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Platone
Il Protagora

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    • 353
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[353] "Allora, preparati a convincere gli uomini insieme a me e a insegnare che cosa accade loro quando affermano di essere vinti dai piaceri e di non praticare per questo motivo il bene, benché lo conoscano. Se infatti noi dicessimo: "Non sono giuste le cose che dite, vi sbagliate" ci chiederebbero: "Protagora e Socrate, se quello che ci accade non è essere vinti dal piacere, allora che cosa è mai e che cosa pensate che sia? Ditecelo!»"

"Che bisogno c’è, Socrate, di esaminare l’opinione della massa, che parla a vanvera?"

"Credo che la ricerca consista nello scoprire in quale relazione si trovi il coraggio con le altre parti della virtù. Se dunque la pensi ancora come prima, cioè che sia io a condurre la ricerca come penso sia meglio, seguimi; se non vuoi, se lo desideri, lascerò stare".

"Va bene; continua come hai cominciato".

"Se ancora una volta ci chiedessero: «Che cosa pensate che sia quello che per noi è essere vinti dai piaceri?» Io risponderei: «Ascoltate: io e Protagora tenteremo di spiegarvelo. Non vi accade forse la stessa cosa quando siete trascinati dai cibi, dalle bevande e dagli amori, che sono piacevoli, e, pur sapendo che sono cose cattive, tuttavia cedete?»"

"Direbbero di sì".

"E allora potremmo chiedere ancora: «In che senso affermate che sono cose cattive? Forse perché sul momento procurano piacere e perché ciascuna di loro è piacevole, o perché poi provocano malattie e povertà e molte altre cose simili? Oppure, anche se in futuro non procurano nessuna di queste cose, ma solo godimento, sarebbero pur sempre cattive, poiché, non importa in che modo, fanno godere chi le prova?» . Io credo, Protagora, che risponderebbero che queste cose non sono cattive in base al fatto che procurano piacere sul momento, ma per ciò che segue, le malattie e il resto".

"Penso che molti risponderebbero così".

"Essendo causa di malattie e di povertà non sono forse anche causa di dolori? Sarebbero d’accordo, mi pare".

Protagora disse di sì.

"«Allora, in base al ragionamento mio e di Protagora, vi sembra che queste cose siano cattive per qualche altro motivo se non perché procurano dolori e ci privano di altri piaceri?". Sarebbero d’accordo?».




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