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Platone
Il Protagora

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    • 359
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[359] Anche su queste cose tutti erano d’accordo.

"Stabilito ciò, Prodico e Ippia, Protagora ci giustifichi come le risposte di prima possano essere giuste secondo lui. Non mi riferisco alle prime risposte che ha dato; infatti in un primo momento aveva detto che, delle cinque parti della virtù, nessuna è simile all’altra, ma che ognuna ha una sua funzione. Non mi riferisco a questa affermazione, ma a ciò che ha detto in seguito. Infatti poi ha detto che quattro parti della virtù sono abbastanza simili fra loro, mentre una, il coraggio, si differenzia molto e ha aggiunto che io avrei potuto capirlo da questa dimostrazione: «Infatti, Socrate, troverai uomini che sono in tutto empi, ingiusti, sregolati e ignoranti, ma molto coraggiosi; da ciò riconoscerai che il coraggio è molto diverso dalle altre parti della virtù». E io subito mi meravigliai della risposta, e ancor più dopo che abbiamo discusso queste cose con voi. Di seguito gli domandavo se ritenesse audaci i coraggiosi; e quello: «Sì, e anche temerari». Ricordi, Protagora, di aver risposto così?"

Disse di sì.

"Su, spiegaci: di fronte a cosa i coraggiosi sono temerari? Alle stesse cose di fronte a cui i vili sono vili?"

"No".

"Allora di fronte a cose diverse?"

"Sì".

"I vili si dedicano a imprese sicure, mentre i coraggiosi a quelle pericolose?"

"Socrate, così affermano i più".

"È vero, ma non è questo che mi interessa. Di fronte a cosa tu affermi che i coraggiosi sono temerari? Di fronte alle imprese pericolose, sapendo che sono pericolose, o di fronte a quelle che non lo sono?"

"In base ai nostri ragionamenti è stato dimostrato che la prima ipotesi è impossibile".

"Anche questo è vero; infatti, se quello che abbiamo detto è giusto, nessuno va verso un pericolo che conosce, poiché è stato dimostrato che essere vinti da se stessi è ignoranza".

Protagora era d’accordo.

"Invece tutti scelgono le cose in cui si sentono sicuri, sia i vili che i coraggiosi, così che sotto questo aspetto i vili e i coraggiosi si orientano verso le stesse cose".

"Però, Socrate, le cose verso cui si volgono i vili e i coraggiosi sono sotto molti aspetti differenti. Per esempio i

coraggiosi vogliono andare in guerra, i vili no".

"E’ bello o no andare in guerra?"

"E’ bello".

"Se dunque è bello, in base ai discorsi di prima è anche buono: infatti abbiamo convenuto che tutte le azioni belle sono anche buone".

"E’ vero, e anche ora la penso così".




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