-- INTERVENTI IN
AULA (CONTINUAZIONE)
Diamo qui di seguito i riassunti degli interventi:
- S.B.R. Grégoire III LAHAM,
B.S., Patriarca di Antiochia dei Greco-Melkiti, Capo del Sinodo della Chiesa
Greco-Melkita Cattolica (REP. ARABA DI SIRIA)
Vorrei scorrere l’Instrumentum Laboris dimostrando l’importanza del rapporto
tra Eucaristia ed Economia della Salvezza, tema tanto caro all’Oriente
Cristiano. I Sacramenti - chiamati Misteri nella tradizione orientale - sono
aspetti differenti del grande Sacramento del Mistero di Dio, che ha voluto
assumere forma di uomo ed elevare gli uomini a sua icona divina. Così
l’Eucaristia è il Sacramento dei Sacramenti e il mistero dei misteri.
Per mezzo di essa ogni cristiano diviene uomo pasquale. La Chiesa, celebrando
l’Eucaristia, diviene essa stessa una presenza pasquale di Cristo nel mondo.
A questo proposito, vorrei insistere sul significato non solamente teologico
dei tre Sacramenti dell’iniziazione cristiana: Battesimo, Cresima
(Confermazione) ed Eucaristia. Non si tratta solamente di un rapporto
teologico, come è presentato nel capitolo sul rapporto tra l’Eucaristia e gli
altri Sacramenti (pagine 14-16), ma c’è anche una relazione biblica che ha il
suo punto di partenza nel concetto di economia della salvezza: il Padre ha
creato, il Figlio ha salvato e ha donato il Sacramento dell’Eucaristia (Lc 22,
19: “Fate questo in memoria di me”) e lo Spirito vivifica.
Eucaristia ed Economia, o piano della salvezza (da N. 28 a N. 30)
La mistagogia eucaristica è quella dell’anno liturgico condensato e che si
esplica in tre aspetti: 1) la Liturgia della Parola, che è la Teofania e
corrisponde alle feste della Natività, del Battesimo e del Kerigma; 2) la
Liturgia dell’Anafora che corrisponde alla Passione, alla Morte sulla Croce e
alla Risurrezione; 3) la Liturgia della Comunione che corrisponde alla
Pentecoste, alla Divinizzazione (Theosis).
La preghiera dell’Anafora di san Giovanni Crisostomo ci ricorda che Cristo “ha
compiuto tutta l’economia della Provvidenza del Padre su di noi”.
Dalla mensa dell’Eucaristia alla mensa del fratello povero (N. 79)
I differenti aspetti dell’economia della salvezza sono le dimensioni
fondamentali che viviamo nell’Eucaristia, che divengono gli elementi della vita
del cristiano nel mondo.
San Giovanni Crisostomo, nella sua cinquantesima Omelia su San Matteo dice
quanto segue: “Il mistero dell’Eucaristia è il mistero del fratello e il
giudizio sarà sul modo in cui noi leghiamo il mistero di Cristo presente nella
Santa Eucaristia e il suo sacramento presente nei fratelli” (cf su Matteo 25,
31-46). Nel IV secolo, Narsete di Siria ci dice:”La santità senza l’uomo tuo
fratello non è affatto santità, perché non puoi entrare da solo nel Regno”.
Eucaristia e la missione evangelizzatrice (N. 82 e N. 88)
A pagina 81, sarebbe utile menzionare il ruolo de “la Chiesa degli Arabi” che
ha fatto conoscere in Occidente il libro di Padre Jean Corbon, pubblicato con
tale titolo. In effetti, nella situazione attuale, dopo l’11 settembre 2001,
con la guerra contro l’Irak, con il conflitto israelo-palestinese, con la
crescita del fondamentalismo islamico e l’estensione del fenomeno del
terrorismo, è molto importante ricordare ai cristiani arabi il loro ruolo nella
Chiesa “degli Arabi”, nel contesto dell’Islam, con cui sono storicamente
solidali (“Chiesa dell’Islam”). Una tale menzione contribuirebbe a restituire
coraggio nel mondo arabo e nei paesi islamici e sarebbe accolta molto
favorevolmente in questo mondo e in questi paesi. Sarebbe inoltre un corollario
alla formula liturgica “ite missa est”.
Per quanto riguarda “L’Eucaristia e la pace” (pagina 75) sarebbe opportuno
menzionare Gerusalemme e la Palestina, patria spirituale di tutti i cristiani:
dire una parola per la pace della Città Santa e della Terra Santa, chiave della
pace nel Vicino Oriente e nel mondo intero, e che, per noi, cristiani del mondo
arabo, è della massima importanza per preservare la presenza cristiana nel
mondo arabo.
[00058-01.06] [IN009] [Testo originale: francese]
- S.E.R. Mons. José María
ARANCIBIA, Arcivescovo di Mendoza (ARGENTINA)
Visto che sinceramente sono state indicate molte ombre nell’Eucaristia
celebrata dalla Chiesa, è opportuno evidenziare anche alcune luci. In tal modo
è possibile riflettere meglio su questa oscurità e si aprono cammini di
riflessione nella speranza.
Da noi, il Concilio Vaticano II e la riforma liturgica sono stati accolti con
entusiasmo. Come un autentico passo di Dio verso il rinnovamento della Chiesa e
del servizio che essa svolge nel mondo. I sacerdoti, pochi di numero e grandi
nell’abnegazione, ogni domenica nei villaggi o nei quartieri lontani tengono
celebrazioni molto frequentate e sentite. Si sforzano di preparare meglio le
omelie. Si occupano nel miglior modo possibile delle confessioni, senza però
poter raggiungere tutti coloro che lo chiedono.
Nelle comunità isolate, dove giungono solo periodicamente, si avvalgono di
diaconi e ministri della Parola affinché il popolo possa vivere il giorno del
Signore. È inoltre preziosa la crescente partecipazione di diaconi, accoliti e
laici nella preparazione e nella celebrazione dell’Eucaristia, come pure
nell’adorazione.
I fedeli vengono a Messa numerosi non solo per osservare il precetto, ma perché
desiderano incontrarsi in comunità, con il Signore, con la Sua Parola, con il
Suo Corpo e Sangue come nutrimento. Sempre più si predica e si attende che
l’Eucaristia susciti un cambiamento nella vita personale, familiare e sociale.
In una cultura secolarizzata, e dinanzi alla sfida delle sette, i cattolici
continuano a confidare nell’Eucaristia quale tesoro incomparabile.
Viene riconosciuta la necessità di rinnovare e aumentare la catechesi per i
sacramenti. Ancor più continuiamo nella speranza e nell’impegno di avanzare
verso un “itinerario catechetico permanente” che comprenda tutte le età e tutte
le situazioni della vita. Si torna a considerare importante la bellezza e il
decoro di tutto ciò che riguarda l’Eucaristia, sebbene dobbiamo farlo partendo dalla
nostra povertà.
[00081-01.04] [IN074] [Testo originale: spagnolo]
- S.E.R. Mons. José Mario
RUIZ NAVAS, Arcivescovo di Portoviejo (ECUADOR)
In Ecuador, come in alcuni paesi, bisogna affrontare tre realtà: - Numerosi
battezzati desiderano ricevere i Sacramenti senza la catechesi presacramentale,
per molti l’unica occasione di conoscere e amare Gesù. - Alcuni sacerdoti
ricorrono a una lettura impropria dell’affermazione che i sacramenti sono
strumento di Grazia “ex opere operato”. - Alcuni operatori considerano
catechesi le lezioni obbligatorie di istruzione teorica religiosa scolastica.
In alcune comunità cristiane dell’Europa con profonde radici nel Vangelo, la
tempesta della secolarizzazione passerà come passa un inverno, probabilmente
prolungato. Con l’aiuto di Dio, arriverà una nuova primavera, perché esse
affondano profondamente le loro radici nel Vangelo.
L’ evangelizzazione nel mio paese presenta vive espressioni di pietà cristiana,
che rispettiamo, ma le radici dell’ evangelizzazione non sono profonde. Occorre
spingerle più a fondo, prima che la tempesta secolarizzatrice arrivi nei nostri
paesi.
Nell’episodio di Emmaus troviamo due viandanti e un forestiero, due discepoli e
il Maestro. I discepoli non si trovano in presenza di uno sconosciuto; si
trovano davanti al Maestro.
Il riconoscimento presuppone una precedente conoscenza e una profonda
relazione.
Solamente camminando con Gesù si potrà riconoscere il Maestro di Nazaret nella
sua condizione di risorto, presente nell’Eucaristia, dove si fa riconoscere
nello “spezzare il pane”: Luca 24, 13-35 non parla di discepoli che fanno
l’esperienza di “conoscere”, ma di riconoscere Gesù Cristo nella Frazione del
pane.
Lo riconoscono perché sono discepoli; a sua volta il riconoscimento nella
frazione del pane converte i discepoli in evangelizzatori: il pane spezzato e
condiviso li spinge a mettersi in cammino verso Gerusalemme, simbolo del luogo
dove andare per raccontare e confermare l’esperienza di fede.
La condizione di discepolo, in quanto conoscenza e riconoscimento, deve essere
unita a una relazione interpersonale; questa si ha normalmente in piccole
comunità e movimenti; difficilmente si trova nella moltitudine e ancor meno
nella massa. Papa Paolo VI ha benedetto e chiarito l’identità delle piccole comunità
cristiane, contributo della Chiesa in America latina (E.N. 58) e Papa Giovanni
Paolo II le propone come forza evangelizzatrice (R.M. 51).
La pastorale sull’Eucaristia deve essere il culmine e non può essere separata
da una pastorale di nuova evangelizzazione che getti le fondamenta della
esperienza della fede.
Nel mio paese, come in altri paesi dell’America latina, i catechisti
collaborano senza remunerazione economica, ma hanno bisogno di maggiore
formazione e assistenza. Nelle parrocchie, servite da gruppi integrati anche da
religiose, si realizzano meglio la formazione dei catechisti e
l’accompagnamento dei bambini e dei giovani all’incontro con Gesù Cristo.
Parroci e religiose si sentiranno incoraggiati dalla benedizione del Papa.
[00082-01.06] [IN075] [Testo originale: spagnolo]
- S.E.R. Mons. Yannis
SPITERIS, O.F.M. Cap., Arcivescovo di Corfù, Zante e Cefalonia, Amministratore
Apostolico "ad nutum Sanctæ Sedis" di Thessaloniki (GRECIA)
Ormai è un assioma assodato sia nel magistero che nella teologia l'«influsso
causale dell'Eucaristia alle origini stesse della Chiesa». È proprio vero:
l'Eucaristia fa la Chiesa, ma non in senso cronologico e logico, ma nel senso
che l'Eucaristia permette alla Chiesa di esistere e di vivere in modo
sacramentale ed esperienziale come Corpo vero di Cristo. La dimensione
comunitaria ed ecclesiale dell' Eucaristia costituisce dunque la quintessenza
del mistero eucaristico, tuttavia ho l'impressione che questa realtà
eucaristica sia la più ignorata e la meno recepita dai nostri fedeli, almeno
nella prassi. Si ha la sensazione che, nella visione eucaristica dei nostri
fedeli, sia prevalsa una pratica individualista, pietista ed intimista
dell'Eucaristia a scapito del suo aspetto prevalentemente comunionale ed
ecclesiale. Nella prassi esiste la tendenza inconscia a dividere Cristo Capo
dal suo Corpo, si vuole comunicare con «Gesù» senza comunicare con Cristo
totale, Capo e membra. Si cade così ancora una volta nel legalismo: la domenica
diventa un «precetto» rituale da adempire e non una vera e propria vita da
condividere nella comunione e nell'amore. L'affermazione «l'Eucaristia fa la
Chiesa» significa che ogni celebrazione eucaristica deve trasformare
dinamicamente sempre di più i credenti in «comunità ecclesiali» vive, plasmarli
sempre di più in un organismo vivente, nel Corpo vivo di Cristo. Per recuperare
l'aspetto ecclesiale dell' Eucaristia bisognerebbe riscoprire anche la sua
dimensione pneumatologica. È lo Spirito Santo che compie il miracolo della
transustanziazione, ed è lui che fa sì che «tutti noi diventiamo una sola cosa
in Cristo». Senza lo Spirito Santo non si dà Eucaristia così come non si dà l'
Incarnazione. Non si dimentichi che lo Spirito porta Cristo all'uomo e Cristo,
a sua volta, porta lo Spirito, secondo la legge generale dell'economia della
salvezza: là dove c'è lo Spirito, c'è Cristo, e là dove è Cristo c'è lo
Spirito. In questo contesto pneumatologico va situato anche il dibattito
sull'epiclesi eucaristica, realtà tanto viva nelle anafore eucaristiche
orientali. Se vogliamo veramente «respirare con i due polmoni» bisogna che la
teologia cattolica recuperi pienamente l'aspetto
pneumatologico dell'Eucaristia, cosa che non hanno fatto, per es., i due
documenti preparatori riguardanti questo Sinodo.
[00089-01.05] [IN083] [Testo originale: italiano]
- S.E.R. Mons. Juan
Francisco SARASTI JARAMILLO, C.I.M., Arcivescovo di Cali (COLOMBIA)
L’Eucaristia è la risposta ai segni negativi della cultura contemporanea. In
primo luogo, dinanzi alla cultura, o anti-cultura, della morte, che traffica
con le armi, che costruisce sistemi ampi di distruzione, che legittima
l’aborto, che autorizza la ricerca su embrioni umani, Gesù si definisce e si
dona a noi come “Pane di Vita”.
In secondo luogo, la nostra cultura è segnata dall’odio e dal terrorismo:
undici settembre, undici marzo, metropolitana di Londra... L’Eucaristia è la
possibilità permanente di riconciliarsi con Dio e con i fratelli e l’invito a
riconciliarci tra noi prima di rendere culto al Signore; per questo in molte
comunità è profondamente sentito il “rito della pace” rinnovato nella riforma
liturgica.
Un altro tratto contemporaneo è il positivismo scientifico e il relativismo;
tuttavia, nell’Eucaristia viene riaffermata la realtà del “mistero” e il valore
del credere e dell’amare come via per la conoscenza; con la fede eucaristica,
sostenuta dalla tradizione ecclesiale basata sulle parole del Signore, possiamo
accedere a certezze autentiche, sebbene imperfette. Infine, dinanzi alla
solitudine e alla disperazione che insidiano l’uomo d’oggi, l’Eucaristia ci
offre - come ai discepoli di Emmaus - una compagnia profonda e una promessa di
vita eterna che ci riempie di speranza definitiva.
[00117-01.04] [IN092] [Testo originale: spagnolo]
- S.E.R. Mons. Patrick Daniel
KOROMA, Vescovo di Kenema (SIERRA LEONE)
Prendo la parola a nome della Conferenza Episcopale Inter-territoriale della
Sierra Leone e del Gambia. Mi riferisco qui all’articolo n. 6, l’Eucaristia in
differenti contesti della Chiesa.
1. La situazione: la frequenza alla Messa viene molto aiutata dalla fusione di
gesti, lingue, canti, strumenti musicali ecc. locali. Alcune parrocchie delle
aree urbane possiedono cappelle eucaristiche e osservano liturgie devozionali
il primo giovedì e il primo venerdì del mese.
2. Problema: meno del 20% di chi assiste alla Messa domenicale riceve la
Comunione, e si tratta per lo più di bambini, giovani e anziani a causa del
Sacramento del Matrimonio.
Ci sono molte comunità che non hanno sacerdoti che celebrano la Messa.
3. La risposta: occorre una catechesi costante che nel corso degli anni produca
un forte impatto.
[00118-01.05] [IN100] [Testo originale: inglese]
- S.E.R. Mons. Gabriel
PEÑATE RODRÍGUEZ, Vescovo titolare di Succuba, Vicario Apostolico di Izabal
(GUATEMALA)
La nostra fede nell’Eucaristia.
La Chiesa pellegrina in Guatemala è consapevole che l’Eucaristia è il dono più
grande che la Chiesa ha ricevuto da Dio, poiché essa contiene la presenza di
Gesù Cristo nostro Signore.
Perciò, proclama la propria fede in questo Sacramento ogni volta che lo celebra
nella Santa Messa ed esprime la massima adorazione al Signore nelle sentite
processioni del Corpus, nelle ore sante del giovedì e nelle visite che i fedeli
fanno personalmente a Gesù nel Tabernacolo.
È una tradizione fedelmente trasmessa di generazione in generazione e che,
fedelmente, ci impegniamo a continuare a celebrare e a trasmettere fino a
quando il Signore ritornerà.
Eucaristia ed ecologia (IL3)
Il Guatemala è un paese minacciato dallo sfruttamento minerario. In questo
campo sono state concesse molte licenze a imprese di paesi sviluppati che non
garantiscono la tutela dell’ambiente, non rispettano i diritti delle comunità
indigene, non assicurano una giusta distribuzione dei profitti, dando appena
l’uno per cento come regalia.
Per questo sentiamo come un incoraggiamento per la posizione della Chiesa in
Guatemala l’affermazione al n. 3 dell’Instrumentum laboris, che dice:
“l’Eucaristia, essendo il culmine al quale tende tutto il creato, è la risposta
alla preoccupazione del mondo contemporaneo anche per l’equilibrio ecologico”.
Anche noi auspichiamo che il pane che si converte nel corpo del Signore e il
vino che si converte nel suo sangue siano frutto di una terra fertile, pura e
incontaminata.
[00119-01.05] [IN101] [Testo originale: spagnolo]
- S.E.R. Mons.
Stanisław RYŁKO, Arcivescovo titolare di Novica, Presidente del
Pontificio Consiglio per i Laici (CITTÀ DEL VATICANO)
Il dilagante processo di secolarizzazione e il diffondersi dell'indifferenza
religiosa e di una "strana dimenticanza di Dio" - come la chiama il
Santo Padre Benedetto XVI - provocano fra tanti battezzati del nostro tempo un
preoccupante affievolimento, se non addirittura la perdita, della propria
identità cristiana. In tale situazione una delle sfide più urgenti che la
Chiesa deve raccogliere è quella di una adeguata iniziazione cristiana
post-battesimale, capace di generare comunità cristiane che vivano la fede in
profondità. Ai nostri giorni vi è urgente bisogno di una catechesi per adulti che
sappia comunicare ai fedeli le fondamenta stesse della fede (kerygma!) e che,
sull' esempio della catechesi patristica, abbia una forte impronta mistagogica
(CIT. Jean Daniélou, La catechesi nei primi secoli, Elle DiCi, Torino 1982).
L'identità cristiana ha carattere sacramentale vero e proprio, perché essa
scaturisce dai tre sacramenti che fanno nascere e crescere un cristiano: il
Battesimo, la Cresima e l'Eucaristia, che è culmine della vita cristiana e
momento nel quale cristiano è se stesso al massimo grado. La celebrazione
eucaristica costituisce un luogo privilegiato in cui si costruisce la piena,
matura e coerente identità cristiana dei fedeli laici. Perché appunto
nell'Eucaristia un cristiano laico realizza pienamente la sua partecipazione
alla triplice missione affidatagli da Cristo: sacerdotale, profetica e regale.
La missione sacerdotale: nell'Eucaristia il cristiano scopre la sua vocazione
dossologica, scopre cioè che tutta la sua vita, in tutte le sue dimensioni,
deve diventare un culto spirituale e un sacrificio spirituale unito a quello di
Cristo. La missione profetica: l'Eucaristia apre alla missione, cioè alla
testimonianza cristiana nel mondo e all'annuncio della parola di Dio fino ai
confini della terra. E infine la missione regale: l'Eucaristia è una fonte
inesauribile da cui - nella vita del cristiano - nasce la forza per trasformare
il mondo secondo il Vangelo. Come ci ha ricordato il Santo Padre a Colonia; la
vera rivoluzione che cambia il mondo parte proprio dall'Eucaristia: «Questo è l'atto
centrale di trasformazione che solo è in grado di rinnovare veramente il mondo:
la violenza si trasforma in amore e quindi la morte in vita /.../ È questa, per
usare un'immagine a noi oggi ben nota, la fissione nucleare portata nel più
intimo dell'essere -la vittoria dell'amore sull'odio, la vittoria dell'amore
sulla morte. Soltanto quell'intima esplosione del bene che vince il male può
suscitare poi la catena di trasformazioni che poco a poco cambieranno il
mondo" (Discorso, 21 agosto 2005). In questo modo l'Eucaristia diventa non
solo il cuore pulsante della Chiesa, ma anche del mondo. Per questo una
spiritualità laicale autentica non può essere che una spiritualità eucaristica.
[00120-01.04] [IN102] [Testo originale: italiano]
- S.E.R. Mons. Jean-Noël
DIOUF, Vescovo di Tambacounda (SENEGAL)
L’Eucaristia è mistero di luce e di vita. In effetti, che cosa vi è di più
grande e di più prezioso per un africano del dono della vita?
Nel Vangelo di Luca, Gesù resuscita il figlio della vedova di Nain e lo restituisce
alla madre e alla comunità. Si può stabilire un parallelo tra l’Africa-madre e
la vedova. I figli del suo seno sono tutti gli africani, le popolazioni
africane, che si devono confrontare con il sottosviluppo e uno sviluppo
sbagliato. Tuttavia, la compassione di Cristo Signore si è mostrata nei
confronti della vedova-Africa grazie ai missionari, di tutte le congregazioni,
che hanno portato il Vangelo e l’Eucaristia.
Certo, davanti all’immensa aspirazione di quest’Africa alla rinascita per una
nuova vita si ergono ancora molti ostacoli e molte ombre minacciose.
Nel 1994, però, i Padri Sinodali avevano unanimemente affermato: “Cristo è
risorto. Noi vinceremo!”.
[00121-01.04] [IN106] [Testo originale: francese]
- S.E.R. Mons. Pierre TRÂN
ÐINH TU, Vescovo di Phú Cuong (VIET NAM)
Con riferimento ai nn. 6-8 del Instrumentum laboris, desidero condividere con
voi alcune esperienze della nostra Chiesa in Vietnam.
I cattolici vietnamiti sono praticanti. Per loro, la celebrazione eucaristica
ha un’importanza particolare. La gente che va a Messa è circa l’80 per cento la
domenica e il 15 per cento nei giorni feriali. Nelle grandi feste come il
Natale e la Pasqua, questo numero può raggiungere il 95 per cento. Volendo
cercare una spiegazione, la si può trovare nella formazione catechetica e
nell’educazione della famiglia.
Durante quest’Anno dell’Eucaristia, tutte le diocesi hanno approntato programmi
particolari. I fedeli vengono sensibilizzati allo studio dei documenti del
Magistero della Chiesa sull’Eucaristia. Per le celebrazioni, la Conferenza
Episcopale ha organizzato un Congresso Eucaristico nel Centro Nazionale Mariano
di Lavang, al quale hanno partecipato 500.000 persone. Tutte le diocesi
propongono programmi particolari. Le parrocchie vengono sollecitate a
realizzare delle sale d’adorazione fuori dalla chiesa e ad organizzare
adorazioni permanenti o comunque per più ore della giornata. Vi sono già
diverse parrocchie che seguono questa pratica.
Il culto eucaristico in Vietnam ha effetti salutari: il livello della vita
religiosa si è innalzato, le attività comunitarie sono più animate, la
comunione fraterna è più tangibile e l’aiuto reciproco tra le famiglie è
divenuto più spontaneo e diffuso. In poche parole, vi è ragione di sperare che
la devozione eucaristica porti molti frutti al nostro paese.
[00122-01.04] [IN109] [Testo originale: francese]
- S.E.R. Mons. Ricardo
BLÁZQUEZ PÉREZ, Vescovo di Bilbao, Presidente della Conferenza Episcopale
(SPAGNA)
L’iniziazione cristiana comprende l’introduzione alla conoscenza e la
partecipazione all’Eucaristia. Questa catechesi iniziale deve proseguire
mediante altre catechesi. Quando la Chiesa ricorda l’obbligo morale di
partecipare all’Eucaristia domenicale, essa desidera sottolinearne la vitale
importanza, poiché l’Eucaristia è l’azione più importante per i cristiani e per
tutta la comunità ecclesiale.
La storia della salvezza sfocia e si riassume nel sacramento dell’Eucaristia.
San Giovanni della Croce, nel suo canto Anche se è notte, fa convergere
nell’Eucaristia la comunicazione di Dio nel creato e nella storia di salvezza:
Questa eterna fonte è nascosta in questo pane vivo per darci vita anche se è di
notte.
Gesù ha istituito l’Eucaristia quando è giunta “la sua ora”, vale a dire l’ora
di passare da questo mondo al Padre; l’Eucaristia è, pertanto, il sacramento
della pasqua di Gesù, celebrato dalla Chiesa, che apre ai partecipanti le porte
della vita eterna. Celebrando la pasqua con Gesù Cristo, passiamo dalla
schiavitù alla libertà, dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita, dalla
paura alla speranza, dall’indifferenza verso gli altri alla compassione per chi
è svantaggiato, dall’odio all’amore, dalla dispersione nel mondo alla comunione
nella Chiesa, dalla violenza alla pace, dalla confusione alla chiarezza, dalla
preoccupazione alla serenità, dal caos alla nuova creazione che supera in
bellezza e armonia la prima creazione, dal deserto grande e terribile alla
terra promessa dove scorrono latte e miele. Gesù Cristo è la Pasqua della
nostra salvezza.
Poiché l’Eucaristia è l’azione centrale della Chiesa, si comprende perché
l’iniziazione cristiana introduca in modo particolare alla partecipazione di
questo mirabile sacramento.
[00085-01.04] [IN079] [Testo originale: spagnolo]
- S.E.R. Mons. Juda
Thaddaeus RUWA'ICHI, O.F.M. Cap., Vescovo di Mbulu (TANZANIA)
Il duplice riconoscimento che si trova a pag. 2 dei Lineamenta, che afferma che
l’Eucaristia è il culmine della vita della Chiesa, e che la comunione col
Signore porta alla santificazione e alla divinizzazione, è al di là di ogni
contestazione. In un certo modo, questa affermazione riassume la verità che,
intrinsecamente, la Santa Eucaristia è un dono che salva e santifica che deve
essere avvicinato con senso profondo, con il rispetto e l’impegno che si deve
al sacro.
In ogni caso, dobbiamo ammettere che queste stesse affermazioni comportano
delle implicazioni per il singolo e per la comunità dei credenti nel suo
insieme. Tali implicazioni esigono che venga data una profonda attenzione
pastorale a instillare, coltivare e consolidare quelle disposizioni che sono
richieste per il raggiungimento di determinati effetti della Santa Eucaristia.
Tra le altre cose, è necessario identificare quei fattori che erodono il senso
e il rispetto del sacro e, perciò, contrastano la chiamata alla santità che
l’Eucaristia in particolare e i sacramenti nel loro complesso devono realizzare
in noi. I sacerdoti hanno un ruolo essenziale nell’instillare e salvaguardare
il senso del sacro tra i fedeli tra i quali prestano il loro ministero. In ogni
caso, essi devono coltivarlo allo stesso modo nella loro vita. Nel fare questo
è necessario verificare le implicazioni insite nei due estremi,
rispettivamente, della trascuratezza e della scrupolosità.
[00116-01.05] [IN008] [Testo originale: inglese]
- S.E.R. Mons. Joseph
POWATHIL, Arcivescovo di Changanacherry dei Siro-Malabaresi (INDIA)
L’Eucaristia - e la liturgia nel suo insieme - è il mezzo più privilegiato e
più potente attraverso il quale la Chiesa trasmette il deposito della fede
ricevuto dagli Apostoli. Le tradizioni trasmesse dalla liturgia garantiscono la
continuità e l’autenticità nel tempo della fede apostolica. La liturgia,
specialmente l’Eucaristia, non è soltanto un’espressione della fede, bensì
l’“Epifania” della Chiesa. Gli abusi nella liturgia, pertanto, violano l’ethos
stesso della vita cristiana.
Le Chiese orientali sono state definite “Chiese liturgiche” data la grande
enfasi che pongono sulla celebrazione eucaristica e sulla liturgia nel suo
insieme. Per loro, la liturgia celebra la fede trasmessa dagli Apostoli, la
teologia spiega ciò che viene celebrato e la disciplina protegge, come un
guscio, ciò che viene celebrato, spiegato e vissuto.
La molteplicità delle tradizioni liturgiche e, quindi, delle tradizioni di fede
della Chiesa serve a esprimere la ricchezza del mistero di Cristo e del disegno
divino della salvezza. Pertanto, il patrimonio di tutte le Chiese deve
“rimanere completo ed integro” e le Chiese devono ritornare a tali tradizioni
“se si sono allontanate per seguire le vicissitudini dei tempi o le persone”.
Purtroppo, le Chiese Orientali, in diversa misura, attraverso le vicissitudini
della storia, non sono riuscite a conservare la loro preziosa eredità. Nel
contesto attuale della globalizzazione e della standardizzazione si corre il
pericolo che queste piccole Chiese possano perdere ulteriormente le loro
prospettive.
Pertanto, auspichiamo che il Successore di Pietro, che ha il compito di
confermare i suoi fratelli nella fede, aiuti le Chiese orientali in modo particolare
a crescere e a dare una testimonianza più efficace al mondo con una maggiore
fedeltà alla loro preziosa eredità. Questo certamente rafforzerà la causa
dell’unità dei cristiani e la proclamazione del mistero di Cristo nei tempi
attuali.
[00059-01.05] [IN048] [Testo originale: inglese]
Quindi sono seguiti gli interventi liberi.
A questa Congregazione Generale che si è conclusa alle ore 19.00 con la
preghiera dell’Angelus Domini erano presenti 246 Padri.
♦ COMPOSIZIONE DELLA
COMMISSIONE PER IL MESSAGGIO
Publichiamo di seguito i nominativi dei Membri della Commissione per il
Messaggio, eletti nella Terza Congregazione di ieri 4 ottobre, con l’aggiunta
dei Membri di nomina pontificia:
Presidente
S.Em.R. Card. Marc OUELLET, P.S.S., Arcivescovo di Québec
Vice Praeses
S.E.R. Mons. Salvatore FISICHELLA, Vescovo titolare di Voghenza, Ausiliare di
Roma, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense
Membri
S.B. E.ma Card. Nasrallah Pierre SFEIR, Patriarca di Antiochia dei Maroniti,
Capo del Sinodo della Chiesa Maronita (LIBANO)
S.Em.R. Card. Ivan DIAS, Arcivescovo di Bombay
S.Em.R. Card. Juan Luis CIPRIANI THORNE, Arcivescovo di Lima
S.Em.R. Card. Cláudio HUMMES, O.F.M., Arcivescovo di São Paulo
S.Em.R. Card. George PELL, Arcivescovo di Sydney
S.Em.R. Card. Walter KASPER, Presidente del Pontificio Consiglio per la
Promozione dell'Unità dei Cristiani
S.E.R. Mons. Laurent MONSENGWO PASINYA, Arcivescovo di Kisangani, Presidente
della Conferenza Episcopale
S.E.R. Mons. Djura DŽUDŽAR, Vescovo titolare di Acrasso, Esarca Apostolico di
Serbia e Montenegro per i cattolici di rito bizantino
S.E.R. Mons. Bruno FORTE, Arcivescovo di Chieti-Vasto
Rev. P. Peter-Hans KOLVENBACH, S.I., Preposito Generale della Compagnia di Gesù
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