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questi vizi ci sono l’ingiustizia, l’empietà e in generale tutto ciò che è
contrario alla virtù politica; di fronte a ciò ognuno biasima e ammonisce,
evidentemente perché pensa che la virtù politica si acquisisca attraverso lo
studio e l’apprendimento. Se infatti, Socrate, vuoi capire quale valore abbia
punire coloro che commettono ingiustizie, i fatti stessi ti dimostreranno che
gli uomini credono che la virtù si possa acquisire. Nessuno punisce coloro che
commettono ingiustizie per il semplice fatto che sono stati ingiusti, a meno
che non voglia vendicarsi in modo irrazionale, come una bestia; chi, invece,
vuole punire secondo ragione, non vendica l’ingiustizia commessa - dal momento
che non può annullare ciò che è stato - ma punisce in vista del futuro,
affinché non venga commessa ingiustizia di nuovo, né da quello né da un altro
che lo veda punito. Ha un tale proposito perché è convinto che la virtù sia
insegnabile; dunque punisce per distogliere dal vizio. Senza dubbio la pensano
così tutti coloro che puniscono, sia in privato che in pubblico. Gli altri
uomini e non meno gli ateniesi, tuoi concittadini, puniscono e castigano coloro
che ritengono colpevoli; così, in base a questo ragionamento, anche gli
ateniesi sono tra coloro che ritengono che la virtù sia acquisibile e
insegnabile. In conclusione, Socrate, adeguatamente ti è stato dimostrato, come
mi sembra, che i tuoi concittadini giustamente accettano che un fabbro o un
calzolaio partecipi alle decisioni politiche e che inoltre pensano che la virtù
sia insegnabile e acquisibile.
Ancora resta da risolvere la questione che ponevi riguardo
agli uomini virtuosi: perché mai questi curino l’educazione dei figli in tutte
le discipline che sono di competenza dei maestri e li rendano sapienti, mentre
non li rendono affatto migliori nella virtù in cui essi stessi eccellono. Su questo
argomento, Socrate, non ti racconterò un mito, ma esporrò un ragionamento.
Rifletti: esiste o non esiste qualcosa di unico, di cui è necessario che tutti
i cittadini siano partecipi, se la città deve esistere? In questo si dissolve
il dubbio che tu ponevi e non in un altro ragionamento.
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