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Platone
Il Protagora

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    • 325
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[325] Se infatti esiste questo qualcosa di unico, e non è né l’architettura né l’arte del fabbro né l’arte della ceramica, ma è la giustizia, la sapienza e la santità (insomma quell’unica cosa che io chiamo virtù dell’uomo); se questo è ciò di cui è necessario che tutti partecipino e se ognuno deve agire in conformità con questa virtù, se vuole imparare o fare qualsiasi cosa, e non può fare nulla senza questa; se è necessario istruire e punire chi non ne sia partecipe, bambino, uomo, donna, finché, punito, non divenga migliore, e se invece è necessario scacciare dalla città o uccidere come inguaribile chi, educato e punito, non obbedisca; se le cose stanno così, se questa è la natura di questa virtù, considera che strano comportamento hanno gli uomini virtuosi, che insegnano ai figli altre cose, ma questa no. Abbiamo dimostrato che gli uomini pensano che la virtù è insegnabile, in pubblico e in privato; tuttavia, pur essendo tale virtù insegnabile e potendo essere coltivata, sembra che tutti insegnino ai figli altre cose, la cui ignoranza non procura loro la pena di morte. Non insegnano invece e non dedicano ogni cura alla virtù, l’ignoranza della quale procura ai loro figli - se non l’hanno appresa e non sono stati indirizzati ad essa - pena di morte, esilio e, oltre alla morte, la perdita dei beni e insomma, per dirla tutta, la rovina delle famiglie. Sembra che sia proprio così, Socrate. Ma sin dall’infanzia, e poi per tutta la vita, i genitori si occupano del'educazione dei loro figli. Non appena un bambino inizia a comprendere quanto gli viene detto, la nutrice, la madre, il pedagogo e il padre stesso si preoccupano che diventi migliore giorno dopo giorno: gli insegnano e gli mostrano, per ogni cosa che egli faccia o dica, che questo è giusto, quello ingiusto, questo è bello, quello brutto, questo è sacro, quello empio, questo si può fare, quello no. Se ubbidisce volentieri, bene; se no, lo raddrizzano con minacce e percosse, come un legno storto e curvo. In seguito, mandando i figli a scuola, i genitori suggeriscono ai maestri di prendersi cura della loro buona educazione più che dell'apprendimento della grammatica e della cetra.




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