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Platone Il Protagora IntraText CT - Lettura del testo |
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[361] Infatti so che, stabilito questo, subito si chiarirebbe la questione su cui tu e io, a turno, abbiamo tenuto un lungo discorso: io sostenevo che la virtù non fosse insegnabile, tu invece sostenevi che lo fosse. A me sembra che ora l’esito dei nostri discorsi, come una persona in carne e ossa, ci accusi e ci derida; infatti, se potesse parlare, ci direbbe: «Siete proprio strani, Socrate e Protagora: tu, che prima dicevi che la virtù non è insegnabile, ora ti vuoi contraddire a tutti i costi, tentando di dimostrare che tutto è scienza, la giustizia, la saggezza e il coraggio. In questo modo potrebbe risultare allora che la virtù è insegnabile. Se infatti la virtù fosse altro dalla scienza, come Protagora tentava di dire, evidentemente non sarebbe insegnabile; ora, se risulterà che la virtù in tutto è scienza, come ti sforzi di sostenere, Socrate, ci sarebbe da meravigliarsi se non fosse insegnabile. Protagora, a sua volta, che prima sosteneva che la virtù è insegnabile, ora invece si sforza di dimostrare il contrario, cioè che questa tutto sembra, tranne che scienza; e in questo modo non sarebbe minimamente insegnabile». Io dunque, Protagora, vedendo che le parti si stanno capovolgendo, desidero soprattutto che tali questioni si chiariscano. Vorrei che noi, che abbiamo esaminato tutte queste cose, giungiamo poi a definire cosa sia la virtù e se sia insegnabile o no, non lasciandoci indurre in errore dall’inganno di Epimeteo, che trascurò noi uomini anche nella distribuzione, come tu dici. Nel mito Prometeo mi è piaciuto più di Epimeteo; così io, servendomi di questo esempio e cercando di gestire con cura la mia vita, mi occupo di tutte queste cose e, se tu vuoi, cosa che dicevo anche all’inizio, le esaminerei molto volentieri insieme a te". E Protagora: "Io, Socrate, apprezzo la tua intenzione e il modo in cui procedi nei tuoi ragionamenti. Credo per molti aspetti di non essere una persona cattiva e per nulla invidiosa degli altri; infatti anche su di te ho pubblicamente affermato che, tra le persone che in genere incontro, apprezzo te più di tutte, in particolar modo fra i tuoi coetanei; dico pure che non mi meraviglierei se tu fossi considerato uno dei sapienti. Ma su queste cose torneremo un’altra volta, quando vuoi; ora è ormai tempo di dedicarsi ad altro".
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