[321] Ad esempio, agli esseri di piccole dimensioni
forniva una possibilità di fuga attraverso il volo o una dimora sotterranea; a
quelli di grandi dimensioni, invece, assegnava proprio la grandezza come mezzo
di salvezza. Secondo questo stesso criterio distribuiva tutto il resto, con
equilibrio. Escogitava mezzi di salvezza in modo tale che nessuna specie potesse
estinguersi. Procurò agli esseri viventi possibilità di fuga dalle reciproche
minacce e poi escogitò per loro facili espedienti contro le intemperie
stagionali che provengono da Zeus. Li avvolse, infatti, di folti peli e di dure
pelli, per difenderli dal freddo e dal caldo eccessivo. Peli e pelli
costituivano inoltre una naturale coperta per ciascuno, al momento di andare a
dormire. Sotto i piedi di alcuni mise poi zoccoli, sotto altri unghie e pelli
dure e prive di sangue. In seguito procurò agli animali vari tipi di nutrimento,
per alcuni erba, per altri frutti degli alberi, per altri radici. Alcuni fece
in modo che si nutrissero di altri animali: concesse loro, però, scarsa
prolificità, che diede invece in abbondanza alle loro prede, offrendo così un
mezzo di sopravvivenza alla specie. Ma Epimeteo non si rivelò bravo fino in
fondo: senza accorgersene aveva consumato tutte le facoltà per gli esseri privi
di ragione. Il genere umano era rimasto dunque senza mezzi, e lui non sapeva
cosa fare. In quel momento giunse Prometeo per controllare la distribuzione, e
vide gli altri esseri viventi forniti di tutto il necessario, mentre l’uomo era
nudo, scalzo, privo di giaciglio e di armi. Intanto era giunto il giorno
fatale, in cui anche l’uomo doveva venire alla luce. Allora Prometeo, non
sapendo quale mezzo di salvezza procurare all’uomo, rubò a Efesto e ad Atena la
perizia tecnica, insieme al fuoco - infatti era impossibile per chiunque
ottenerla o usarla senza fuoco - e li donò all’uomo. All’uomo fu concessa in
tal modo la perizia tecnica necessaria per la vita, ma non la virtù politica.
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