-- RELAZIONE DEL SEGRETARIO
GENERALE DEL SINODO DEI VESCOVI, S.E.R. MONS. NIKOLA ETEROVIĆ
Padre Santo,
Eminentissimi ed Eccellentissimi Padri,
Cari Fratelli e Sorelle,
Per la prima volta in qualità di Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi ho
l’onore di rivolgere la parola ai membri di questa illustre Assemblea,
salutando ben volentieri tutti i presenti con le parole di San Paolo apostolo:
“grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo” (1 Cor 1,
3).
Rivolgo un saluto deferente al Santo Padre Benedetto XVI che presiede la prima
Assemblea del Sinodo dei Vescovi del Suo pontificato. Al contempo, ringrazio
Sua Santità per avere confermato la convocazione della presente assise sinodale
e per averne seguito da vicino la preparazione. A nome di tutti i padri
sinodali Gli sono grato in anticipo per la Sua presenza e per ogni prezioso
contributo allo svolgimento dei lavori che hanno per scopo promuovere la vita e
la missione della Chiesa universale, nel segno dell’Eucaristia.
Saluto cordialmente tutti i 256 membri dell’XI Assemblea Generale Ordinaria del
Sinodo dei Vescovi, di cui 177 sono eletti, 40 di nomina Pontificia e 39 ex
officio e 10 Superiori Generali. Tra essi vi sono 55 cardinali, 8 patriarchi,
82 arcivescovi, 123 vescovi e 12 religiosi. Quanto agli uffici svolti, vi sono
36 Presidenti di Conferenza Episcopale, 234 Ordinari, 4 Coadiutori, 14
Ausiliari e 4 Emeriti.
I menzionati padri sinodali provengono da tutti i continenti e cioè 50
dall’Africa, 59 dall’America, 44 dall’Asia, 95 dall’Europa e 8 dall’Oceania.
Grato per avere accolto l’invito, rivolgo il mio deferente pensiero ai Delegati
fraterni, rappresentanti di 12 Chiese e comunità ecclesiali.
Estendo i più sentiti saluti agli Uditori, agli Esperti, agli Assistenti, ai
Traduttori ed al personale tecnico, senza il cui concorso non si potrebbero
svolgere adeguatamente i lavori. Infine, uno speciale saluto e ringraziamento
rivolgo ai generosi Collaboratori della Segreteria Generale del Sinodo dei
Vescovi, la cui opera mi è stata di particolare sostegno in questa mia prima
esperienza sinodale.
Con l’Apostolo delle Genti a tutti auguro la grazia e la pace, doni con cui Dio
Uno e Trino benedirà i nostri lavori collegiali per il bene della Chiesa e
dell’umanità.
La presente relazione è composta di VI parti:
I) Considerazioni preliminari;
II) Periodo tra la X e l’XI Assemblea Generale Ordinaria;
III) Preparazione dell’XI Assemblea Generale Ordinaria;
IV) Novità nella metodologia sinodale;
V) Attività della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi;
VI) Conclusione.
I) Considerazioni preliminari
“Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia
passione” (Lc 22, 15). Con queste parole pronunciate durante l’ultima cena,
Gesù Cristo introdusse il racconto dell’istituzione del sacramento
dell’Eucaristia. Tutti e tre i Vangeli sinottici coincidono sul significato
delle parole pronunciate sul pane e sul vino che, per la grazia dello Spirito
Santo, sono diventati il corpo e il sangue del Signore Gesù (cfr. Mt 26, 26-28;
Mc 14, 22-25; Lc 22, 14-20). Le parole furono accompagnate da gesti concreti:
“prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai
discepoli” (Mt 26, 26). Tali parole e gesti indicano chiaramente la volontà di
Gesù Cristo di istituire l’Eucaristia nell’ambito della cena pasquale ebraica,
prefigurazione della sua morte e resurrezione, anticipo del banchetto
escatologico delle nozze dell’Agnello immolato. La narrazione dell’evangelista
Giovanni (cfr. Gv 6) rende ancora più evidente che Gesù di Nazaret da tempo
stava preparando il grande sacramento. Egli, infatti, si presentò alla gente,
quasi all’inizio dell’attività pubblica, come il pane vivo, disceso dal cielo
per la vita del mondo (cfr. Gv 6, 51).
L’Eucaristia che Gesù Cristo istituì in presenza degli apostoli, radunati con
lui attorno alla tavola, è inscindibilmente legata alla Chiesa, dall’inizio
fino alla fine dei tempi. Per espressa volontà del Signore “fate questo in
memoria di me” (1Cor 11, 24), il sacramento dell’Eucaristia, celebrato nella
Chiesa, doveva tramandarsi di generazione in generazione, come la più preziosa
eredità, come il Testamento d’amore del Signore Gesù. Si tratta di sacra Tradizione,
come testimonia San Paolo nella Prima Lettera ai Corinti (cfr. 1Cor 11, 23-26),
che per la divina Provvidenza è pervenuta nella sua purezza originale fino ai
nostri giorni. Dobbiamo continuamente ringraziare Dio Uno e Trino per tale
inestimabile grazia, perché l’Eucaristia, grande dono e mistero, continua ad
essere celebrata, adorata e vissuta nella Chiesa. Essa rappresenta il cuore
della Chiesa, la fonte e il culmine della sua vita e della sua attività di
evangelizzazione e di promozione umana.
Eredità spirituale del Papa Giovanni Paolo II
Il tema dell’XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi incentrato
sull’Eucaristia fu voluto dal Papa Giovanni Paolo II di v. m. Coloro che
conoscono bene la sua opera e la sua missione ecclesiale non possono non
percepire dei significativi richiami del Servo di Dio all’esempio dell’unico
Maestro e Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio e Figlio dell’Uomo.
Infatti, la riscoperta dell’Eucaristia, celebrata e vissuta adeguatamente nella
Chiesa, sembra essere anche il contenuto del Testamento spirituale del Papa
Giovanni Paolo II. Avvertendo che si avvicinava la sua ora, egli, con lo
Spirito del Signore, cercò di concentrare le sue energie sull’essenziale e
cioè, sul Santissimo Sacramento. La mirabile presenza del Signore glorioso
sotto le specie del pane e del vino fu il sostegno della sua fede viva, la
fonte della grande speranza e la ragione dell’incisiva carità. Si è trattato di
un’esperienza maturata soprattutto durante 59 anni di sacerdozio, di cui 44 vissuti
da Vescovo, che ha spinto il compianto Pontefice a riproporre il tema
dell’Eucaristia alla riflessione della Chiesa universale. L’ultima sua
enciclica è stata Ecclesia de Eucharistia. La sua penultima Lettera Apostolica
è Mane nobiscum Domine. L’ultima iniziativa pastorale a livello della Chiesa
universale è l’Anno dell’Eucaristia. In questa prospettiva non sorprende che
pure l’XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi abbia per tema
l’Eucaristia. Con la sua celebrazione si chiuderà l’Anno dell’Eucaristia.
Incominciata dal Papa Giovanni Paolo II la preparazione dell’XI Assemblea
Generale Ordinaria, essa sarà portata a termine dal suo successore, il Santo
Padre Benedetto XVI. L’annuncio della presenza di Gesù Cristo nell’Eucaristia,
Testamento del suo amore divino, rimane la fonte inesauribile della vita e
della missione della Chiesa. L’esperienza di fede eucaristica del Servo di Dio
Giovanni Paolo II, lasciataci come sua eredità spirituale, non mancherà di
influire in modo positivo anche sull’attività dell’assise sinodale che
incomincia i suoi lavori.
Nella scelta del tema dell’XI Assemblea Generale Ordinaria è possibile
percepire anche un’intuizione profetica del Papa Giovanni Paolo II. Egli ha
voluto favorire la riflessione a livello della Chiesa Cattolica circa la prassi
eucaristica, verificando come sono applicati nelle Chiese particolari i grandi
pronunciamenti del Magistero sul sublime Sacramento della presenza vera, reale
e sostanziale di Gesù Cristo risorto nell’Eucaristia, sorgente dell’unità e
della comunione ecclesiale. Desiderava accertare come il sacramento
dell’Eucaristia sia percepito e vissuto e quale influsso abbia nella vita dei
fedeli, delle famiglie, delle comunità e dell’intera società. La sua intenzione
di fondo era, poi, un rilancio dell’Eucaristia, inestimabile dono di Dio alla
sua Chiesa, tramite un’appropriata catechesi a tutti i livelli, un rinnovato
culto liturgico, un rafforzato servizio della carità, che ha la fonte
permanente nel pane spezzato per noi uomini e nel vino versato per la nostra
salvezza.
II) Attività tra la X e l’XI Assemblea Generale Ordinaria
Ricordo dell’Em.mo Card. Jan Pieter Schotte
Evocando in questa assise collegiale l’eredità spirituale del Papa Giovanni
Paolo II, è doveroso, con animo grato al Signore, ricordare anche uno dei suoi
più vicini collaboratori, Sua Eminenza il Signor Card. Jan Pieter Schotte,
C.I.C.M., che per quasi 19 anni fu Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi.
Durante tale periodo l’Em.mo Porporato svolse preziosi servizi ecclesiali. In
particolare, ha organizzato 12 Assemblee sinodali, di cui 4 (1987; 1990; 1994;
2001) Assemblee Generali Ordinarie, 1 (nel 1985) Assemblea Generale
Straordinaria e 7 Assemblee Speciali (nel 1991 I per l’Europa; nel 1994 per
l’Africa; nel 1995 per il Libano; nel 1997 per l’America; nel 1998 per l’Asia;
nel 1998 per l’Oceania; nel 1999 II per l’Europa). Sua Eminenza il Card. Jan
Pieter Schotte incominciò anche la preparazione dell’XI Assemblea Generale
Ordinaria. Meno di un anno prima che il Signore della vita lo chiamasse a sé il
10 gennaio 2005, Papa Giovanni Paolo II volle nominare l’11 febbraio 2004 il
sottoscritto a succedergli nell’ufficio della Segreteria Generale del Sinodo
dei Vescovi. Anche tale successione si è svolta nel segno del mistero
dell’Eucaristia, tema dell’XI Assemblea Generale Ordinaria, in quanto ho preso
da lui il testimone mentre il cammino sinodale era già in moto, per certo
inserito in una tradizione ben consolidata e con risultati assai positivi.
Infatti, Sua Eminenza il Signor Card. Jan Pieter Schotte, terminata felicemente
la X Assemblea Generale Ordinaria, che sul tema Il Vescovo: Servitore del
Vangelo di Gesù Cristo per la speranza del mondo fu celebrata dal 30 settembre
al 27 ottobre 2001, ha incominciato, in stretta unione con il
Sommo Pontefice, a preparare la prossima XI Assemblea Generale Ordinaria.
Prima della conclusione della X Assemblea Generale Ordinaria, il 26 ottobre
2001, l’Em.mo Card. Segretario Generale presiedette la prima riunione del X
Consiglio Ordinario, appena costituito, rilevando che 6 padri sinodali facevano
parte per la prima volta di un tale organismo collegiale. Dopo avere
approfondito la mutua conoscenza, ai membri furono indicati i compiti del
Consiglio Ordinario secondo le norme vigenti del Sinodo dei Vescovi. In
particolare, fu affermato che il Consiglio è chiamato a mantenere vivo lo
spirito collegiale dell’assise sinodale e a riproporre il contenuto delle
Proposizioni, risultato preminente del Sinodo dei Vescovi, in un documento da
sottoporre al Santo Padre in vista della pubblicazione dell’Esortazione
post-Sinodale.
Il X Consiglio Ordinario si è riunito 8 volte dal febbraio 2002 fino al
novembre del 2004. In particolare, la seconda riunione si è
svolta dal 6 all’8 febbraio 2002, la terza nei giorni 13 e 14 giugno 2002, la
quarta dal 5 al 7 novembre, la quinta dal 26 al 27 marzo 2003, la sesta dal 1
al 2 luglio 2003, la settima dal 23 al 24 ottobre 2003 e l’ottava nei giorni 16
e 17 novembre 2004.
Le prime 4 riunioni si sono concentrate quasi esclusivamente sulla
rielaborazione del materiale della X Assemblea Generale Ordinaria, in vista
della redazione dell’Esortazione post-Sinodale Pastores gregis che il Papa
Giovanni Paolo II ha firmato e promulgato il 16 ottobre 2003, in occasione del XXV anniversario del
Pontificato. Al solenne atto svoltosi nell’aula Paolo VI in presenza di
numerosi pellegrini hanno partecipato i tre Presidenti Delegati: le loro
Eminenze i Signori Cardinali: Giovanni Battista Re, Ivan Dias e Bernard Agré, il
Relatore Generale Sua Eminenza il Sig. Card. Edward Egan e il Relatore Generale
Aggiunto Sua Eminenza il Sig. Card. Jorge Mario Bergoglio, il Segretario
Generale Sua Eminenza il Sig. Card. Jan Pieter Schotte, il Segretario Speciale
Sua Eccellenza Mons. Marcello Semeraro. A lato del Papa Giovanni Paolo II
stavano il Decano del Collegio dei Cardinali Sua Eminenza il Sig. Card. Joseph
Ratzinger e il Segretario di Stato Sua Eminenza il Sig. Card. Angelo Sodano. Il
Sommo Pontefice consegnò simbolicamente il documento ai tre Presidenti
Delegati, ai due Relatori Generali, al Segretario Speciale e a cinque vescovi,
uno di ogni continente.
Nel frattempo, all’inizio dell’anno 2003, l’Em.mo Segretario Generale ha
inviato la Relatio circa labores peractos della X Assemblea Generale Ordinaria
alle Istituzioni che ne hanno il diritto. Nel documento sono tra l’altro
indicati i seguenti dati statistici: all’assise sinodale hanno partecipato 247
membri, di cui 175 eletti, 35 di nomina Pontificia e 37 ex officio. La X Assemblea
Generale Ordinaria ha avuto 25 Congregazioni generali, 17 sessioni dei Circoli
minori. I padri hanno approvato 67 Propositiones. III) Preparazione dell’XI
Assemblea Generale Ordinaria
Tema dell’XI Assemblea Generale Ordinaria
Il tema e la data della celebrazione dell’XI Assemblea Generale Ordinaria
furono discussi in varie occasioni.
Al termine della X Assemblea Generale Ordinaria i padri sinodali espressero i
loro pareri circa l’argomento della prossima assise sinodale. Inoltre, per
incarico del Papa Giovanni Paolo II, la Segreteria Generale del Sinodo dei
Vescovi consultò in merito anche le Conferenze Episcopali, i Sinodi delle
Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, i Dicasteri della Curia Romana, l’Unione
dei Superiori Generali. I risultati furono esaminati durante la terza riunione
del X Consiglio Ordinario nei giorni 13 e 14 giugno 2002. Alla luce dei
risultati ottenuti, i membri del Consiglio hanno formato la terna dei temi da
sottoporre alla decisione del Sommo Pontefice. Al primo posto vi fu il tema
dell’Eucaristia nella vita e nella missione della Chiesa.
Nel corso della successiva quinta riunione del X Consiglio Ordinario, il 26
marzo 2003, l’Em.mo Card. Segretario Generale informò i membri che il Papa
Giovanni Paolo II aveva scelto il tema dell’Eucaristia per la prossima XI
Assemblea Generale Ordinaria, con raccomandazione di porre l’accento sulla
parrocchia in relazione al ministero e culto eucaristico. Pertanto, si
concretizzò il tema sull’Eucaristia come fonte e culmine della vita e della missione
della Chiesa e si incominciò a riflettere circa le idee portanti dei
Lineamenta, documento che ha per scopo di favorire la discussione a livello
della Chiesa universale sull’argomento dell’assise sinodale.
Elaborazione dei Lineamenta
La sesta riunione del Consiglio Ordinario della Segreteria Generale del Sinodo
dei Vescovi, tenutasi il 1 e il 2 giugno 2003, fu dedicata all’esame delle
bozze dei Lineamenta. Come di consueto, il testo fu oggetto di studio in due
gruppi di lavoro, divisi secondo la lingua italiana ed inglese. Nell’incontro
congiunto si raggiunse il consenso circa la struttura e le modifiche da
apportare al progetto. Il lavoro procedette con buoni risultati nella riunione
del 23 e 24 novembre 2003 in modo che i Lineamenta, arricchiti dalle
risposte che man mano pervenivano, poterono essere pubblicati nel mese di
febbraio dell’anno 2004.
La discussione in seno al X Consiglio Ordinario fu seguita con grande interesse
dal Papa Giovanni Paolo II il quale, nell’udienza concessa il 29 novembre 2003
all’Em.mo Segretario Generale Card. Jan Pieter Schotte, approvò definitivamente
il tema dell’XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi
“Eucharistia: fons et culmen vitae et missionis Ecclesiae”. La data prevista
della celebrazione era dal 2 al 29 ottobre 2005.
Con Dispaccio del 18 dicembre 2003, Sua Eminenza il Sig. Card. Angelo Sodano,
Segretario di Stato, comunicò ufficialmente all’Em.mo Segretario Generale del
Sinodo dei Vescovi la menzionata decisione del Papa Giovanni Paolo II. Pertanto,
il 13 febbraio 2004 furono pubblicati su “L’Osservatore Romano” il tema e la
data dell’XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.
Ovviamente, il Sommo Pontefice seguì da vicino anche la redazione dei
Lineamenta, il cui testo si stava scrivendo in 8 lingue: latino, italiano,
francese, spagnolo, portoghese, inglese, tedesco e polacco. Il documento,
appena pubblicato nel mese di febbraio 2004, in primo luogo fu inviato alle Istituzioni
che ne hanno diritto: Conferenze Episcopali, Sinodi delle Chiese Orientali
Cattoliche sui iuris, Dicasteri della Curia Romana, Unione dei Superiori
Generali. Poi se ne diede una più larga diffusione attraverso i mezzi di
comunicazione sociale a tutta la Chiesa universale. Alla fine del Documento si
trovava un Questionario che doveva aiutare sia la riflessione sull’Eucaristia,
insigne Sacramento della nostra fede, sia la redazione delle risposte da far
pervenire alla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi entro il 31 dicembre
2004.
Preparazione dell’Instrumentum laboris
La recezione dei Lineamenta è stata assai positiva, come risulta anche dal
numero delle risposte ed osservazioni pervenute. Al riguardo può essere utile
indicare i dati statistici relativi alle risposte ai Lineamenta degli ultimi
Sinodi, con particolare riguardo alle istituzioni di natura collegiale, come
sono le Conferenze Episcopali e i Sinodi dei Vescovi delle Chiese Orientali
Cattoliche sui iuris.
Risposte delle Conferenze Episcopali per le diverse Assemblee Generali
Ordinarie:
1974 De evangelizatione (75,38 %)
1977 De catechesi (67,18 %)
1980 De familia (50,37 %)
1983 De reconciliatione et paenitentia (42,75 %)
1987 De christifidelibus laicis (59,85 %)
1990 De formatione sacerdotum (63,94 %)
1994 De vita consecrata (66,05 %)
2001 De episcopo (62,50 %)
2005 De Eucharistia (94,69 %)
Vale la pena notare che per questa Assemblea sinodale, quanto ai Sinodi delle
Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, la percentuale è stata del 73 %
1.
I Dicasteri della Curia Romana hanno risposto al 100 %. È venuta pronta e ben
elaborata anche la risposta dell’Unione dei Superiori Generali.
La Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi ha ricevuto pure 110 osservazioni
da parte di singoli Vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici di tutto
il mondo.
L’alta percentuale delle risposte e osservazioni è assai significativa. In
particolare occorre rilevare le risposte del quasi 95 % delle Conferenze
Episcopali, la più alta per un’Assemblea Generale Ordinaria 2. Tali
dati statistici indicano chiaramente il grande interesse delle Chiese
particolari e di altre istituzioni ecclesiali per il tema dell’attuale assise
sinodale. Al contempo, sono indizio delle loro attese per l’influsso del Sinodo
dei Vescovi nella vita della Chiesa e della sua missione nel mondo. Inoltre,
dalle risposte si percepisce che i Lineamenta hanno favorito la riflessione,
spesso ben organizzata, sulla percezione e la celebrazione dell’Eucaristia
nelle rispettive diocesi, parrocchie, istituzioni, organizzazioni e comunità ecclesiali.
La vasta discussione, accompagnata dalla preghiera, è stata di notevole aiuto
alle Chiese locali per verificare il grado dell’intelligenza del sacramento
dell’Eucaristia, la frequenza della partecipazione alle celebrazioni
eucaristiche, soprattutto di domenica e nei giorni di precetto, le conseguenze
della fede eucaristica nella vita personale, familiare e sociale. Varie Diocesi
hanno approfittato di tale occasione sia per avere dati più precisi sulla
prassi della fede dei propri fedeli, sia per promuovere un’azione di catechesi
allo scopo di favorire una maggiore conoscenza del mistero del Santissimo
Sacramento e di promuoverne varie forme di celebrazione e di adorazione.
In altri luoghi, invece, è stata incaricata una Commissione della Conferenza
Episcopale di redigere la risposta ai Lineamenta, delimitando la discussione
ecclesiale sul tema. La riflessione è stata ancora meno presente quando a
rispondere al Questionario sono stati degli esperti incaricati da alcune
Conferenze Episcopali.
Ad ogni modo, i dati pervenuti alla Segreteria Generale sono stati molto utili
per avere un panorama assai fedele del modo in cui il sacramento
dell’Eucaristia è percepito e celebrato nella Chiesa universale con
caratteristiche proprie secondo le Tradizioni spirituali, i diversi riti e le
particolari connotazioni geografiche e culturali.
Le risposte di enti d’indole collegiale e quelle pervenute da singoli fedeli a
titolo personale formano l’abbondante materiale che è stato debitamente
studiato. Grazie all’aiuto di alcuni esperti e sotto la responsabilità della
Segreteria Generale, esso è stato anche incorporato e sintetizzato
nell’Instrumentum laboris.
Nella sua redazione un ruolo importante ha avuto il X Consiglio Ordinario.
Nella riunione dal 15 al 16 novembre 2004 è stato deciso lo schema del
Documento, tenendo conto della natura delle risposte e delle osservazioni
pervenute. Il Papa Giovanni Paolo II ha ricevuto in Udienza i membri del X
Consiglio Ordinario il 16 novembre, incoraggiando il loro lavoro al servizio
della Chiesa universale, che “attinge dall’Eucaristia le energie vitali per la
sua presenza e la sua azione nella storia degli uomini” (L’Osservatore Romano,
17 novembre 2004, p. 5).
Al riguardo, occorre ricordare che non poche risposte sono pervenute dopo la
data indicata del 31 dicembre 2004. Ma anche esse sono state tenute nella
dovuta considerazione durante il laborioso e delicato lavoro di redazione
dell’Instrumentum laboris. Il Segretario Generale ha presentato il documento il
7 luglio 2005 in una Conferenza stampa. Come di consueto,
esso è stato pubblicato in 8 lingue e diffuso tramite i mezzi di comunicazione
sociale.
Mentre procedevano i lavori di preparazione dell’XI Assemblea Generale
Ordinaria, il Papa Giovanni Paolo II nominò il 12 marzo 2005 i tre Presidenti
Delegati: le loro Eminenze Reverendissime i Signori Cardinali: Francis Arinze,
Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei
Sacramenti, Juan Sandoval Í iguez, Arcivescovo di Guadalajara, Messico, e
Telesphore Placidus Toppo, Arcivescovo di Ranchi, India. Al contempo, Sua
Santità nominò il Relatore Generale, Sua Eminenza Reverendissima il Signor
Cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia, e il Segretario Speciale, Sua
Eccellenza Reverendissima Monsignor Roland Minnerath, Arcivescovo di Dijon,
Francia.
Partecipazione alle assise sinodali del Papa Giovanni Paolo II
Il Signore della vita aveva, intanto, chiamato a sé il Suo fedele Servitore
Giovanni Paolo II il 2 aprile 2005. Così, il Sinodo dei Vescovi perse il suo
Presidente che ha avuto grandi meriti per lo sviluppo di questa istituzione
ecclesiale e collegiale. Con il decesso del Papa Giovanni Paolo II è venuto a
mancare l’unico Vescovo in esercizio che fu padre sinodale di tutte le assise
dalla fondazione del Sinodo dei Vescovi fino alla sua ultima Assemblea Generale
Ordinaria nell’ottobre del 2001. In particolare, come Arcivescovo di
Cracovia, il Card. Karol Wojtyla fu Membro di 5 assemblee sinodali: nel 1969,
1971, 1974 e 1977. Quanto alla prima Assemblea Generale Ordinaria del 1967, per
solidarietà con l’Arcivescovo di Varsavia, Card. Stefan Wyszyński, a cui
il governo comunista vietò l’uscita dal Paese, il Card. Wojtyla rinunciò a
recarsi a Roma. Al riguardo, esiste una assai interessante corrispondenza tra
la Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi e i delegati polacchi assenti,
che testimonia di una loro partecipazione spirituale ai lavori sinodali.
Nell’anno 1974 il Card. Karol Wojtyla fu Relatore Generale per l’Assemblea
Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema “Evangelizzazione nel mondo
moderno”.
Durante il fecondo e lungo Pontificato di quasi 27 anni, il Papa Giovanni Paolo
II ha convocato 15 Assemblee sinodali, di cui 6 Assemblee Generali Ordinarie
(1980, 1983, 1987, 1990, 1994, 2001); 1 Assemblea Generale Straordinaria (nel
1985) e 8 Assemblee Speciali (1980 per i Paesi Bassi; 1991 I per l’Europa; 1994
per l’Africa, 1995 per il Libano, 1997 per l’America, 1998 per l’Asia, 1998 per
l’Oceania, 1999 II per l’Europa). Inoltre, il Papa Giovanni Paolo II ha
iniziato anche la preparazione dell’XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo
dei Vescovi, lasciandone la conclusione in eredità al suo Successore, Sua
Santità Benedetto XVI.
Nella celebrazione dell’Eucaristia i fedeli, unendosi al Signore Gesù risorto,
oltrepassano i limiti del tempo e dello spazio e, come membri della comunità
dei santi, gioiscono anche per la gloria dei fratelli già ammessi alla presenza
di Dio nell’eternità beata o per la lieta attesa di coloro che si stanno
purificando per potere quanto prima vedere l’unico Santo faccia a faccia (cfr.
1Cor 13, 12). Partecipando a tale grande mistero nella celebrazione del pane e
del vino, a nome di tutti i padri sinodali ringrazio Dio Uno e Trino per la
cara Persona del Papa Giovanni Paolo II e per il suo esimio servizio ecclesiale
in favore del Popolo di Dio, svolto per la maggiore lode e gloria di Dio Padre,
Figlio e Spirito Santo. Animati dalla grazia dello Spirito Santo, crediamo che
il Servo di Dio Giovanni Paolo II dal cielo intercederà anche per il buon esito
di questa Assemblea sinodale, perché porti abbondanti frutti ai cattolici, ad
altri cristiani, ai credenti di religioni non cristiane come pure a tutti gli
uomini di buona volontà.
Attività sinodale del Santo Padre Benedetto XVI
La successione apostolica permette alla Chiesa di Gesù Cristo di continuare la
sua missione nella storia, trasmettendo alle nuove generazioni il deposito
integro della fede, che forma i costumi e regola la disciplina dei fedeli.
Grazie ai moderni mezzi di comunicazione sociale, i cattolici sparsi nel mondo
intero, come pure numerosi fedeli appartenenti alle Chiese e comunità cristiane
oppure a varie denominazioni religiose, hanno seguito con grande partecipazione
il periodo eccezionale della fine del Pontificato del Papa Giovanni Paolo II e
dell’inizio di quello del suo successore, Benedetto XVI. Si è trattato di una
grazia insigne del Signore alla sua Chiesa, la quale ha potuto sperimentare,
tra l’altro, l’importanza delle strutture collegiali nella successione
apostolica e, in particolare, per quanto concerne l’elezione del Romano
Pontefice, del collegio cardinalizio.
In questa sede, mentre ho il grande onore di rinnovare il più devoto saluto al
Santo Padre Benedetto XVI, che per la prima volta compie il suo diritto innato
di convocare e di presiedere un’Assemblea sinodale, svolgo il dovere assai
gradito di ricordare alcuni dati concernenti la sua partecipazione alle
precedenti assise sinodali. Eletto Arcivescovo di München e Freising il 25
marzo 1977, Sua Eminenza il Signor Card. Joseph Ratzinger ha partecipato a 16
Assemblee sinodali, dal 1977 fino alla presente XI Assemblea Generale
Ordinaria. In concreto, da Arcivescovo di München e Freising l’Em.mo Card.
Joseph Ratzinger prese parte a 2 Assemblee Generali Ordinarie, del 1977 e del
1980. Durante la seconda, celebrata sul tema La famiglia cristiana, egli fu
Relatore Generale. Chiamato dal Papa Giovanni Paolo II, il 15 febbraio 1982, a dirigere la Congregazione per la Dottrina
della Fede, Sua Eminenza ha partecipato a 5 Assemblee Generali Ordinarie (del
1983, 1987, 1990, 1994 e 2001), all’Assemblea Generale Straordinaria del 1985 e
a 7 Assemblee Speciali, tutte eccetto quella per i Paesi Bassi del 1980.
Occorre ricordare che l’Em.mo Card. Joseph Ratzinger fu Presidente Delegato
dell’Assemblea Generale Ordinaria svoltasi nel 1983 sul tema La penitenza e la
riconciliazione nella missione della Chiesa.
Considerando che ogni Assemblea sinodale dura circa quattro settimane, è facile
concludere che il Santo Padre Benedetto XVI ha dedicato al Sinodo dei Vescovi
circa 14 mesi, un’anno e 2 mesi, cioè una parte significativa dei 54 anni di
vita sacerdotale, di cui 28 da Vescovo. A tale dato concernente la presenza
all’assise sinodale occorre aggiungere la sua partecipazione ai lavori dei
Consigli della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, dato che l’Em.mo
Card. Joseph Ratzinger ha fatto parte di 4 Consigli Ordinari (1980, 1983, 1987
e 1990) e 2 Straordinari (1983 e 1997) della medesima Segreteria Generale.
IV) Novità nella metodologia sinodale
Grazie a tale grande esperienza, il Santo Padre Benedetto XVI ha ben volentieri
indicato alcune innovazioni nella metodologia sinodale, allo scopo di favorire
ancora di più la natura collegiale del Sinodo dei Vescovi.
Facendo sua l’iniziativa del Papa Giovanni Paolo II, il Santo Padre ha deciso
di portare a termine la celebrazione dell’XI Assemblea Generale Ordinaria del
Sinodo dei Vescovi, modificandone la data. Infatti, il 12 maggio 2005 fu reso
noto in modo ufficiale che il Sommo Pontefice aveva confermato la celebrazione
della menzionata assise sinodale e il tema scelto, deliberando che i lavori si
svolgessero non per quattro, bensì per tre settimane e cioè dal 2 al 23 ottobre
p. v. Con tale decisione, Sua Santità ha voluto concentrare maggiormente i
lavori per favorirne ancora di più l’aspetto collegiale e sinodale. Per tale
ragione, i lavori si svolgeranno pure di sabato pomeriggio.
L’accorciamento della durata complessiva dell’Assemblea sinodale è il risultato
di diversi fattori. Da una parte, del desiderio degli stessi Padri sinodali di
non assentarsi a lungo dalle proprie sedi, anche se la normativa canonica non
pone alcun limite circa l’assenza dei Vescovi dalla Diocesi nel caso specifico
del Sinodo dei Vescovi. Dall’altra parte, la riduzione della durata della
celebrazione del Sinodo trova la sua ragione, come si vedrà più avanti, nella
ridistribuzione dei tempi destinati alle diverse attività sinodali
(Congregazioni generali, Circoli minori, ecc.), allo scopo di rendere la
procedura più agile ed efficiente.
Il modo di procedere è indicato dettagliatamente nel Vademecum che ogni
partecipante ha ricevuto all’inizio dell’assise sinodale. In esso è contenuta
la prassi collaudata nei precedenti Sinodi, che si regola secondo le norme
della Lettera Apostolica Apostolica sollicitudo e dell’Ordo Synodi, promulgati
dal Papa Paolo VI di v. m., e secondo le successive revisioni e aggiunte.
Inoltre, il Vademecum fa riferimento al Codice di Diritto Canonico e al Codice
dei Canoni delle Chiese Orientali.
Alcune novità del metodo sinodale sono già percepibili dal Calendario dei
lavori, che è inserito alla fine del Vademecum. Intanto, sono previste 23
Congregazioni generali e 7 sessioni dei Circoli minori. Ciò è stato causato dalle
modifiche della metodologia sinodale e dalla riduzione del tempo di lavoro. Al
riguardo, mi permetto di indicare le più significative innovazioni.
1) Ogni padre sinodale potrà intervenire in aula sinodale per 6 e non per 8
minuti, come era nella prassi precedente. Tale riduzione è dovuta al
restringimento dei lavori a tre settimane, rimanendo il numero dei partecipanti
invariato, circa 250. È superfluo notare che i padri potranno rilasciare
interventi scritti più ampi, che saranno oggetto di attenta considerazione da
parte del Segretario Speciale.
2) Inoltre, tale riduzione è dovuta principalmente all’introduzione durante il
dibattito, di un’ora di discussione libera, dalle 18 alle 19, ogni giorno al
termine delle Congregazioni Generali. Si tratta di una novità significativa per
i partecipanti e per i Presidenti Delegati. Essi saranno i moderatori delle
discussioni in aula. I padri sinodali, da parte loro, potranno chiedere
ulteriori informazioni ai confratelli che avessero già parlato in aula, riferendo
anche sulla situazione della propria Chiesa particolare. Il libero scambio di
pareri e di esperienze permetterà, si spera, di approfondire le questioni di
maggiore attualità, soprattutto d’indole pastorale, connesse con la
celebrazione del sacramento dell’Eucaristia, sorgente dell’unità e vincolo
della comunione ecclesiale.
Non è superfluo indicare che la libera discussione dovrà essere circoscritta al
tema del Sinodo: L’Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione
della Chiesa. Come risulta dall’Instrumentum laboris, si tratta di un argomento
assai ricco di aspetti, sia dottrinali che pastorali, che meritano di essere
approfonditi, tenendo presente la prassi nelle rispettive Chiese particolari.
Pertanto, non sarebbe adeguato richiamare altri temi che, per quanto attuali,
non sono connessi con quello dell’Assemblea sinodale. Al riguardo, i Presidenti
Delegati avranno il compito di tenere la discussione entro i limiti stabiliti.
3) Allo scopo di rendere più ordinata la discussione, i padri sinodali sono
cordialmente pregati di seguire nei loro interventi la struttura
dell’Instrumentum laboris. Come è noto, tale documento è composto di 4 parti.
Pertanto, si auspica che la discussione incominci con i temi della prima parte,
e che, poi, continui con quelli della seconda e della terza per arrivare
all’ultima, la quarta parte. Tale ordine di interventi richiede una certa
disciplina. Ogni padre sinodale dovrebbe già i primi giorni del Sinodo indicare
la parte a cui vorrebbe riferirsi, segnalando magari il numero del rispettivo
paragrafo. È probabile che tale metodo sia più facile per i Vescovi scelti
dalle Conferenze Episcopali con oltre 100 membri, che hanno diritto di essere
rappresentati da 4 padri sinodali. Ognuno di essi potrebbe scegliere di intervenire
su una parte distinta. Ovviamente, non si negano interventi su altri temi
d’interesse. I membri delle Conferenze Episcopali con meno rappresentanti, dei
Sinodi dei Vescovi delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, dei Dicasteri
della Curia Romana e dell’Unione dei Superiori Generali sono pure pregati di
seguire tale ordine logico. Iscrivendosi quanto prima, essi indicheranno il
numero dell’Instrumentum laboris a cui vogliono riferirsi o, eventualmente, la
parte del documento. La Segreteria Generale ne terrà conto e, quando non vi
saranno più richieste di interventi sulla prima parte, incominceranno a parlare
i padri che si sono iscritti per la seconda e così via. Ad ogni modo, non si
rifiuteranno possibili interventi sparsi. Bisogna però rilevare che questo
metodo, previsto nell’Ordo Synodi, rimedia alle osservazioni critiche di non
pochi padri, perché, altrimenti, gli interventi durante la prima fase dei
lavori sinodali rischiano di diventare dispersivi e, dunque, difficili da
seguire. Inoltre, l’ordine nell’esposizione dovrebbe favorire la discussione e,
dunque, l’approfondimento dei temi di maggiore interesse, specialmente durante
l’ora del dibattito libero.
Non è superfluo ricordare che, se un padre non desidera pronunciare
pubblicamente il suo intervento, può consegnarne il testo scritto alla
Segreteria Generale, che s’incaricherà di studiarlo e di prenderlo in
considerazione ugualmente come gli altri testi letti in aula. Nella misura in
cui diminuissero gli interventi, si potrebbe eventualmente adoperare il tempo
reso disponibile per favorire ulteriormente la discussione libera.
4) Considerando il tempo ridotto dell’Assemblea sinodale e dell’ampia
discussione in aula, si è dovuto abbreviare il numero delle sedute dei 13
Circoli minori, organizzati secondo le 6 lingue del Sinodo: latino, francese,
inglese, italiano, spagnolo e tedesco. Pertanto, i membri dei circoli minori
sono pregati di concentrarsi principalmente sull’elaborazione delle
proposizioni. Ogni proposizione, concisa e breve, dovrebbe trattare un solo
argomento. Sarebbero da evitare le prolisse esposizioni della dottrina
tradizionale della Chiesa. I padri sinodali dovrebbero piuttosto formulare
consigli intesi a favorire un rinnovamento della prassi pastorale della Chiesa
e a promuovere l’applicazione dottrinale e spirituale del sacramento
dell’Eucaristia nella celebrazione liturgica e nella vita personale, familiare
e sociale dei fedeli.
5) Per incoraggiare una maggiore partecipazione, il Santo Padre Benedetto XVI
ha approvato la proposta che si applichi alla composizione della Commissione
per il Messaggio quanto previsto nell’Ordo Synodi per le Commissioni di studio
(cfr. Art 8 § 2). Pertanto, anche la Commissione per il Messaggio sarà composta
di 12 membri, di cui 4 di nomina Pontificia, compresi il Presidente e il
Vice-Presidente, mentre gli altri 8 membri saranno eletti dai padri sinodali,
tenendo conto delle qualità auspicate per tale ufficio come, per esempio, le
doti professionali e tecniche in materia, la conoscenza delle lingue. Per
assicurare un’adeguata rappresentanza, si propone di scegliere cinque
candidati, uno per continente, un rappresentante delle Chiese Orientali
Cattoliche sui iuris, uno della Curia Romana e uno dell’Unione dei Superiori
Generali.
Al riguardo, è opportuno tenere conto della raccomandazione che i Padri
sinodali chiamati a svolgere un ufficio sinodale non assumano alcun altro
incarico all’interno del Sinodo. Tale norma ha per scopo di favorire una
distribuzione equa degli incarichi tra i membri dell’Assemblea sinodale.
6) Nell’XI Assemblea Generale Ordinaria è abbastanza alto il numero di Uditori
e di Esperti. La ragione principale consiste nelle modifiche della metodologia
sinodale e nella riduzione della durata dell’assise sinodale, che richiedono necessariamente
un forte impegno. All’assise sinodale partecipano 32 Esperti, che seguiranno
gli interventi dei padri e assisteranno principalmente il Segretario Speciale
nello svolgimento dei suoi compiti.
I 27 Uditori, sacerdoti, persone consacrate, laici, uomini e donne, provenienti
da diverse parti del mondo, arricchiranno la discussione sinodale con le loro
testimonianze sull’importanza del sacramento dell’Eucaristia nella loro vita
personale e comunitaria, come pure nelle molteplici attività sociali, secondo
la loro propria spiritualità eucaristica.
7) Il Sommo Pontefice Benedetto XVI ha voluto aumentare il numero dei Delegati
fraterni, rappresentanti di altre Chiese cristiane e comunità ecclesiali. Sono
12 e provengono dalle Chiese Ortodosse, dalle Antiche Chiese d’Oriente e dalle
Comunità derivate dalla Riforma che hanno una visione simile a quella cattolica
del mistero dell’Eucaristia. In tale gesto non è difficile percepire un
ulteriore segno di considerazione del Sommo Pontefice verso il dialogo ecumenico
con le Chiese e comunità ecclesiali, che credono nel Signore Gesù presente
nell’Eucaristia e si sforzano di viverne le conseguenze.
8) Come è possibile verificare, vi sono anche alcune innovazioni d’ordine
tecnico che dovrebbero favorire i lavori e, dunque, il clima di gioiosa e
responsabile collegialità episcopale ed ecclesiale. Mi riferisco al
miglioramento dell’illuminazione, al perfezionamento dei servizi tele-video;
alla votazione elettronica per questioni di minore portata, ecc. Per tale opera
è doveroso ringraziare Sua Eminenza il Sig. Cardinale Edmund Casimir Szoka,
Presidente del Governatorato della Città del Vaticano, e anche il personale,
che in relativamente breve tempo è riuscito a introdurre significative
innovazioni tecniche che, spero, saranno di beneficio per tutti i partecipanti.
9) La Divina Provvidenza ha disposto che la celebrazione dell’XI Assemblea
Generale Ordinaria coincida con il 40 anniversario dell’istituzione del Sinodo
dei Vescovi. Una sessione dei lavori sarà dedicata alla commemorazione di tale
grande evento. Sono previste due conferenze principali, l’una d’indole
teologica, l’altra di carattere giuridico sulla natura del Sinodo dei Vescovi.
Seguiranno, poi, 7 brevi comunicazioni sui risultati positivi delle Assemblee Speciali
del Sinodo dei Vescovi. Oltre a quelle che riguardano i Sinodi continentali, vi
sarà una relazione sui Sinodi per i Paesi Bassi e per il Libano. In seguito,
tempo permettendo, si potranno, tramite un libero scambio di pareri,
approfondire alcuni temi per cercare di migliorare ulteriormente la metodologia
sinodale per il bene della Chiesa e della società, in cui i cristiani vivono ed
operano.
V) Attività della Segreteria Generale
La preparazione dell’XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi ha
occupato grande parte dell’attività della Segreteria Generale del Sinodo dei
Vescovi negli ultimi tempi. Tuttavia, essa ha continuato a svolgere anche altre
attività. Di esse mi permetto di indicare brevemente le seguenti.
La Segreteria Generale ha intrapreso il lavoro di aggiornamento dell’Ordo
Synodi, in conformità alle norme canoniche, soprattutto del Codice di Diritto
Canonico e del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, emanati dopo la
promulgazione dell’Ordo. Dopo la presente Assemblea Generale Ordinaria tale
iniziativa continuerà, arricchita dall’esperienza della presente assise
sinodale con le sue già annunciate innovazioni metodologiche.
Riunione dei Consigli della Segreteria Generale
Dall’ultima Assemblea Generale Ordinaria dell’ottobre 2001 la Segreteria
Generale del Sinodo dei Vescovi ha avuto varie riunioni con i membri dei
Consigli della medesima. Si tratta di un’esperienza assai valida per circa 100
Vescovi, provenienti da tutte le parti del mondo, che tramite la Segreteria Generale
forniscono al Santo Padre informazioni sulle situazioni ecclesiali e sociali
nei rispettivi Paesi, accompagnate da consigli intesi a consolidare la presenza
della Chiesa, a favorire l’evangelizzazione, a promuovere la pace, la
riconciliazione e la giustizia nei singoli Paesi o regioni. Tali incontri sono
molto utili perché non solamente portano qualificate notizie circa
l’applicazione delle Esortazioni post-Sinodali, bensì, in un dialogo
collegiale, permettono di condividere le speranze e le preoccupazioni dei
confratelli nell’esercizio del loro ministero episcopale. Gli incontri dei
rispettivi Consigli con il Santo Padre, quando ciò è possibile, rappresentano
momenti d’intensa comunione e di profonda collegialità episcopale. Gli
indirizzi del Sommo Pontefice pronunciati in tali occasioni sono stati di
grande conforto non solamente per i membri dei Consigli, bensì per tutti i
Vescovi delle rispettive Chiese particolari, parti vive dell’unica Chiesa
Cattolica, della quale il Vescovo di Roma è segno e garanzia di unità e di
comunione.
Come già detto, il X Consiglio Ordinario della Segreteria Generale si è riunito
8 volte. Inoltre, vi sono state le seguenti riunioni dei 6 Consigli Speciali
della Segreteria Generale.
Il Consiglio Speciale per l’Europa si è riunito 3 volte, nelle seguenti date:
dal 21 al 23 novembre 2003, il 6 maggio 2005 e il 14 maggio 2005.
Il Consiglio Speciale per l’America ha avuto 4 riunioni: nei giorni 20 e 21
giugno 2001, 2 e 3 ottobre 2002, 14 ottobre 2003 e 5 novembre 2004.
Il Consiglio Speciale per l’Oceania ha avuto 3 sessioni: il 23 novembre 2001,
dal 28 al 31 maggio 2002 e nei giorni 18 e 19 del febbraio 2004.
Il Consiglio Speciale per il Libano si è riunito 2 volte: nei giorni 22 e 23
maggio 2002 e il 16 e il 17 marzo 2004.
Il Consiglio Speciale per l’Asia ha svolto 4 riunioni: il 20 e il 21 novembre
2001, dal 19 al 21 novembre 2002, il 18 e il 19 novembre 2003 e il 18 e il 19
novembre 2004.
Il Consiglio Speciale per l’Africa ha avuto un’attività più intensa, dovuta
anche alla preparazione della II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei
Vescovi. Infatti, i membri del menzionato Consiglio si sono riuniti 6 volte: il
7 e l’8 giugno 2001, l’11 e 12 giugno 2002, il 18 e il 19 giugno 2003, il 15 e
il 16 giugno 2004, il 24 e il 25 febbraio 2005 e il 21 e 22 giugno 2005.
Come è noto, il 13 novembre 2004 il Papa Giovanni Paolo II espresse
l’intenzione di convocare la II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei
Vescovi. Il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto propria tale volontà. Nel
pronunciamento del 22 giugno 2005, confermando la decisione del suo
Predecessore, egli ha precisato: “desidero annunciare la mia intenzione di
convocare la Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi”.
Al contempo, Sua Santità ha specificato lo scopo di tale riunione collegiale:
“Nutro grande fiducia che tale Assise segni un ulteriore impulso nel continente
africano all’evangelizzazione, al consolidamento e alla crescita della Chiesa e
alla promozione della riconciliazione e della pace”.
Attualmente il Consiglio Speciale per l’Africa della Segreteria Generale, con
l’aiuto di alcuni esperti, sta preparando i Lineamenta della menzionata assise
sinodale che a suo tempo, con l’approvazione del Santo Padre, saranno resi
noti. Tutti i fedeli, soprattutto i partecipanti all’XI Assemblea Generale
Ordinaria sono invitati a pregare perché la II Assemblea Speciale per l’Africa
del Sinodo dei Vescovi rafforzi la presenza della Chiesa nell’intera Africa,
dia un nuovo dinamismo all’evangelizzazione e alla promozione umana e i figli
della Chiesa diventino ancora di più fautori della riconciliazione, della pace
e della giustizia nel grande continente africano.
VI) Conclusione
“Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi” (Lc 22, 15). La
parola del Signore risuona nella Chiesa da duemila anni e raduna intorno alla
mensa eucaristica i cristiani, uomini e donne, membri del Popolo di Dio, che,
nutrendosi del pane disceso dal cielo, ricevono la vita in abbondanza (cfr. Gv
10, 10).
Nell’Eucaristia, pertanto, si manifesta un cammino in duplice direzione. Nel
Gesù Cristo, morto e risorto, Dio stesso viene incontro all’uomo redento, lo
purifica dai suoi peccati, lo nutre con il pane vero, quello che dà la vita al
mondo (cfr. Gv 6, 33), accompagnandolo durante il pellegrinaggio terrestre
verso la patria celeste. A tale percorso discendente del Signore Gesù,
corrisponde quello ascendente dell’uomo che nel profondo anela ad incontrare
Dio, in quanto creato a sua immagine (cfr. Gen 1, 27). Nonostante vari
tentennamenti e possibili sbandamenti, connessi con il dono della libertà,
nell’incontro con Dio l’uomo trova se stesso, il senso della sua esistenza e la
meta del suo destino eterno, che consiste nella visione beatifica.
Nell’Eucaristia avviene pertanto l’incontro tra Dio e l’uomo. Essa è la forma
per eccellenza della presenza di Dio nel sacramento dell’umanità glorificata di
Gesù Cristo, il quale si offre come cibo e bevanda in ogni celebrazione
eucaristica. Al contempo, accostandosi all’Eucaristia, l’uomo ottiene dal
Signore Gesù la grazia che trasforma la sua vita. In tale sublime sacramento
trova la verità su Dio e sulla propria esistenza e sul mondo creato, la forza
per rimanere fedele alla vocazione cristiana in mezzo alle tentazioni del mondo,
l’ardore della carità per essere testimone dell’amore di Dio soprattutto nei
riguardi dei poveri e dei piccoli (cfr. Mt 25, 31-44). Nutrendosi alla mensa
del Signore, il fedele è chiamato a mettere in pratica nella vita d’ogni giorno
l’insegnamento del Maestro il quale non è venuto per essere servito, ma per
servire e dare la sua vita in riscatto per molti” (Mt 20, 28).
L’icona eloquente di tale attitudine è la lavanda dei piedi (cfr. Gv 13, 1-15).
Tale attitudine di servizio eucaristico è percepibile in modo particolare nella
vita dei santi che hanno raggiunto in grado eccellente la perfezione della
vocazione cristiana, grazie al sublime sacramento dell’Eucaristia che stava al
centro della loro vita. Essi ci offrono un esempio sempre attuale della spiritualità
eucaristica come cammino privilegiato verso la perfezione cristiana. Essi,
inoltre, intercedono continuamente per noi, affinché, comunicando al Corpo e al
Sangue di Gesù Cristo, diventiamo sempre di più ciò che per grazia già siamo:
figli di Dio, membri della Chiesa, cioè del Corpo mistico di Gesù Cristo (cfr.
Col 1, 18).
Tra i santi un posto del tutto particolare occupa la Beata Vergine Maria,
“Donna Eucaristica” (cfr. EE 53). Essa precede la grande schiera dei beati e
dei santi riconosciuti dalla Chiesa, di cui alcuni sono ricordati al N. 76
dell’Instrumentum laboris. Ad essi bisogna aggiungere una moltitudine immensa,
di ogni nazione, razza, popolo e lingua (cfr Ap 7, 9), la cui santità è nota
solo agli occhi di Dio. Tra loro, portati sulle ali della fede, osiamo sperare
si trovi anche il Papa Giovanni Paolo II e tanti altri Vescovi, che durante la
vita terrena hanno svolto ammirevoli servizi alla Chiesa promovendo, in
particolare, la collegialità episcopale. Tra loro, l’Em.mo Card. Jan Pieter Schotte
può essere indicato come esempio di servitore fedele alla Chiesa e al Santo
Padre, la cui persona raccomandiamo alla misericordia di Dio buono e clemente.
In quest’Anno dell’Eucaristia, tutta la Chiesa accompagna con la preghiera la
celebrazione del Sinodo dei Vescovi. Come all’inizio della Chiesa per san
Pietro Apostolo (cfr. At 12, 5), così ora una preghiera particolare sale
incessantemente a Dio per il Santo Padre Benedetto XVI, all’inizio del suo
Pontificato, in quest’alba del Terzo millennio del cristianesimo. I fedeli,
grati a Dio Onnipotente per la sua elezione alla sede di Roma, invocano su di
Lui l’abbondanza dei doni dello Spirito Santo, perché, scorgendo i segni dei
tempi, possa guidare la barca di Pietro (cfr. Gv 21, 11) verso il porto tranquillo,
non temendo eventuali burrasche e tempeste, ma affidandosi al Signore Gesù
Cristo, l’unico capace di sedarle (cfr. Mt 8, 23-27).
Tale preghiera corale include, poi, i successori degli apostoli, i Vescovi,
chiamati a partecipare alla sollecitudine per la Chiesa universale del Vescovo
di Roma e Capo del collegio episcopale. L’orazione pertanto accompagna i lavori
dell’XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Sotto la guida
dello Spirito del Signore risorto, la presente assise sinodale possa essere di
grande aiuto al Ministero del Sommo Pontefice e dei Vescovi, nella collegialità
e nella comunione gerarchica. Il servizio ecclesiale del Sinodo dei Vescovi
diventa prezioso soprattutto mentre cerca di approfondire le applicazioni pastorali
della fede nel sacramento dell’Eucaristia, che da duemila anni rappresenta la
sorgente della vita della Chiesa e la ragione della sua missione nel mondo.
Unendosi all’intercessione della Chiesa del cielo, il Popolo di Dio supplica il
Signore, affinché sia apportato nuovo slancio alla celebrazione del sublime
mistero del pane della vita (cfr. Gv 6, 35) e del calice della nuova alleanza
(cfr. Lc 22, 20), sia suscitato un rinnovato amore per l’adorazione del
Santissimo Sacramento e sia ravvivata la creatività della carità fraterna viste
le grandi attese dell’uomo contemporaneo e delle crescenti necessità del nostro
mondo.
Grazie per il paziente ascolto. Buon lavoro nel nome del Signore.
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