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Platone Il Protagora IntraText CT - Lettura del testo |
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[327] Impara anche questo: non c’è da stupirsi, se io prima dicevo la verità, quando affermavo che, se deve esistere la città, è necessario che tutti siano partecipi della virtù. Se infatti le cose stanno così - e senza dubbio è così - scegli una qualsiasi altra professione o disciplina e rifletti. Poniamo il caso che la città non possa esistere se tutti non fossimo suonatori di flauto, ciascuno secondo le sue possibilità, e che ognuno insegnasse quest’arte a tutti, in pubblico e in privato, punendo chi non suona bene, e non tirandosi indietro. Considera anche come ora nessuno si rifiuti di insegnare la giustizia, né tenga segreto il suo sapere, come invece accade per le altre arti (è utile a tutti, credo, il reciproco scambio di giustizia e virtù, perciò tutti parlano volentieri con tutti e insegnano cosa è giusto e legittimo). Se dunque anche nell'arte di suonare il flauto noi con entusiasmo e generosità ci istruissimo vicendevolmente, credi forse, Socrate, che i figli dei buoni suonatori sarebbero buoni musicisti, più dei figli dei suonatori mediocri? Credo di no: chi nascesse per caso naturalmente disposto alla musica, crescerebbe illustre, di chiunque fosse figlio; invece, da chiunque nascesse uno privo di attitudini, crescerebbe privo di fama. Da un buon auleta potrebbe nascere un cattivo musicista e da un mediocre musicista potrebbe nascere un buon auleta, ma tutti sarebbero auleti sufficientemente esperti rispetto ai profani e a coloro che non hanno alcuna esperienza dell’arte di suonare il flauto. Così, anche ora, considera che chiunque a te sembri il più ingiusto tra quelli allevati fra le leggi e fra gli uomini, è in realtà giusto e anzi maestro di quest’arte, se dobbiamo giudicarlo rispetto a uomini che non hanno alcuna educazione né tribunali né leggi né alcuna necessità che li costringa continuamente ad aver cura della virtù, come i selvaggi che il poeta Ferecrate ha messo in scena l’anno scorso alle Lenee. Se ti trovassi realmente fra questi uomini, come i misantropi in quel coro, saresti contento incontrando Euribato e Frinonda, e ti lamenteresti, rimpiangendo la malvagità degli uomini di qui.
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