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Platone
Il Fedone

IntraText CT - Lettura del testo

  • XLIII
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XLIII

«E orariprese Socrate, «puoi dirmi se di tutte le facoltà possedute dall'uomo ve ne sia qualcuna che abbia una sua superiorità sulle altre, all'infuori dell'anima che, per di più, è razionale

«Ah, io no.»

«Ed è superiore perché cede alle passioni del corpo o perché vi si oppone? Mi spiego meglio: bruciamo per l'arsura, per esempio, e abbiamo sete, l'anima spinge il nostro corpo in senso contrario, cioè, a non bere e se siamo affamati a non mangiare; e infiniti altri sarebbero gli esempi, a confermarci che l'anima si oppone agli istinti del corpo. Non è forse vero

«Sì, è proprio così.»

«Ma noi non abbiamo concluso che se l'anima fosse un'armonia non potrebbe mai dar suoni contrari a quelli degli elementi che la compongono, ora tesi, ora allentati, ora più vibranti, ma dovrebbe seguirli e non già guidarli

«E come no? Così, infatti, concludemmodisse.

«E allora? Non è evidente che l'anima si comporta tutto il contrario, che cioè guida tutti quegli elementi di cui si dice che è composta, che, anzi, si oppone ad essi durante tutta la vita, esercitando il suo dominio in tutti i modi, tenendoli a freno, ora con maggiore durezza e con sistemi anche dolorosi, come per esempio esercizi ginnici o cure mediche, ora con minore intransigenza, con minacce o consigli, volgendosi agli istinti, alle ire, ai timori, come se fosse estranea ad essi ed essi del tutto diversi da lei. Qualcosa di simile volle dire Omero nell'Odissea quando così fa parlare Ulisse:

battendosi il petto così apostrofava il suo cuore:

sopporta o mio cuore, altre volte

soffristi già un male più acuto.

Credi che egli avrebbe scritto così se avesse pensato che l'anima è un'armonia e tale da essere succube delle passioni del corpo e non, invece, capace di guidarle e di dominarle e, quindi, cosa troppo divina per esser messa al livello di un'armonia

«Per Giove, Socrate, pare anche a me che è così.»

«Dunque, mio caro amico, non è proprio più il caso di affermare che l'anima è un'armonia perché, a quanto pare, non ci troveremmo d'accordo né con Omero, quel divino poeta, né con noi stessi.»

«È proprio così,» disse.




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