consiglio Ordinario, appena costituito, rilevando che 6 padri sinodali facevano parte per la prima volta di un tale organismo collegiale. Dopo avere approfondito la mutua conoscenza, ai membri furono indicati i compiti del Consiglio Ordinario secondo le norme vigenti del Sinodo dei Vescovi. In particolare, fu affermato che il Consiglio è chiamato a mantenere vivo lo spirito collegiale dell’assise sinodale e a riproporre il contenuto delle Proposizioni, risultato preminente del Sinodo dei Vescovi, in un documento da sottoporre al Santo Padre in vista della pubblicazione dell’Esortazione post-Sinodale.

Il X Consiglio Ordinario si è riunito 8 volte dal febbraio 2002 fino al novembre del 2004. In particolare, la seconda riunione si è svolta dal 6 all’8 febbraio 2002, la terza nei giorni 13 e 14 giugno 2002, la quarta dal 5 al 7 novembre, la quinta dal 26 al 27 marzo 2003, la sesta dal 1 al 2 luglio 2003, la settima dal 23 al 24 ottobre 2003 e l’ottava nei giorni 16 e 17 novembre 2004.

Le prime 4 riunioni si sono concentrate quasi esclusivamente sulla rielaborazione del materiale della X Assemblea Generale Ordinaria, in vista della redazione dell’Esortazione post-Sinodale Pastores gregis che il Papa Giovanni Paolo II ha firmato e promulgato il 16 ottobre 2003, in occasione del XXV anniversario del Pontificato. Al solenne atto svoltosi nell’aula Paolo VI in presenza di numerosi pellegrini hanno partecipato i tre Presidenti Delegati: le loro Eminenze i Signori Cardinali: Giovanni Battista Re, Ivan Dias e Bernard Agré, il Relatore Generale Sua Eminenza il Sig. Card. Edward Egan e il Relatore Generale Aggiunto Sua Eminenza il Sig. Card. Jorge Mario Bergoglio, il Segretario Generale Sua Eminenza il Sig. Card. Jan Pieter Schotte, il Segretario Speciale Sua Eccellenza Mons. Marcello Semeraro. A lato del Papa Giovanni Paolo II stavano il Decano del Collegio dei Cardinali Sua Eminenza il Sig. Card. Joseph Ratzinger e il Segretario di Stato Sua Eminenza il Sig. Card. Angelo Sodano. Il Sommo Pontefice consegnò simbolicamente il documento ai tre Presidenti Delegati, ai due Relatori Generali, al Segretario Speciale e a cinque vescovi, uno di ogni continente.

Nel frattempo, all’inizio dell’anno 2003, l’Em.mo Segretario Generale ha inviato la Relatio circa labores peractos della X Assemblea Generale Ordinaria alle Istituzioni che ne hanno il diritto. Nel documento sono tra l’altro indicati i seguenti dati statistici: all’assise sinodale hanno partecipato 247 membri, di cui 175 eletti, 35 di nomina Pontificia e 37 ex officio. La X Assemblea Generale Ordinaria ha avuto 25 Congregazioni generali, 17 sessioni dei Circoli minori. I padri hanno approvato 67 Propositiones. III) Preparazione dell’XI Assemblea Generale Ordinaria

Tema dell’XI Assemblea Generale Ordinaria

Il tema e la data della celebrazione dell’XI Assemblea Generale Ordinaria furono discussi in varie occasioni.

Al termine della X Assemblea Generale Ordinaria i padri sinodali espressero i loro pareri circa l’argomento della prossima assise sinodale. Inoltre, per incarico del Papa Giovanni Paolo II, la Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi consultò in merito anche le Conferenze Episcopali, i Sinodi delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, i Dicasteri della Curia Romana, l’Unione dei Superiori Generali. I risultati furono esaminati durante la terza riunione del X Consiglio Ordinario nei giorni 13 e 14 giugno 2002. Alla luce dei risultati ottenuti, i membri del Consiglio hanno formato la terna dei temi da sottoporre alla decisione del Sommo Pontefice. Al primo posto vi fu il tema dell’Eucaristia nella vita e nella missione della Chiesa.

Nel corso della successiva quinta riunione del X Consiglio Ordinario, il 26 marzo 2003, l’Em.mo Card. Segretario Generale informò i membri che il Papa Giovanni Paolo II aveva scelto il tema dell’Eucaristia per la prossima XI Assemblea Generale Ordinaria, con raccomandazione di porre l’accento sulla parrocchia in relazione al ministero e culto eucaristico. Pertanto, si concretizzò il tema sull’Eucaristia come fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa e si incominciò a riflettere circa le idee portanti dei Lineamenta, documento che ha per scopo di favorire la discussione a livello della Chiesa universale sull’argomento dell’assise sinodale.

Elaborazione dei Lineamenta

La sesta riunione del Consiglio Ordinario della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, tenutasi il 1 e il 2 giugno 2003, fu dedicata all’esame delle bozze dei Lineamenta. Come di consueto, il testo fu oggetto di studio in due gruppi di lavoro, divisi secondo la lingua italiana ed inglese. Nell’incontro congiunto si raggiunse il consenso circa la struttura e le modifiche da apportare al progetto. Il lavoro procedette con buoni risultati nella riunione del 23 e 24 novembre 2003 in modo che i Lineamenta, arricchiti dalle risposte che man mano pervenivano, poterono essere pubblicati nel mese di febbraio dell’anno 2004.

La discussione in seno al X Consiglio Ordinario fu seguita con grande interesse dal Papa Giovanni Paolo II il quale, nell’udienza concessa il 29 novembre 2003 all’Em.mo Segretario Generale Card. Jan Pieter Schotte, approvò definitivamente il tema dell’XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei VescoviEucharistia: fons et culmen vitae et missionis Ecclesiae”. La data prevista della celebrazione era dal 2 al 29 ottobre 2005.

Con Dispaccio del 18 dicembre 2003, Sua Eminenza il Sig. Card. Angelo Sodano, Segretario di Stato, comunicò ufficialmente all’Em.mo Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi la menzionata decisione del Papa Giovanni Paolo II. Pertanto, il 13 febbraio 2004 furono pubblicati su “L’Osservatore Romano” il tema e la data dell’XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.

Ovviamente, il Sommo Pontefice seguì da vicino anche la redazione dei Lineamenta, il cui testo si stava scrivendo in 8 lingue: latino, italiano, francese, spagnolo, portoghese, inglese, tedesco e polacco. Il documento, appena pubblicato nel mese di febbraio 2004, in primo luogo fu inviato alle Istituzioni che ne hanno diritto: Conferenze Episcopali, Sinodi delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, Dicasteri della Curia Romana, Unione dei Superiori Generali. Poi se ne diede una più larga diffusione attraverso i mezzi di comunicazione sociale a tutta la Chiesa universale. Alla fine del Documento si trovava un Questionario che doveva aiutare sia la riflessione sull’Eucaristia, insigne Sacramento della nostra fede, sia la redazione delle risposte da far pervenire alla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi entro il 31 dicembre 2004.

Preparazione dell’Instrumentum laboris

La recezione dei Lineamenta è stata assai positiva, come risulta anche dal numero delle risposte ed osservazioni pervenute. Al riguardo può essere utile indicare i dati statistici relativi alle risposte ai Lineamenta degli ultimi Sinodi, con particolare riguardo alle istituzioni di natura collegiale, come sono le Conferenze Episcopali e i Sinodi dei Vescovi delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris.
Risposte delle Conferenze Episcopali per le diverse Assemblee Generali Ordinarie:

1974 De evangelizatione (75,38 %)
1977 De catechesi (67,18 %)
1980 De familia (50,37 %)
1983 De reconciliatione et paenitentia (42,75 %)
1987 De christifidelibus laicis (59,85 %)
1990 De formatione sacerdotum (63,94 %)
1994 De vita consecrata (66,05 %)
2001 De episcopo (62,50 %)
2005 De Eucharistia (94,69 %)

Vale la pena notare che per questa Assemblea sinodale, quanto ai Sinodi delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, la percentuale è stata del 73 % 1.

I Dicasteri della Curia Romana hanno risposto al 100 %. È venuta pronta e ben elaborata anche la risposta dell’Unione dei Superiori Generali.

La Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi ha ricevuto pure 110 osservazioni da parte di singoli Vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici di tutto il mondo.

L’alta percentuale delle risposte e osservazioni è assai significativa. In particolare occorre rilevare le risposte del quasi 95 % delle Conferenze Episcopali, la più alta per un’Assemblea Generale Ordinaria 2. Tali dati statistici indicano chiaramente il grande interesse delle Chiese particolari e di altre istituzioni ecclesiali per il tema dell’attuale assise sinodale. Al contempo, sono indizio delle loro attese per l’influsso del Sinodo dei Vescovi nella vita della Chiesa e della sua missione nel mondo. Inoltre, dalle risposte si percepisce che i Lineamenta hanno favorito la riflessione, spesso ben organizzata, sulla percezione e la celebrazione dell’Eucaristia nelle rispettive diocesi, parrocchie, istituzioni, organizzazioni e comunità ecclesiali. La vasta discussione, accompagnata dalla preghiera, è stata di notevole aiuto alle Chiese locali per verificare il grado dell’intelligenza del sacramento dell’Eucaristia, la frequenza della partecipazione alle celebrazioni eucaristiche, soprattutto di domenica e nei giorni di precetto, le conseguenze della fede eucaristica nella vita personale, familiare e sociale. Varie Diocesi hanno approfittato di tale occasione sia per avere dati più precisi sulla prassi della fede dei propri fedeli, sia per promuovere un’azione di catechesi allo scopo di favorire una maggiore conoscenza del mistero del Santissimo Sacramento e di promuoverne varie forme di celebrazione e di adorazione.

In altri luoghi, invece, è stata incaricata una Commissione della Conferenza Episcopale di redigere la risposta ai Lineamenta, delimitando la discussione ecclesiale sul tema. La riflessione è stata ancora meno presente quando a rispondere al Questionario sono stati degli esperti incaricati da alcune Conferenze Episcopali.

Ad ogni modo, i dati pervenuti alla Segreteria Generale sono stati molto utili per avere un panorama assai fedele del modo in cui il sacramento dell’Eucaristia è percepito e celebrato nella Chiesa universale con caratteristiche proprie secondo le Tradizioni spirituali, i diversi riti e le particolari connotazioni geografiche e culturali.

Le risposte di enti d’indole collegiale e quelle pervenute da singoli fedeli a titolo personale formano l’abbondante materiale che è stato debitamente studiato. Grazie all’aiuto di alcuni esperti e sotto la responsabilità della Segreteria Generale, esso è stato anche incorporato e sintetizzato nell’Instrumentum laboris.
Nella sua redazione un ruolo importante ha avuto il X Consiglio Ordinario. Nella riunione dal 15 al 16 novembre 2004 è stato deciso lo schema del Documento, tenendo conto della natura delle risposte e delle osservazioni pervenute. Il Papa Giovanni Paolo II ha ricevuto in Udienza i membri del X Consiglio Ordinario il 16 novembre, incoraggiando il loro lavoro al servizio della Chiesa universale, che “attinge dall’Eucaristia le energie vitali per la sua presenza e la sua azione nella storia degli uomini” (L’Osservatore Romano, 17 novembre 2004, p. 5).

Al riguardo, occorre ricordare che non poche risposte sono pervenute dopo la data indicata del 31 dicembre 2004. Ma anche esse sono state tenute nella dovuta considerazione durante il laborioso e delicato lavoro di redazione dell’Instrumentum laboris. Il Segretario Generale ha presentato il documento il 7 luglio 2005 in una Conferenza stampa. Come di consueto, esso è stato pubblicato in 8 lingue e diffuso tramite i mezzi di comunicazione sociale.

Mentre procedevano i lavori di preparazione dell’XI Assemblea Generale Ordinaria, il Papa Giovanni Paolo II nominò il 12 marzo 2005 i tre Presidenti Delegati: le loro Eminenze Reverendissime i Signori Cardinali: Francis Arinze, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Juan Sandoval Í iguez, Arcivescovo di Guadalajara, Messico, e Telesphore Placidus Toppo, Arcivescovo di Ranchi, India. Al contempo, Sua Santità nominò il Relatore Generale, Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia, e il Segretario Speciale, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Roland Minnerath, Arcivescovo di Dijon, Francia.

Partecipazione alle assise sinodali del Papa Giovanni Paolo II

Il Signore della vita aveva, intanto, chiamato a sé il Suo fedele Servitore Giovanni Paolo II il 2 aprile 2005. Così, il Sinodo dei Vescovi perse il suo Presidente che ha avuto grandi meriti per lo sviluppo di questa istituzione ecclesiale e collegiale. Con il decesso del Papa Giovanni Paolo II è venuto a mancare l’unico Vescovo in esercizio che fu padre sinodale di tutte le assise dalla fondazione del Sinodo dei Vescovi fino alla sua ultima Assemblea Generale Ordinaria nell’ottobre del 2001. In particolare, come Arcivescovo di Cracovia, il Card. Karol Wojtyla fu Membro di 5 assemblee sinodali: nel 1969, 1971, 1974 e 1977. Quanto alla prima Assemblea Generale Ordinaria del 1967, per solidarietà con l’Arcivescovo di Varsavia, Card. Stefan Wyszyński, a cui il governo comunista vietò l’uscita dal Paese, il Card. Wojtyla rinunciò a recarsi a Roma. Al riguardo, esiste una assai interessante corrispondenza tra la Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi e i delegati polacchi assenti, che testimonia di una loro partecipazione spirituale ai lavori sinodali. Nell’anno 1974 il Card. Karol Wojtyla fu Relatore Generale per l’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul temaEvangelizzazione nel mondo moderno”.

Durante il fecondo e lungo Pontificato di quasi 27 anni, il Papa Giovanni Paolo II ha convocato 15 Assemblee sinodali, di cui 6 Assemblee Generali Ordinarie (1980, 1983, 1987, 1990, 1994, 2001); 1 Assemblea Generale Straordinaria (nel 1985) e 8 Assemblee Speciali (1980 per i Paesi Bassi; 1991 I per l’Europa; 1994 per l’Africa, 1995 per il Libano, 1997 per l’America, 1998 per l’Asia, 1998 per l’Oceania, 1999 II per l’Europa). Inoltre, il Papa Giovanni Paolo II ha iniziato anche la preparazione dell’XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, lasciandone la conclusione in eredità al suo Successore, Sua Santità Benedetto XVI.
Nella celebrazione dell’Eucaristia i fedeli, unendosi al Signore Gesù risorto, oltrepassano i limiti del tempo e dello spazio e, come membri della comunità dei santi, gioiscono anche per la gloria dei fratelli già ammessi alla presenza di Dio nell’eternità beata o per la lieta attesa di coloro che si stanno purificando per potere quanto prima vedere l’unico Santo faccia a faccia (cfr. 1Cor 13, 12). Partecipando a tale grande mistero nella celebrazione del pane e del vino, a nome di tutti i padri sinodali ringrazio Dio Uno e Trino per la cara Persona del Papa Giovanni Paolo II e per il suo esimio servizio ecclesiale in favore del Popolo di Dio, svolto per la maggiore lode e gloria di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Animati dalla grazia dello Spirito Santo, crediamo che il Servo di Dio Giovanni Paolo II dal cielo intercederà anche per il buon esito di questa Assemblea sinodale, perché porti abbondanti frutti ai cattolici, ad altri cristiani, ai credenti di religioni non cristiane come pure a tutti gli uomini di buona volontà.

Attività sinodale del Santo Padre Benedetto XVI

La successione apostolica permette alla Chiesa di Gesù Cristo di continuare la sua missione nella storia, trasmettendo alle nuove generazioni il deposito integro della fede, che forma i costumi e regola la disciplina dei fedeli. Grazie ai moderni mezzi di comunicazione sociale, i cattolici sparsi nel mondo intero, come pure numerosi fedeli appartenenti alle Chiese e comunità cristiane oppure a varie denominazioni religiose, hanno seguito con grande partecipazione il periodo eccezionale della fine del Pontificato del Papa Giovanni Paolo II e dell’inizio di quello del suo successore, Benedetto XVI. Si è trattato di una grazia insigne del Signore alla sua Chiesa, la quale ha potuto sperimentare, tra l’altro, l’importanza delle strutture collegiali nella successione apostolica e, in particolare, per quanto concerne l’elezione del Romano Pontefice, del collegio cardinalizio.

In questa sede, mentre ho il grande onore di rinnovare il più devoto saluto al Santo Padre Benedetto XVI, che per la prima volta compie il suo diritto innato di convocare e di presiedere un’Assemblea sinodale, svolgo il dovere assai gradito di ricordare alcuni dati concernenti la sua partecipazione alle precedenti assise sinodali. Eletto Arcivescovo di München e Freising il 25 marzo 1977, Sua Eminenza il Signor Card. Joseph Ratzinger ha partecipato a 16 Assemblee sinodali, dal 1977 fino alla presente XI Assemblea Generale Ordinaria. In concreto, da Arcivescovo di München e Freising l’Em.mo Card. Joseph Ratzinger prese parte a 2 Assemblee Generali Ordinarie, del 1977 e del 1980. Durante la seconda, celebrata sul tema La famiglia cristiana, egli fu Relatore Generale. Chiamato dal Papa Giovanni Paolo II, il 15 febbraio 1982, a dirigere la Congregazione per la Dottrina della Fede, Sua Eminenza ha partecipato a 5 Assemblee Generali Ordinarie (del 1983, 1987, 1990, 1994 e 2001), all’Assemblea Generale Straordinaria del 1985 e a 7 Assemblee Speciali, tutte eccetto quella per i Paesi Bassi del 1980. Occorre ricordare che l’Em.mo Card. Joseph Ratzinger fu Presidente Delegato dell’Assemblea Generale Ordinaria svoltasi nel 1983 sul tema La penitenza e la riconciliazione nella missione della Chiesa.

Considerando che ogni Assemblea sinodale dura circa quattro settimane, è facile concludere che il Santo Padre Benedetto XVI ha dedicato al Sinodo dei Vescovi circa 14 mesi, un’anno e 2 mesi, cioè una parte significativa dei 54 anni di vita sacerdotale, di cui 28 da Vescovo. A tale dato concernente la presenza all’assise sinodale occorre aggiungere la sua partecipazione ai lavori dei Consigli della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, dato che l’Em.mo Card. Joseph Ratzinger ha fatto parte di 4 Consigli Ordinari (1980, 1983, 1987 e 1990) e 2 Straordinari (1983 e 1997) della medesima Segreteria Generale.

IV) Novità nella metodologia sinodale

Grazie a tale grande esperienza, il Santo Padre Benedetto XVI ha ben volentieri indicato alcune innovazioni nella metodologia sinodale, allo scopo di favorire ancora di più la natura collegiale del Sinodo dei Vescovi.

Facendo sua l’iniziativa del Papa Giovanni Paolo II, il Santo Padre ha deciso di portare a termine la celebrazione dell’XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, modificandone la data. Infatti, il 12 maggio 2005 fu reso noto in modo ufficiale che il Sommo Pontefice aveva confermato la celebrazione della menzionata assise sinodale e il tema scelto, deliberando che i lavori si svolgessero non per quattro, bensì per tre settimane e cioè dal 2 al 23 ottobre p. v. Con tale decisione, Sua Santità ha voluto concentrare maggiormente i lavori per favorirne ancora di più l’aspetto collegiale e sinodale. Per tale ragione, i lavori si svolgeranno pure di sabato pomeriggio.

L’accorciamento della durata complessiva dell’Assemblea sinodale è il risultato di diversi fattori. Da una parte, del desiderio degli stessi Padri sinodali di non assentarsi a lungo dalle proprie sedi, anche se la normativa canonica non pone alcun limite circa l’assenza dei Vescovi dalla Diocesi nel caso specifico del Sinodo dei Vescovi. Dall’altra parte, la riduzione della durata della celebrazione del Sinodo trova la sua ragione, come si vedrà più avanti, nella ridistribuzione dei tempi destinati alle diverse attività sinodali (Congregazioni generali, Circoli minori, ecc.), allo scopo di rendere la procedura più agile ed efficiente.

Il modo di procedere è indicato dettagliatamente nel Vademecum che ogni partecipante ha ricevuto all’inizio dell’assise sinodale. In esso è contenuta la prassi collaudata nei precedenti Sinodi, che si regola secondo le norme della Lettera Apostolica Apostolica sollicitudo e dell’Ordo Synodi, promulgati dal Papa Paolo VI di v. m., e secondo le successive revisioni e aggiunte. Inoltre, il Vademecum fa riferimento al Codice di Diritto Canonico e al Codice dei Canoni delle Chiese Orientali.

Alcune novità del metodo sinodale sono già percepibili dal Calendario dei lavori, che è inserito alla fine del Vademecum. Intanto, sono previste 23 Congregazioni generali e 7 sessioni dei Circoli minori. Ciò è stato causato dalle modifiche della metodologia sinodale e dalla riduzione del tempo di lavoro. Al riguardo, mi permetto di indicare le più significative innovazioni.

1) Ogni padre sinodale potrà intervenire in aula sinodale per 6 e non per 8 minuti, come era nella prassi precedente. Tale riduzione è dovuta al restringimento dei lavori a tre settimane, rimanendo il numero dei partecipanti invariato, circa 250. È superfluo notare che i padri potranno rilasciare interventi scritti più ampi, che saranno oggetto di attenta considerazione da parte del Segretario Speciale.

2) Inoltre, tale riduzione è dovuta principalmente all’introduzione durante il dibattito, di un’ora di discussione libera, dalle 18 alle 19, ogni giorno al termine delle Congregazioni Generali. Si tratta di una novità significativa per i partecipanti e per i Presidenti Delegati. Essi saranno i moderatori delle discussioni in aula. I padri sinodali, da parte loro, potranno chiedere ulteriori informazioni ai confratelli che avessero già parlato in aula, riferendo anche sulla situazione della propria Chiesa particolare. Il libero scambio di pareri e di esperienze permetterà, si spera, di approfondire le questioni di maggiore attualità, soprattutto d’indole pastorale, connesse con la celebrazione del sacramento dell’Eucaristia, sorgente dell’unità e vincolo della comunione ecclesiale.

Non è superfluo indicare che la libera discussione dovrà essere circoscritta al tema del Sinodo: L’Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa. Come risulta dall’Instrumentum laboris, si tratta di un argomento assai ricco di aspetti, sia dottrinali che pastorali, che meritano di essere approfonditi, tenendo presente la prassi nelle rispettive Chiese particolari. Pertanto, non sarebbe adeguato richiamare altri temi che, per quanto attuali, non sono connessi con quello dell’Assemblea sinodale. Al riguardo, i Presidenti Delegati avranno il compito di tenere la discussione entro i limiti stabiliti.

3) Allo scopo di rendere più ordinata la discussione, i padri sinodali sono cordialmente pregati di seguire nei loro interventi la struttura dell’Instrumentum laboris. Come è noto, tale documento è composto di 4 parti. Pertanto, si auspica che la discussione incominci con i temi della prima parte, e che, poi, continui con quelli della seconda e della terza per arrivare all’ultima, la quarta parte. Tale ordine di interventi richiede una certa disciplina. Ogni padre sinodale dovrebbe già i primi giorni del Sinodo indicare la parte a cui vorrebbe riferirsi, segnalando magari il numero del rispettivo paragrafo. È probabile che tale metodo sia più facile per i Vescovi scelti dalle Conferenze Episcopali con oltre 100 membri, che hanno diritto di essere rappresentati da 4 padri sinodali. Ognuno di essi potrebbe scegliere di intervenire su una parte distinta. Ovviamente, non si negano interventi su altri temi d’interesse. I membri delle Conferenze Episcopali con meno rappresentanti, dei Sinodi dei Vescovi delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, dei Dicasteri della Curia Romana e dell’Unione dei Superiori Generali sono pure pregati di seguire tale ordine logico. Iscrivendosi quanto prima, essi indicheranno il numero dell’Instrumentum laboris a cui vogliono riferirsi o, eventualmente, la parte del documento. La Segreteria Generale ne terrà conto e, quando non vi saranno più richieste di interventi sulla prima parte, incominceranno a parlare i padri che si sono iscritti per la seconda e così via. Ad ogni modo, non si rifiuteranno possibili interventi sparsi. Bisogna però rilevare che questo metodo, previsto nell’Ordo Synodi, rimedia alle osservazioni critiche di non pochi padri, perché, altrimenti, gli interventi durante la prima fase dei lavori sinodali rischiano di diventare dispersivi e, dunque, difficili da seguire. Inoltre, l’ordine nell’esposizione dovrebbe favorire la discussione e, dunque, l’approfondimento dei temi di maggiore interesse, specialmente durante l’ora del dibattito libero.

Non è superfluo ricordare che, se un padre non desidera pronunciare pubblicamente il suo intervento, può consegnarne il testo scritto alla Segreteria Generale, che s’incaricherà di studiarlo e di prenderlo in considerazione ugualmente come gli altri testi letti in aula. Nella misura in cui diminuissero gli interventi, si potrebbe eventualmente adoperare il tempo reso disponibile per favorire ulteriormente la discussione libera.

4) Considerando il tempo ridotto dell’Assemblea sinodale e dell’ampia discussione in aula, si è dovuto abbreviare il numero delle sedute dei 13 Circoli minori, organizzati secondo le 6 lingue del Sinodo: latino, francese, inglese, italiano, spagnolo e tedesco. Pertanto, i membri dei circoli minori sono pregati di concentrarsi principalmente sull’elaborazione delle proposizioni. Ogni proposizione, concisa e breve, dovrebbe trattare un solo argomento. Sarebbero da evitare le prolisse esposizioni della dottrina tradizionale della Chiesa. I padri sinodali dovrebbero piuttosto formulare consigli intesi a favorire un rinnovamento della prassi pastorale della Chiesa e a promuovere l’applicazione dottrinale e spirituale del sacramento dell’Eucaristia nella celebrazione liturgica e nella vita personale, familiare e sociale dei fedeli.

5) Per incoraggiare una maggiore partecipazione, il Santo Padre Benedetto XVI ha approvato la proposta che si applichi alla composizione della Commissione per il Messaggio quanto previsto nell’Ordo Synodi per le Commissioni di studio (cfr. Art 8 § 2). Pertanto, anche la Commissione per il Messaggio sarà composta di 12 membri, di cui 4 di nomina Pontificia, compresi il Presidente e il Vice-Presidente, mentre gli altri 8 membri saranno eletti dai padri sinodali, tenendo conto delle qualità auspicate per tale ufficio come, per esempio, le doti professionali e tecniche in materia, la conoscenza delle lingue. Per assicurare un’adeguata rappresentanza, si propone di scegliere cinque candidati, uno per continente, un rappresentante delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, uno della Curia Romana e uno dell’Unione dei Superiori Generali.

Al riguardo, è opportuno tenere conto della raccomandazione che i Padri sinodali chiamati a svolgere un ufficio sinodale non assumano alcun altro incarico all’interno del Sinodo. Tale norma ha per scopo di favorire una distribuzione equa degli incarichi tra i membri dell’Assemblea sinodale.

6) Nell’XI Assemblea Generale Ordinaria è abbastanza alto il numero di Uditori e di Esperti. La ragione principale consiste nelle modifiche della metodologia sinodale e nella riduzione della durata dell’assise sinodale, che richiedono necessariamente un forte impegno. All’assise sinodale partecipano 32 Esperti, che seguiranno gli interventi dei padri e assisteranno principalmente il Segretario Speciale nello svolgimento dei suoi compiti.

I 27 Uditori, sacerdoti, persone consacrate, laici, uomini e donne, provenienti da diverse parti del mondo, arricchiranno la discussione sinodale con le loro testimonianze sull’importanza del sacramento dell’Eucaristia nella loro vita personale e comunitaria, come pure nelle molteplici attività sociali, secondo la loro propria spiritualità eucaristica.

7) Il Sommo Pontefice Benedetto XVI ha voluto aumentare il numero dei Delegati fraterni, rappresentanti di altre Chiese cristiane e comunità ecclesiali. Sono 12 e provengono dalle Chiese Ortodosse, dalle Antiche Chiese d’Oriente e dalle Comunità derivate dalla Riforma che hanno una visione simile a quella cattolica del mistero dell’Eucaristia. In tale gesto non è difficile percepire un ulteriore segno di considerazione del Sommo Pontefice verso il dialogo ecumenico con le Chiese e comunità ecclesiali, che credono nel Signore Gesù presente nell’Eucaristia e si sforzano di viverne le conseguenze.

8) Come è possibile verificare, vi sono anche alcune innovazioni d’ordine tecnico che dovrebbero favorire i lavori e, dunque, il clima di gioiosa e responsabile collegialità episcopale ed ecclesiale. Mi riferisco al miglioramento dell’illuminazione, al perfezionamento dei servizi tele-video; alla votazione elettronica per questioni di minore portata, ecc. Per tale opera è doveroso ringraziare Sua Eminenza il Sig. Cardinale Edmund Casimir Szoka, Presidente del Governatorato della Città del Vaticano, e anche il personale, che in relativamente breve tempo è riuscito a introdurre significative innovazioni tecniche che, spero, saranno di beneficio per tutti i partecipanti.

9) La Divina Provvidenza ha disposto che la celebrazione dell’XI Assemblea Generale Ordinaria coincida con il 40 anniversario dell’istituzione del Sinodo dei Vescovi. Una sessione dei lavori sarà dedicata alla commemorazione di tale grande evento. Sono previste due conferenze principali, l’una d’indole teologica, l’altra di carattere giuridico sulla natura del Sinodo dei Vescovi. Seguiranno, poi, 7 brevi comunicazioni sui risultati positivi delle Assemblee Speciali del Sinodo dei Vescovi. Oltre a quelle che riguardano i Sinodi continentali, vi sarà una relazione sui Sinodi per i Paesi Bassi e per il Libano. In seguito, tempo permettendo, si potranno, tramite un libero scambio di pareri, approfondire alcuni temi per cercare di migliorare ulteriormente la metodologia sinodale per il bene della Chiesa e della società, in cui i cristiani vivono ed operano.

V) Attività della Segreteria Generale

La preparazione dell’XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi ha occupato grande parte dell’attività della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi negli ultimi tempi. Tuttavia, essa ha continuato a svolgere anche altre attività. Di esse mi permetto di indicare brevemente le seguenti.

La Segreteria Generale ha intrapreso il lavoro di aggiornamento dell’Ordo Synodi, in conformità alle norme canoniche, soprattutto del Codice di Diritto Canonico e del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, emanati dopo la promulgazione dell’Ordo. Dopo la presente Assemblea Generale Ordinaria tale iniziativa continuerà, arricchita dall’esperienza della presente assise sinodale con le sue già annunciate innovazioni metodologiche.

Riunione dei Consigli della Segreteria Generale

Dall’ultima Assemblea Generale Ordinaria dell’ottobre 2001 la Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi ha avuto varie riunioni con i membri dei Consigli della medesima. Si tratta di un’esperienza assai valida per circa 100 Vescovi, provenienti da tutte le parti del mondo, che tramite la Segreteria Generale forniscono al Santo Padre informazioni sulle situazioni ecclesiali e sociali nei rispettivi Paesi, accompagnate da consigli intesi a consolidare la presenza della Chiesa, a favorire l’evangelizzazione, a promuovere la pace, la riconciliazione e la giustizia nei singoli Paesi o regioni. Tali incontri sono molto utili perché non solamente portano qualificate notizie circa l’applicazione delle Esortazioni post-Sinodali, bensì, in un dialogo collegiale, permettono di condividere le speranze e le preoccupazioni dei confratelli nell’esercizio del loro ministero episcopale. Gli incontri dei rispettivi Consigli con il Santo Padre, quando ciò è possibile, rappresentano momenti d’intensa comunione e di profonda collegialità episcopale. Gli indirizzi del Sommo Pontefice pronunciati in tali occasioni sono stati di grande conforto non solamente per i membri dei Consigli, bensì per tutti i Vescovi delle rispettive Chiese particolari, parti vive dell’unica Chiesa Cattolica, della quale il Vescovo di Roma è segno e garanzia di unità e di comunione.

Come già detto, il X Consiglio Ordinario della Segreteria Generale si è riunito 8 volte. Inoltre, vi sono state le seguenti riunioni dei 6 Consigli Speciali della Segreteria Generale.
Il Consiglio Speciale per l’Europa si è riunito 3 volte, nelle seguenti date: dal 21 al 23 novembre 2003, il 6 maggio 2005 e il 14 maggio 2005.
Il Consiglio Speciale per l’America ha avuto 4 riunioni: nei giorni 20 e 21 giugno 2001, 2 e 3 ottobre 2002, 14 ottobre 2003 e 5 novembre 2004.
Il Consiglio Speciale per l’Oceania ha avuto 3 sessioni: il 23 novembre 2001, dal 28 al 31 maggio 2002 e nei giorni 18 e 19 del febbraio 2004.
Il Consiglio Speciale per il Libano si è riunito 2 volte: nei giorni 22 e 23 maggio 2002 e il 16 e il 17 marzo 2004.
Il Consiglio Speciale per l’Asia ha svolto 4 riunioni: il 20 e il 21 novembre 2001, dal 19 al 21 novembre 2002, il 18 e il 19 novembre 2003 e il 18 e il 19 novembre 2004.
Il Consiglio Speciale per l’Africa ha avuto un’attività più intensa, dovuta anche alla preparazione della II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi. Infatti, i membri del menzionato Consiglio si sono riuniti 6 volte: il 7 e l’8 giugno 2001, l’11 e 12 giugno 2002, il 18 e il 19 giugno 2003, il 15 e il 16 giugno 2004, il 24 e il 25 febbraio 2005 e il 21 e 22 giugno 2005.

Come è noto, il 13 novembre 2004 il Papa Giovanni Paolo II espresse l’intenzione di convocare la II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi. Il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto propria tale volontà. Nel pronunciamento del 22 giugno 2005, confermando la decisione del suo Predecessore, egli ha precisato: “desidero annunciare la mia intenzione di convocare la Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi”. Al contempo, Sua Santità ha specificato lo scopo di tale riunione collegiale: “Nutro grande fiducia che tale Assise segni un ulteriore impulso nel continente africano all’evangelizzazione, al consolidamento e alla crescita della Chiesa e alla promozione della riconciliazione e della pace”.

Attualmente il Consiglio Speciale per l’Africa della Segreteria Generale, con l’aiuto di alcuni esperti, sta preparando i Lineamenta della menzionata assise sinodale che a suo tempo, con l’approvazione del Santo Padre, saranno resi noti. Tutti i fedeli, soprattutto i partecipanti all’XI Assemblea Generale Ordinaria sono invitati a pregare perché la II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi rafforzi la presenza della Chiesa nell’intera Africa, dia un nuovo dinamismo all’evangelizzazione e alla promozione umana e i figli della Chiesa diventino ancora di più fautori della riconciliazione, della pace e della giustizia nel grande continente africano.

VI) Conclusione

“Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi” (Lc 22, 15). La parola del Signore risuona nella Chiesa da duemila anni e raduna intorno alla mensa eucaristica i cristiani, uomini e donne, membri del Popolo di Dio, che, nutrendosi del pane disceso dal cielo, ricevono la vita in abbondanza (cfr. Gv 10, 10).

Nell’Eucaristia, pertanto, si manifesta un cammino in duplice direzione. Nel Gesù Cristo, morto e risorto, Dio stesso viene incontro all’uomo redento, lo purifica dai suoi peccati, lo nutre con il pane vero, quello che la vita al mondo (cfr. Gv 6, 33), accompagnandolo durante il pellegrinaggio terrestre verso la patria celeste. A tale percorso discendente del Signore Gesù, corrisponde quello ascendente dell’uomo che nel profondo anela ad incontrare Dio, in quanto creato a sua immagine (cfr. Gen 1, 27). Nonostante vari tentennamenti e possibili sbandamenti, connessi con il dono della libertà, nell’incontro con Dio l’uomo trova se stesso, il senso della sua esistenza e la meta del suo destino eterno, che consiste nella visione beatifica. Nell’Eucaristia avviene pertanto l’incontro tra Dio e l’uomo. Essa è la forma per eccellenza della presenza di Dio nel sacramento dell’umanità glorificata di Gesù Cristo, il quale si offre come cibo e bevanda in ogni celebrazione eucaristica. Al contempo, accostandosi all’Eucaristia, l’uomo ottiene dal Signore Gesù la grazia che trasforma la sua vita. In tale sublime sacramento trova la verità su Dio e sulla propria esistenza e sul mondo creato, la forza per rimanere fedele alla vocazione cristiana in mezzo alle tentazioni del mondo, l’ardore della carità per essere testimone dell’amore di Dio soprattutto nei riguardi dei poveri e dei piccoli (cfr. Mt 25, 31-44). Nutrendosi alla mensa del Signore, il fedele è chiamato a mettere in pratica nella vita d’ogni giorno l’insegnamento del Maestro il quale non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti” (Mt 20, 28).

L’icona eloquente di tale attitudine è la lavanda dei piedi (cfr. Gv 13, 1-15). Tale attitudine di servizio eucaristico è percepibile in modo particolare nella vita dei santi che hanno raggiunto in grado eccellente la perfezione della vocazione cristiana, grazie al sublime sacramento dell’Eucaristia che stava al centro della loro vita. Essi ci offrono un esempio sempre attuale della spiritualità eucaristica come cammino privilegiato verso la perfezione cristiana. Essi, inoltre, intercedono continuamente per noi, affinché, comunicando al Corpo e al Sangue di Gesù Cristo, diventiamo sempre di più ciò che per grazia già siamo: figli di Dio, membri della Chiesa, cioè del Corpo mistico di Gesù Cristo (cfr. Col 1, 18).

Tra i santi un posto del tutto particolare occupa la Beata Vergine Maria, “Donna Eucaristica” (cfr. EE 53). Essa precede la grande schiera dei beati e dei santi riconosciuti dalla Chiesa, di cui alcuni sono ricordati al N. 76 dell’Instrumentum laboris. Ad essi bisogna aggiungere una moltitudine immensa, di ogni nazione, razza, popolo e lingua (cfr Ap 7, 9), la cui santità è nota solo agli occhi di Dio. Tra loro, portati sulle ali della fede, osiamo sperare si trovi anche il Papa Giovanni Paolo II e tanti altri Vescovi, che durante la vita terrena hanno svolto ammirevoli servizi alla Chiesa promovendo, in particolare, la collegialità episcopale. Tra loro, l’Em.mo Card. Jan Pieter Schotte può essere indicato come esempio di servitore fedele alla Chiesa e al Santo Padre, la cui persona raccomandiamo alla misericordia di Dio buono e clemente.

In quest’Anno dell’Eucaristia, tutta la Chiesa accompagna con la preghiera la celebrazione del Sinodo dei Vescovi. Come all’inizio della Chiesa per san Pietro Apostolo (cfr. At 12, 5), così ora una preghiera particolare sale incessantemente a Dio per il Santo Padre Benedetto XVI, all’inizio del suo Pontificato, in quest’alba del Terzo millennio del cristianesimo. I fedeli, grati a Dio Onnipotente per la sua elezione alla sede di Roma, invocano su di Lui l’abbondanza dei doni dello Spirito Santo, perché, scorgendo i segni dei tempi, possa guidare la barca di Pietro (cfr. Gv 21, 11) verso il porto tranquillo, non temendo eventuali burrasche e tempeste, ma affidandosi al Signore Gesù Cristo, l’unico capace di sedarle (cfr. Mt 8, 23-27).

Tale preghiera corale include, poi, i successori degli apostoli, i Vescovi, chiamati a partecipare alla sollecitudine per la Chiesa universale del Vescovo di Roma e Capo del collegio episcopale. L’orazione pertanto accompagna i lavori dell’XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Sotto la guida dello Spirito del Signore risorto, la presente assise sinodale possa essere di grande aiuto al Ministero del Sommo Pontefice e dei Vescovi, nella collegialità e nella comunione gerarchica. Il servizio ecclesiale del Sinodo dei Vescovi diventa prezioso soprattutto mentre cerca di approfondire le applicazioni pastorali della fede nel sacramento dell’Eucaristia, che da duemila anni rappresenta la sorgente della vita della Chiesa e la ragione della sua missione nel mondo. Unendosi all’intercessione della Chiesa del cielo, il Popolo di Dio supplica il Signore, affinché sia apportato nuovo slancio alla celebrazione del sublime mistero del pane della vita (cfr. Gv 6, 35) e del calice della nuova alleanza (cfr. Lc 22, 20), sia suscitato un rinnovato amore per l’adorazione del Santissimo Sacramento e sia ravvivata la creatività della carità fraterna viste le grandi attese dell’uomo contemporaneo e delle crescenti necessità del nostro mondo.

Grazie per il paziente ascolto. Buon lavoro nel nome del Signore.





1 Alla Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi non sono pervenute risposte dal Sinodo della Chiesa Siro-Malabarese, dal Patriarcato di Antiochia dei Maroniti e dal Consiglio della Chiesa Etiopica.


2 La Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi non ha ricevuto risposte dalle Conferenze Episcopali di: Gabon, Iran, Laos e Cambogia, Namibia, Pacifico, Turchia.
[00008-01.15] [NNNNN] [Testo originale: latino]





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