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Platone
Il Fedone

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  • XLII
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XLII

«E di un po', allora, Simmia: secondo te l'armonia e ogni altra cosa composta, può essere di natura diversa, di quella degli elementi che la costituiscono

«Assolutamente no.»

«E allora io credo che non sia nemmeno possibile che faccia qualcosa, o la subisca, diversa da quella che possono fare o subire quegli elementi stessi.»

Lo ammise.

«Così che l'armonia non può guidare gli elementi che la compongono ma solo seguirli

Ammise anche questo.

«E, per di più, non v'è alcuna possibilità che essa possa emettere suoni o vibrazioni indipendentemente o, comunque, in maniera contraria, alle parti che la compongono

«Ah, sicuramente no.»

«E dimmi ancora una cosa: l'armonia, per sua natura, non è ciò che i singoli elementi, armonizzati tra loro, producono

«Non capiscoazzardò.

«Cioè che se si potesse riuscire, ammesso che fosse possibile, ad armonizzare in accordi più alti e perfetti questi elementi, si potrebbe avere, forse, un'armonia più bella e più piena, mentre se gli accordi fossero più deboli e più bassi, l'armonia sarebbe, anch'essa, debole e grave

«Certamente.»

«E può succedere questo per l'anima, che cioè essa sia, anche se in parte minima, più o meno anima di un'altra, per intensità ed estensione e restare sempre quello che è, cioè anima

«Niente affatto,» ammise.

«Andiamo avanti, allora,» disse: «Non si dice che un'anima è buona quando ha senno e virtù e che, invece, è malvagia quando in sé ha cattiveria e stoltezza? giusto dire così?»

«È giusto, certo.»

«E allora, quelli che sostengono che l'anima sia un'armonia, cosa diranno della virtù e del vizio, cioè di queste qualità che si trovano nelle anime? Che l'una è un'altra specie di armonia e l'altra una disarmonia? Dirà che l'anima buona, perfettamente armonizzata, essendo già un'armonia ne possiede un'altra e che quella cattiva, invece, essendo disarmonica, non ne ha alcuna?»

«Ah, io non so che dirtiammise Simmia, «ma è chiaro che chi la pensa così direbbe qualcosa di simile

«Ma poco prima,» Socrate riprese, «abbiamo ammesso che non esiste un'anima che sia più o meno anima di un'altra e questo significa che non esiste un'armonia che sia più o meno tale rispetto a un'altra. Non è così?»

«Certo.»

«E un'armonia che non può essere più o meno tale, non sarà, quindi, neanche più o meno armonizzata. Ti pare

«È così.»

«E un'armonia che non può essere più o meno armonizzata, può partecipare, invece, in misura maggiore o minore, all'armonia o deve essere perfettamente corrispondente

«Deve essere corrispondente

«E, quindi, un'anima, per il fatto che non è più o meno tale rispetto a un'altra e che è, appunto soltanto anima, non può neanche essere più o meno armonizzata

«Ma certo.»

«Ed essendo questa la sua condizione, potrà avere più armonia o disarmonia di un'altra?»

«Indubbiamente no.»

«E se è vero che il vizio è disarmonia e la virtù armonia, potrà un'anima essere, più di un'altra, virtuosa o malvagia

«In alcun modo.»

«Anzi, a voler esser precisi, Simmia, senza dubbio dobbiamo dire che nessuna anima può essere rnalvagia se è un'armonia. L'armonia, infatti, per il fatto di essere decisamente tale, cioè armonia, non può essere disarmonia

«Certamente no.»

«E quindi neanche l'anima che è decisamente anima, può essere malvagia

«E come potrebbe, dopo quel che s'è detto

«Dunque, da questo ragionamento, consegue, secondo noi, che tutte le anime, di tutti gli esseri viventi, sono egualmente buone se, per loro natura, sono tali, cioè anime

«Certo, Socrate, anch'io la penso così.»

«E ti pare che sia giusto tutto questo,» aggiunse Socrate, «e che il nostro discorso sarebbe giunto a queste conclusioni se fosse esatta l'ipotesi che l'anima è un'armonia

«Ah, no, di certo,» ammise.




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