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Platone Il Protagora IntraText CT - Lettura del testo |
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[328] Ora, Socrate, ti arrabbi, poiché tutti sono maestri di virtù, ciascuno in base alle sue capacità, e nessuno ti sembra tale. Ma se tu cercassi il nostro maestro di greco, non potresti trovarlo; allo stesso modo, se tu cercassi chi abbia insegnato ai figli degli artigiani il mestiere che hanno imparato dal padre, per quanto erano capaci il padre e gli artigiani suoi colleghi, e anche se cercassi chi abbia istruito questi ultimi, io credo, Socrate, che difficilmente troveresti il loro maestro. Facilmente invece potresti trovare il maestro di chi non è esperto in nulla, né nella virtù né in tutte le altre discipline. Quindi, se c’è qualcuno fra noi che si distingue un po’ nel rendere migliori gli altri, bisogna accontentarsi. Io credo di essere uno di questi, e meglio degli altri uomini penso di riuscire ad aiutare a diventare bravi e virtuosi, in maniera adeguata al pagamento che percepisco e anche maggiore (gli allievi pure la pensano così). Perciò ho adottato questo metodo di riscossione dell’onorario: dopo che qualcuno è venuto da me, se vuole, mi versa il denaro che ho richiesto; in caso contrario, va in un tempio, e, dopo aver giurato quanto pensa che valgano i miei insegnamenti, deposita la cifra. Socrate, ti ho esposto il mito e il ragionamento per mostrare come la virtù sia insegnabile e come gli Ateniesi la considerino tale, e come non ci sia da meravigliarsi che da padri virtuosi nascano figli mediocri e da padri mediocri figli virtuosi. Infatti anche i figli di Policleto, coetanei di Paralo e di Santippo che sono qui, non valgono quanto il padre e anche i figli di altri artisti. Non è giusto biasimare ora i figli di Pericle, qui presenti: sono ancora giovani". Protagora, dopo aver parlato a lungo così, tacque. E io per molto tempo, ammaliato, continuai a guardarlo, come se stesse per dire qualcosa, poiché desideravo ascoltarlo. Quando mi accorsi che in realtà aveva finito, come riavutomi a stento, dissi, rivolto a Ippocrate: "Figlio di Apollodoro, grazie per avermi spinto a venire qui. E’ una gran cosa aver ascoltato le parole di Protagora. In passato, infatti, pensavo che nessuna attività umana potesse rendere gli uomini virtuosi; ora sono convinto del contrario. Però ho un ultimo piccolo dubbio, che evidentemente Protagora chiarirà con facilità, come ha già fatto molte volte. |
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