SCENA PRIMA
Amenofi Anaìde.
ANAÌDE
Dove mi guidi tu? Sgombra mia tema.
AMÉNOFI
Presso di me, presso colui che t'ama.
Onde il timor?... Io comandar potrei,
Pure t'imploro, e sol chieggo ottenerti
Dalle mani di lui ch'odio e detesto.
ANAÌDE
Veder mi sarà dato
Mosè, mia madre?
AMÉNOFI
In breve e in questo loco
All'amor mio ti rendono. Del padre
Io frango il cenno, e all'implacabile odio
Dei sacerdoti d'Iside sottraggo
Gli Ebrei proscritti.
All'amor mio che importa lo splendore
Del soglio? Amarti, amarti,
Possederti, è mia legge, e voti io faccio
Di rinunziare al trono
Se con te nol divido e tuo non sono.
ANAÌDE
Quale assalto! qual cimento!
Che far deggio in tal momento?
AMÉNOFI
Non temer: t'arrendi, ò cara,
Cedi ai voti dell'amor.
ANAÌDE
D'una vittima infelice
Tu non sai lo stato orrendo:
Dio mi chiama, a lui m'arrendo,
Ma con te rimane il cor.
AMÉNOFI
Cedi! ah cedi, e fammi lieto
Dell'amor che a te mi lega:
È un amante che ti prega,
Che si strugge, e per te muor.
ANAÌDE
Riedi a me, poter divino,
Quel valor che langue omai:
Più non reggo; a lui vicino
Tutto oblio, mi manca il cor.
AMENOFI
Tu d'amor poter divino,
Più coraggio infondi in lei;
E del suo, del mio destino
Abbi tu pietade, e amor.
(Odesi la marcia degli Ebrei).
ANAÌDE
Ascolti tu questo festivo suono?
Egli è Mosè.
AMÉNOFI
De' voti suoi la meta
Crede raggiunta. Egli m'udrà. Sciagura
Per l'orgoglioso, se al mio dir non cede,
S'ei può ingannar, se può tradir mia fede.
(Si pongono in disparte).
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