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Platone Il Protagora IntraText CT - Lettura del testo |
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[341]E io: "Per Zeus! Al momento opportuno Prodico ascolta i nostri discorsi. La sapienza di Prodico, Protagora, rischia infatti di essere qualcosa di divino e di antico sia se risulta aver preso inizio da Simonide sia ancor prima. Tu, che sei esperto di molte altre cose, ti dimostri totalmente inesperto di questa e non competente come me che sono stato discepolo di Prodico che è qui. Ora mi sembra che tu non comprenda che Simonide non intendeva il termine «difficile» così come lo intendi tu. Per esempio, a proposito del termine «terribile», Prodico mi rimprovera tutte le volte che, lodando te o qualcun altro, dico che Protagora è un uomo sapiente e «terribile»: mi domanda se non mi vergogno di chiamare «terribile» una cosa buona. Infatti terribile è il male. Nessuno dice una «terribile ricchezza» né «una terribile pace» né «una terribile salute», ma dice «una terribile malattia», «una terribile guerra» e «una terribile povertà» come se «terribile» fosse un male. Forse dunque anche gli abitanti di Ceo e Simonide considerano il termine «difficile» un male o qualcos’altro che tu non comprendi. Vediamo cosa ne pensa Prodico - infatti è giusto chiedere a lui spiegazioni sul linguaggio di Simonide. Prodico, cosa voleva intendere Simonide con il termine «difficile»?" "Un male". "Per questo motivo, Prodico, egli rimprovera Pittaco quando afferma che è difficile rimanere onesto: è come dire che è male rimanere onesto". "Credi, Socrate, che Simonide abbia voluto intendere qualcosa di diverso da questo e rimproverare a Pittaco di non saper distinguere correttamente le parole perché abitante di Lesbo ed educato in una lingua straniera?" "Protagora, hai ascoltato Prodico: hai qualcosa in contrario da dire?" E Protagora: "La questione non sta proprio così, Prodico. Io sono certo che Simonide diceva «difficile» con lo stesso nostro significato, non di male, ma di qualcosa di non facile, a cui si arriva attraverso grandi fatiche". "Anche io so, Protagora, che Simonide voleva dire questo e lo sa anche Prodico, ma scherza e credo che abbia voluto provare se tu eri capace di sostenere la sua posizione. Simonide non intende il termine "difficile" come male: ne è una valida testimonianza la frase che segue subito dopo: infatti dice solo un dio potrebbe avere questo privilegio. Non pensa dunque che il rimanere onesto sia un male, dal momento che poi afferma che solo un dio potrebbe avere questo privilegio e al solo dio si concede questo dono. Prodico potrebbe altrimenti dire che Simonide è un impudente e niente affatto cittadino di Ceo. Ora ti voglio rivelare quale fosse l’intento di Simonide nel comporre questo canto, se tu vuoi mettere alla prova le mie capacità, così come le chiami tu, riguardo alla poesia. Se non vuoi, sarò io invece ad ascoltarti".
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